«In natura ci sono due comunità operose: le formiche che curano la vita in comune e le api che scrutano nuovi paesaggi. Ecco una sorta di manuale per i riformatori dell’istituzione scolastica: formicai accoglienti per le domande dei giovani, per i migranti, per gli adulti che tornano a studiare. E favi sapienti, alimentati dalla curiosità per il nuovo mondo e dalla creatività della didattica. Sono questi i mondi vitali che salvano l’educazione dalle ossessioni normative. Così sono maturate le buone opere e i giorni migliori della scuola italiana. per editto è venuto ben poco». La «Buona scuola» è una riforma mancata, ma una riforma mancata non è affatto innocua. Essa delude per la scarsità di proposte davvero innovative e va ad alimentare la sfiducia per gli insuccessi di tutte le leggi approvate nell’ultimo ventennio. Ha il difetto di complicare la vita delle scuole senza risolverne i problemi strutturali: la diseguaglianza nell’accesso e nell’esito dell’istruzione, soprattutto nel Mezzogiorno; la struttura dei cicli vecchia e ridondante, che costringe i giovani a rimanere a scuola un anno in più, perdendo nelle superiori i buoni risultati raggiunti dalle elementari; la regressione degli apprendimenti negli adulti che colloca l’Italia agli ultimi posti, altro che «superpotenza» culturale. Ci si poteva attendere una risposta coraggiosa a tali questioni da una classe politica giovane che ha mostrato una volontà di cambiamento. Invece, si è scelto di procedere lungo la strada già tracciata dai governi precedenti. All’enfasi comunicativa sulle riforme epocali sono seguite sempre alluvioni normative che hanno ostacolato le migliori esperienze didattiche. Nei venti anni di tentativi si sono sedimentati luoghi comuni e vincoli ideologici che hanno frenato fino a oggi una vera azione riformatrice.
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Roberto Contessi – Scuola di classe
Il sistema dell’educazione superiore in Italia è culturalmente classista. Premia coloro che hanno talento ed educazione al lavoro mentre si disinteressa di chi non ha capacità spiccate di natura e di chi non ha alle spalle una famiglia solida. Il libro-denuncia di un professore di liceo. Questo libro è una denuncia dall’interno. Per la prima volta un professore di liceo riflette sulle responsabilità di chi sta in cattedra, sulle pratiche che hanno portato la scuola superiore italiana a essere ‘culturalmente classista’. Professori e presidi non lo ammetteranno mai, però le storie di chi oggi vive la scuola superiore e le indagini statistiche mettono a nudo quello che molti nascondono: il sistema dell’educazione superiore in Italia ricompensa chi ha una predisposizione naturale o chi ha alle spalle una famiglia che spinge i ragazzi allo studio, mentre lascia indietro gli studenti che non hanno talento o capacità acquisite dall’ambiente familiare. La scuola, in particolare i licei e gli istituti tecnici e professionali, compie quest’operazione sotto copertura, innescando una serie di azioni che concorrono a promuovere indistintamente ed emettere così titoli di studio fasulli. La scuola così com’è condanna i più svantaggiati all’incertezza del loro futuro, alla disoccupazione, all’intermittenza professionale.
Autori Vari (Clementi, Serianni) – Quale scuola? Le proposte dei Lincei per l’italiano, la matematica, le scienze
Da alcuni anni un gruppo di membri dell’Accademia dei Lincei si è impegnato attivamente nella didattica, organizzando corsi e seminari rivolti agli insegnanti e coprendo quasi per intero il territorio nazionale. È il progetto intitolato I Lincei per una nuova didattica nella scuola: un’iniziativa scaturita dalla convinzione che il rafforzamento e il rinnovamento del modo di trattare a scuola tre discipline cardine – l’italiano argomentativo, la matematica e le scienze – rappresenti, prima ancora che un presupposto culturale trasversale, un requisito di cittadinanza, che andrebbe garantito a tutti i diciottenni scolarizzati. Il volume nasce in margine a tale esperienza e coinvolge, oltre a esponenti dei Lincei, altri esperti che da tempo vanno riflettendo sullo statuto delle rispettive discipline in chiave didattica. Aperto da un saggio introduttivo di Tullio De Mauro, impegnato da oltre quarant’anni su questo fronte, il volume comprende otto saggi, alcuni a più mani, tutti concretamente rivolti all’esemplificazione e all’applicazione. L’ambizione è quella di mostrare quante e quali siano le relazioni tra i vari saperi e di superare le paratie che spesso tendono a dividerli, impoverendone le potenzialità.
