Simon Sebag Montefiore – I Romanov 1613-1918

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I Romanov hanno governato per oltre tre secoli un sesto della superficie terrestre e sono stati la dinastia di maggior successo dell’era moderna. Come ha potuto una sola famiglia trasformare un piccolo e oscuro principato nel più grande impero del mondo? Quale prezzo di sofferenze e di sangue hanno dovuto pagare i loro sudditi? E perché e come il loro dominio ha di colpo iniziato a franare all’inizio del XX secolo? Simon Sebag Montefiore è riuscito a rispondere a queste domande racchiudendo in un’unica narrazione la vertiginosa avventura di una ventina di zar e zarine, valutati e descritti non solo negli scenari della storia maggiore – incoronazioni, complotti, avvicendamenti dinastici -, ma, con il supporto di documenti e carteggi, anche in quelli meno noti della vita privata e familiare. Sebag Montefiore ha suddiviso la trama del racconto in 3 atti e 17 scene, i cui cast sono gremiti dei personaggi più disparati: ministri e boiari, impostori e avventurieri, arrampicatori sociali e cortigiane, rivoluzionari e poeti. Dopo Pietro il Grande, visionario e spietato modernizzatore, spiccano su tutte le figure delle due volitive e innovatrici zarine Elisabetta e Caterina, con le loro corti di amanti e favoriti, e dei grandi zar dell’Ottocento: Alessandro I, che respinse e incalzò fino a Parigi l’esercito invasore di Napoleone Bonaparte, e Alessandro II il Liberatore, ripagato per l’abolizione della servitù della gleba con sei attentati, di cui l’ultimo mortale, tragica premonizione degli orrori del XX secolo. È infatti sotto il segno sanguinoso del massacro della famiglia di Nicola II e Alessandra, gli ultimi regnanti, che si conclude nel 1918 la parabola dell’autocrazia zarista e si apre una nuova epoca, quella del bolscevismo.

George Vernadsky – Le origini della Russia

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L’evoluzione del popolo russo non può essere esattamente compresa senza un attento esame della situazione degli Slavi e dei Russi nel mondo antico e della loro originaria civiltà, storicamente connessa con- la sfera culturale dell’Asia centrale. Il primo capitolo di questo volume è perciò dedicato ad alcuni aspetti significativi del mondo eurasiatico, quali l’organizzazione e l’ideologia politica e sociale, la mitologia, l’etica e l’arte; il secondo e il terzo considerano la posizione degli Slavi primitivi e degli antichi Russi nel fluttuare delle condizioni provocato dal succedersi delle ondate migratorie e dall’espandersi degli imperi alanico e turco, sorti uno dopo l’altro nell’Eurasia occidentale e nell’Europa orientale. Il quarto capitolo, dedicato ai fondamenti spirituali dell’antica cultura russa, permeata di sentimenti e di nozioni religiose, rivela la complessità finora trascurata del paganesimo slavo, imperniato su un sistema di riti, di idee e di miti, in mezzo a cui si distinguono differenti livelli e aspetti, alcuni dei quali sopravvissero anche alla conversione al cristianesimo influendo durevolmente sulle caratteristiche del pensiero religioso russo. Gli ultimi due capitoli illustrano infine il terribile sconvolgimento a cui andò incontro la vita spirituale del mondo slavo nell’alto medioevo. Sebbene lo scopo di questo libro sia quello di studiare l’antico sfondo della Russia e le fondamentali tendenze nella formazione e nel primitivo sviluppo degli Slavi orientali, tuttavia il panorama tracciato dall’autore vale ad illuminare anche molti aspetti della storia successiva di questa vasta porzione dell’Europa. Il tortuoso cammino percorso dallo spirito russo dal mitraismo attraverso il cristianesimo fino al marxismo ha infatti le sue lontane radici in queste origini caratteristiche della civiltà degli Slavi orientali.

Viktor I.Buganov – Breve storia dell’Urss. Dai tempi più antichi ai nostri giorni

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Correva l’anno 1917 e il calendario giuliano segnava la data del 24 ottobre. Quella notte il Comitato rivoluzionario di Pietrogrado entra in azione e, in rapida successione, occupa tutte le tipografie, per impadronirsi, nei giorni seguenti, delle poste, del telegrafo, delle stazioni ferroviarie, delle banche e dei principali ministeri, arrivando, il 26 ottobre, ad assaltare il Palazzo d’inverno, sbaragliando gli ultimi fuochi di resistenza tenuti in vita dai controrivoluzionari. Lo stesso giorno, a Mosca, un’incontenibile insurrezione popolare arriverà a stringere d’assedio e quindi a impossessarsi del Cremlino e, a macchia di leopardo, tutto il territorio russo si unirà alla rivolta che segnerà il trionfo del Soviet dei commissari del popolo presieduto da Lenin, vale a dire il primo governo rivoluzionario dell’Unione Sovietica. Viktor Buganov, partendo dalle radici del malessere sociale russo, ripercorre le tappe di un evento capace di segnare per sempre la storia del XX secolo: primo tentativo – riuscito – di dare concretezza alle teorie di Marx ed Engels, dimostrando come il tanto sospirato “assalto al cielo” fosse non soltanto possibile ma addirittura necessario.

