Régis Debray – Fare a meno dei vecchi. Una proposta indecente

coverAlla fine dell’Ottocento, Jonathan Swift proponeva di risolvere il problema dei senzatetto di Londra mangiandoli. In modo analogo, Régis Debray propone oggi di risolvere il problema dell’invecchiamento della popolazione europea confinando gli anziani in una riserva naturale, il “Bioland”. Questo libro dissacratorio inaugura un dibattito, essenziale per il futuro della nostra società, sulla contraddizione che esiste tra l’invecchiamento della popolazione e il giovanilismo dilagante nello spettacolo, nella moda, nella cultura.

Frederic Jameson – Il postmoderno, o la logica culturale del tardo capitalismo

coverhe significa «postmoderno»? Quali sono le caratteristiche che ci permettono di distinguerlo dalla modernità? Se oggi guardiamo alle nostre città e al nostro quotidiano modo di vivere, ai nostri stati d’animo e all’ ambiente, all’architettura, il cinema, alla letteratura, alla narrativa, è sufficiente dire che ci troviamo di fronte a una semplice svolta «stilistica», o dobbiamo chiamare in causa qualcosa di più profondo e complesso? Sono queste alcune delle principali domande che muovono la riflessione di Jameson, uno idei più importanti critici e teorici americani di oggi. Di fronte a una complessità sociale e spaziale che sfida le capacità dell’immaginazione, e al venir meno di quella distanza critica che ha contraddistinto gran parte della tradizione moderna, Jameson rifiuta sia i volgari toni apologetici che le facili reazioni moralistiche, formulando una proposta culturale che merita di essere discussa da chiunque non sia disposto ad accogliere passivamente il corso delle cose

Consiglio ispirato da grattacielo.

David Harvey – Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo

coverLa contraddizione tra realtà e apparenza, tra capitale e lavoro, tra valore d’uso e valore di scambio, tra proprietà privata e Stato capitalistico, tra monopolio e concorrenza, tra valore sociale del lavoro e sua rappresentazione monetaria… Sono diciassette le grandi contraddizioni che Harvey individua: stanno al cuore del capitalismo, alcune sono interdipendenti, tutte si intrecciano fra loro e, quando si acuiscono, producono instabilità e crisi; oggi ne mettono a rischio la tenuta. La spinta ad accumulare capitale al di là delle possibilità di investimento, l’imperativo di usare i metodi più economici di produzione che porta ad avere consumatori senza mezzi per il consumo, l’ossessione di sfruttare la natura fino al rischio dell’estinzione: sono antinomie di questo tipo che sottostanno alla persistenza della disoccupazione di massa, alle spirali discendenti dello sviluppo in Europa e Giappone, agli instabili salti in avanti di paesi come Cina e India. Non tutte le contraddizioni del capitale sono ingestibili, alcune possono condurre a quelle innovazioni che ridanno forza al capitalismo e lo fanno apparire saldo e duraturo. Tuttavia l’apparenza può ingannare: se è vero che molte delle contraddizioni del capitale possono venire gestite, altre potrebbero essere fatali per la nostra società. Per evitare un simile esito questo libro si propone tanto come un’efficace guida al mondo che ci circonda quanto come un manifesto per il cambiamento. Recuperando il concetto marxiano di alienazione, nella prospettiva di un nuovo umanesimo.

Franco Ferrarotti – Colloquio con Lukàcs. La ricerca sociologica e il marxismo

coverRichiesto da più parti, ripubblico il colloquio avuto a suo tempo con Gyòrgy Lukàcs, già comparso nel n. 17 (Primavera 1971) e nel n. 18 (Estate 1971) della rivista La Critica sociologica e poi nelle riviste nordamericane Worldview e Social Policy. Di seguito pubblico anche due testi del 1956 che stranamente hanno conservato, mi sembra, un grado notevole d’attualità. Franco Ferrarotti

Jean Baudrillard – Dimenticare Foucault

cover0001Provocatorio e pungente questo libro di Jean Baudrillard non si ferma all’invettiva del titolo. La critica del pensatore dei Simulacri nei confronti di Foucault è destinata a incidere e far parlare. Secondo Baudrillard, infatti, Foucault non ha afferrato la vera dimensione del potere. Forti e validi sono gli strumenti che Foucault ha lasciato per descrivere l’azione del potere. Ma sempre spuria è la sua definizione dell’essenza di ciò che ci assoggetta. Un’essenza che per Buadrillard è tutta da ricercare nella capacità simbolica del potere. Il simulacro, cioè la copia che si sostituisce all’originale, diveniva centrale nell’analisi del potere cinico dei media. In altre parole ciò che Foucault non coglie è che le società postmoderne sono società di simulazione. Questa capacità dell’immagine di suscitare adorazione è la vera essenza del potere.