Luisa Molinari – Alunni e insegnanti. Costruire cultura a scuola
La scuola è un luogo abitato, vissuto, dotato di significato per tutti coloro che quotidianamente vi si trovano a parlare, discutere, interagire, in particolare gli alunni e i loro insegnanti. Con il tempo, essi costruiscono una cultura comune, fatta di azioni, di relazioni, di valori, che ha profondi effetti sul gruppo classe e sugli individui al centro delle dinamiche educative. Sulla base di un intenso lavoro di ricerca condotto nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie, questo volume approfondisce criticamente alcuni temi cruciali della vita scolastica, che coinvolgono tutti i protagonisti (insegnanti, alunni e genitori): il discorso in classe, le culture dei pari, le transizioni scolastiche, la relazione fra alunni e insegnanti, la delicata questione della responsabilità educativa.
Aldo Geuna, Federica Rossi – L’università e il sistema economico
L’obiettivo principale di questa originale ricerca è quello di offrire fondamenta concettuali e statistiche al dibattito sui molteplici contributi che il sistema universitario può fornire al sistema economico. La novità sta nell’affrontare questo tema in maniera integrata, considerando l’intero spettro delle attività svolte dagli atenei (didattica, ricerca e trasferimento di conoscenze), e nell’adottare un approccio secondo il quale gli atenei, così come gli individui che vi lavorano e studiano, rispondono a incentivi analizzabili all’interno di un modello di tipo economico.
Dina Guglielmi, Franco Fraccaroli – Stress a scuola. 12 interventi per insegnanti e dirigenti
La qualità di un sistema scolastico è spesso misurata da indicatori relativi all’apprendimento degli studenti, ma un parametro non meno importante è costituito dal benessere organizzativo e dalla salute psicofisica di chi opera in tale sistema. Oltre ad offrire utili strumenti di lettura per riconoscere lo stress nella scuola, capire come si manifesta e le sue cause, il volume propone diverse linee operative di intervento, pensate come strategie di prevenzione e gestione dello stress per il possibile superamento del disagio psicologico, dell’esaurimento emotivo e del malfunzionamento organizzativo.
Giuseppe Ricuperati – Storia della scuola in Italia. Dall’unità a oggi
Una ricostruzione della storia della scuola (e dell’università) italiana: dalla legge Casati alla riforma Gentile, dalla Carta della Scuola fascista al dibattito nella Costituente, dalla stagione del centro-sinistra ai Decreti delegati, dalla scuola dell’autonomia alle speranze (e alle incognite) della “buona scuola”. Una riflessione sul cammino di una istituzione caratterizzata dalla prolungata assenza di un progetto riformatore che consideri, come è avvenuto solo in qualche tratto della vicenda politica nazionale, il diritto allo studio come un atto costituzionale che si compie ogni giorno, una costruzione della cittadinanza come cultura, una parte essenziale di una sfera pubblica comune. «Forse scuola, università e ricerca sono anche l’anima di appartenenza non solo mia, ma anche di quanti ho formato e, soprattutto, di quanti ho visto, ogni giorno, salvare la scuola come atto costituzionale colto e competente, fieri di farlo senza essere del tutto riconosciuti».
Lucio Russo – Segmenti e bastoncini. Dove sta andando la scuola?
Il libro vuole essere un contributo al dibattito sulla scuola secondaria e sulla riforma del ministro Berlinguer. Le questioni che secondo l’autore sono irrisolte all’interno della riforma sono i contenuti dell’insegnamento e la direzione che la scuola dovrà seguire nel prossimo futuro. I tratti caratteristici della scuola odierna sono, secondo l’autore, il progressivo abbandono dei capisaldi dell’istruzione superiore e l’omologazione verso un’istruzione mediocre e approssimativa. Questa nuova “scuola per consumatori” è la scuola che ha rinunciato al suo ruolo di formazione, che ha posto tra i suoi obiettivi l’interscambiabilità delle discipline, che non forma più al suo interno l’élite intellettuale del paese.