Walter Benjamin, uno dei «profeti» culturali del Novecento, morì in una piccola località sulla frontiera spagnola; fuggiva dalla Francia occupata e si suicidò per timore di essere riconsegnato alla Gestapo. Era ebreo oltre che antinazista. La sua fine è abbastanza nota. Una tragica saga familiare, un secolo di storia tedesca attraverso una famiglia esemplare, esempio di opposizione culturale e morale agli orrori che i conflitti portano con sé.
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Michael W. Jennings e Howard Eiland – Walter Benjamin: Una biografia critica
Walter Benjamin è stato uno degli intellettuali più importanti del ventesimo secolo, ed è anche uno dei più indecifrabili. I suoi scritti – un mosaico che incorpora filosofia, critica letteraria, analisi marxista e teologia – si sottraggono a ogni tentativo di classificazione. Inoltre, la sua esistenza randagia, piena di imprevisti drammatici, è stata spesso mitizzata. La sua carriera di studioso iniziò con il geniale esoterismo dei primi scritti; egli divenne in seguito una delle principali voci della cultura di Weimar, mentre negli anni dell’esilio si occupò, in studi pionieristici, dei moderni mezzi di comunicazione e del nascente capitalismo urbano della Parigi di fine Ottocento. Le sue ricerche si svolsero durante alcuni dei decenni più catastrofici della storia europea: tra l’orrore della prima guerra mondiale, le turbolenze della Repubblica di Weimar e l’ombra lunga del fascismo.
Fabrizio Desideri & Massimo Baldi – Benjamin
Tutti coloro che si sono occupati in qualche modo di Walter Benjamin conoscono la difficoltà di definirne il pensiero, inserendolo in orizzonti disciplinari ben definiti come la filosofia della storia, del linguaggio, l’ontologia, l’etica, l’estetica e così via. Talvolta si è stati addirittura indecisi se assegnare la sua opera al genere testuale della filosofia o a quello della letteratura. In questo libro, si affronta in particolare l’ultimo Benjamin, quello del messianismo e della conseguente percezione messianica del tempo, in base al quale ogni secondo sarebbe la piccola porta attraverso la quale può entrare il messia”. È la stessa porta della giustizia di cui Benjamin parla nel grande saggio su Kafka del 1934. Tuttavia permane una differenza tra tempo messianico e giustizia. Se vi fosse coincidenza, la giustizia cesserebbe di agire come una potenza critica, la stessa potenza da cui scaturisce l’etico e diverrebbe oggetto di possesso, oggetto di storica realizzazione.” (dall’Introduzione)
Consiglio a cura di U.s.A.
U.s.A. ci consiglia anche le versioni corrette di: Dal Lago A. & Giordano S. – Fuori cornice e Dal Lago A. & Giordano S. – L’artista e il potere. Episodi di una relazione equivoca
Jacques Derrida – Il sogno di Benjamin [Epub – Mobi]
Nel discorso pronunciato a Francoforte in occasione del Premio Adorno, il 22 settembre 2001, Jacques Derrida prese spunto da un sogno che Walter Benjamin raccontò per lettera alla moglie di Adorno per affrontare l’antico problema dei rapporti tra il sogno e la veglia: è possibile parlare del sogno senza sottomettersi al dominio della veglia? Muovendo da questo problema gnoseologico Derrida si avvicina a questioni di scottante attualità politica: l’estraneità dell’esperienza onirica diventa quella dello straniero, e riconoscerne l’irriducibilità significa garantire i diritti dell’altro, compito fondamentale di un nuovo illuminismo che ammetta la possibilità di un discorso filosofico “marginale”, “minoritario” e “sognatore”.
Grazie a U.s.A per la scansione di partenza e per le correzioni post conversione.