Quando cadde il regime mussoliniano e l’Italia si divise in due, quanti aderirono alla neonata Repubblica sociale e presero le armi? E quali erano le loro motivazioni e i loro sentimenti? Resoconti di polizia, corrispondenze intercettate dalla censura, diari, memorie e documenti editi e inediti consentono di ricostruire la storia dei fascisti di Salò: i volontari, i coscritti, gli internati in Germania che “optarono” per la Rsi, i prigionieri degli Alleati che rifiutarono di collaborare, le seimila ausiliarie e i fascisti che operarono nelle zone già liberate. In tutto oltre mezzo milione di aderenti, volontari o forzati, che vissero i venti mesi della guerra civile “dalla parte sbagliata”.
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Mimmo Franzinelli – Il prigioniero di Salò: Mussolini e la tragedia italiana del 1943-1945
La tragica avventura della Repubblica di Salò è stata fra le più pesantemente colpite dalle semplificazioni ideologiche. Tanto le versioni dei vincitori quanto quelle dei vinti hanno trascurato, e mistificato, la realtà storica a favore dell’esaltazione di amor di patria, sentimento nazionale, passione civile e – da ultimo – consacrazione eroica delle vittime.
Mimmo Franzinelli si lascia alle spalle queste logiche e sulla base di fonti inedite o sinora trascurate descrive la tentata resurrezione del fascismo nel settembre 1943 e i successivi sviluppi fino all’aprile 1945. Gli scritti di Mussolini, i rapporti di Kappler per Hitler, le carte di Claretta Petacci, i notiziari della Guardia nazionale repubblicana, le note della Segreteria particolare del duce rivelano una storia inedita di equilibri estremamente instabili, dove Mussolini, inseguendo il sogno di una rinascita improbabile – anche sul piano personale -, svolge comunque un ruolo da protagonista nella guerra civile innescata dalla costituzione della RSI e dall’insediamento del suo quartier generale sul lago di Garda.
Consapevole di essere ostaggio dei nazisti, il vecchio dittatore, esautorato dai tedeschi, criticato dai suoi stessi colonnelli e lontano dal suo popolo, è costretto in un microcosmo di sopravvissuti dove unico referente resta Claretta, la giovane amante, e obiettivo primario – ossessivamente quanto vanamente perseguito – è spostare la sede di governo lontano da Salò. Il volume documenta la disistima del capo della RSI verso i suoi collaboratori, l’odio mortale per Alleati e partigiani, la prostrazione – sino al limite del suicidio – per la perdita di Roma e l’avvicinamento del fronte al Nord. E attraverso i dossier dei servizi segreti esamina l’estremo tentativo di riscatto, con il discorso milanese del Teatro Lirico, il 16 dicembre 1944. Nelle pagine finali sono descritti, settimana per settimana, i tentativi di far espatriare Claretta Petacci, il terrore di essere arrestato dagli anglo-americani, la disperata ricerca di salvezza di un uomo ormai convinto di essere un “cadavere vivente”.
Diego Meldi (a cura di ) – La repubblica di Salò
Questa breve ma esaustiva guida alla storia degli anni Quaranta del secolo scorso, che videro la nascita e la caduta della Repubblica Sociale Italiana, si sviluppa attraverso i luoghi e i personaggi che vi parteciparono, con l’aiuto di documenti e testimonianze di entrambe le “fazioni”. Non saranno dimenticati gli avvenimenti scomodi per i “fascisti” (rappresaglie, antisemitismo, diserzioni ecc.), ma nemmeno quelli per i partigiani (attentati, delazioni, uccisioni indiscriminate ecc.), così come le “vergogne” degli alleati (bombardamenti sui civili, stupri, fucilazione di prigionieri ecc.) per un tentativo di comprendere quell’oscuro ma fondamentale periodo storico della nostra Repubblica.