Ferdinand Tönnies – Comunità e societa

coverPubblicato per la prima volta nel 1887 da Ferdinand Tönnies (1855-1936), il volume presenta una comprensione puntuale e originale dei processi politici della modernità. Il sociologo tedesco distingue fra la ‘comunità’, intesa come un rapporto reciproco sentito dai partecipanti, fondato su di una convivenza durevole, intima ed esclusiva, e la ‘società’, la cui vita è razionale, passeggera, più superficiale, tendente ai rituali e alle cerimonie pubbliche. La concezione della società di Tönnies è essenzialmente pessimistica e le sue teorie anticipano alcune critiche al consumismo e alla società urbana contemporanea. Queste categorie interpretative restano un contributo fondamentale per la sociologia e sono state riprese continuamente nel corso del tempo, criticate e ridefinite anche in altri ambiti accademici, come l’economia e la filosofia politica. “Oltre a essere un classico tra i classici della sociologia, “Comunità e società” è l’espressione precisa ed esemplare ancora una volta classica – di un’epoca storica e, al suo interno, della particolare e intricata vicenda della Germania tra la fine del XIX secolo e i primi decenni di quello successivo. Questa storicità del testo non ne fa però un reperto archeologico, interessante solo per capire un tempo passato, e perciò davvero significativo solo al suo interno. Essa è importante perché, grazie alla sua veste sociologica, nomina un problema politico che da allora in poi definisce la nostra contemporaneità.” (Maurizio Ricciardi)

Jean Baudrillard – Parole chiave

coverDodici parole chiave, simboli affascinanti di un pensiero che vuole essere provocatorio e paradossale, cristallizzano in questo testo le idee cardine delle opere precedenti di Baudrillard, secondo il modello estetico e pedagogico di un abbecedario. Un libro, accessibile, scritto in piena libertà stilistica, che spiega i principali concetti filosofici di Jean Baudrillard.

Consiglio a cura di U.s.A.

Michael Walzer – L’intellettuale militante. Critica sociale e impegno politico nel Novecento

cover0001L’attività e le opere di undici fra i massimi intellettuali del Novecento, scelti in modo da rappresentare diversi paesi, gli snodi storici e i temi politici e ideologici del secolo scorso. Da Julien Brenda a Ignazio Silone, da George Orwell a Albert Camus, da Gramsci a Simone de Beauvoir, fino a Michel Foucault e Herbert Marcuse, le figure intellettuali descritte hanno assolto il compito di esercitare una funzione critica della società, in differenti contesti storici e su differenti tematiche. Per Gramsci il rapporto con il movimento operaio, il femminismo per Simone de Beauvoir, la decolonizzazione per Camus, la situazione americana per Marcuse. Una funzione assolta all’interno di un rapporto costante con la società criticata.

Hans Magnus Enzensberger – Il perdente radicale

coverCon la forza intellettuale e l’acume che lo hanno reso celebre, Enzensberger disegna il profilo del perdente radicale di ogni tempo. Ieri il combattente nazista, oggi il terrorista islamico. Colui che ha resuscitato la tradizione del nichilismo autolesionista, amalgamando istanze religiose, politiche e sociali in una strategia di distruzione a vasto raggio. Contro l’America, contro il capitale internazionale, contro il sionismo, contro gli infedeli. Perché il perdente radicale non conosce la soluzione del conflitto, il compromesso. E quanto piú è assurdo il suo progetto, tanto piú fanaticamente lo persegue. Come era accaduto con Hitler, il suo vero obiettivo non è la vittoria ma lo sterminio, non è il controllo ma il dissolvimento, non è la vita ma il suicidio collettivo e la fine con orrore. Convinto della propria superiorità e animato da cieco vittimismo, l’islamista chiede a gran voce rispetto per sé senza riconoscerlo agli altri. Riservando solo alla propria minoranza di eletti la salvezza da un mondo che condanna alla morte.