Roger Bartlett – Storia della Russia

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Racchiudere la storia della Russia in un unico volume significa raccontare, in poche centinaia di pagine, il passato e il presente di una zona vasta un sesto della superficie terrestre; un territorio multietnico in cui si parlano oltre cento lingue; una civiltà che ha prodotto una cultura sfaccettata, di straordinaria ricchezza e di grande influenza; una struttura militare e politica di primo piano sullo scacchiere mondiale. È quello che Roger Bartlett riesce a fare in quest’opera che dalle lontane origini perse nell’Alto Medioevo giunge fino a oggi, offrendo un’ampia prospettiva sullo sviluppo storico della Russia, e concentrandosi sulle origini della cultura politica della nazione e sul ruolo della grandissima maggioranza contadina nell’impero prima russo e poi sovietico.

Nicholas V. Riasanovsky – Storia della Russia. Dalle origini ai giorni nostri

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La ricostruzione dello storico Riasanovsky accompagna i russi attraverso la loro storia millenaria dallo stato di Kiev al principato di Mosca, dal regno di Ivan il Terribile all’ampio processo di occidentalizzazione di Pietro il Grande, dai tentativi riformistici del XIX secolo fino alla fondazione dello stato sovietico, dagli anni del terrore staliniano a quelli della stagnazione brezneviana. Sergio Romano, già ambasciatore a Mosca, ha completato l’opera con tre nuovi capitoli in cui il lettore troverà una prima interpretazione storica delle trasformazione politiche, economiche, sociali e culturali che si sono prodotte in questi ultimi anni, dalla svolta democratica di Gorbacev alla fine dell’Urss, dalla presidenza di El’cin a quella di Putin.

Paul Bushkovitch – Breve storia della Russia. Dalle origini a Putin

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Breve storia della Russia ricostruisce non solo la storia politica ma anche gli sviluppi nel campo della letteratura, dell’arte e della scienza della Russia; ritrae cosí protagonisti di grandezza assoluta – Tolstoj, Cechov e Mendeleev, per esempio – nei loro contesti storici e istituzionali. Benché la Rivoluzione del 1917, il successivo sistema sovietico e la guerra fredda siano stati momenti cruciali della storia russa e mondiale, merito specifico dell’autore è di presentare anche le epoche precedenti in tutta la loro complessità e ricchezza storica e culturale.

Marco Natalizi – Il burattinaio dell’ultimo zar

Il burattinaio dell'ultimo Zar

Nel momento più tragico di un Impero, un pellegrino, lussurioso e astuto, emerge dalla più profonda provincia siberiana e muove alla conquista di un pezzo di paradiso: il suo nome è Grigorij Efimovic Rasputin. Si presenta come carismatico mistico nei più esclusivi salotti di San Pietroburgo al cospetto di una generazione di russi disorientati. Lui si considera un santo. E molti lo vedono così. C’è però anche chi io ritiene un ambiguo contadino ignorante. Quale potere ha esercitato alla corte dello Zar e nell’Impero il “monaco errante”? Di quali protezioni gode? Di quali alleanze si serve? Quale è stato il suo ruolo nella catastrofe che, pochi mesi dopo la sua morte, travolge i Romanov? Accostarsi a Rasputin, a cento anni dalla sua tragica fine, significa avvicinare una leggenda.

Félix Yussupov – Dalla corte all’esilio. Memorie dell’uccisore di Rasputin

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L’assassinio, avvenuto a San Pietroburgo il 29 dicembre 1916, venne fatto passare per un delitto politico; il suo autore, che sicuramente agì d’intesa con altri congiurati e con potentissimi protettori dell’ambiente di corte (se la cavò, infatti, senza nemmeno un processo, con una mitissima pena all’esilio in campagna), sostenne di aver voluto liberare lo zar, e soprattutto la zarina, Alessandra Fedorovna, dall’influenza di Rasputin, giudicato un intrigante senza scrupoli che, con il suo ascendente sulla coppia imperiale, stava trascinando la Patria alla rovina. Felix Yusupov era un omosessuale che non riusciva ad accettare la propria condizione (benché studi recenti abbiano dimostrato come essa fosse diffusissima nella “gioventù dorata” cui egli apparteneva e specialmente nel prestigioso reggimento Preobrazhenskij della Guardia imperiale, al quale apparteneva, al punto che lo si definiva, dietro le quinte, “il reggimento degli omosessuali”, e tale era anche il suo nobilissimo comandante). Secondo alcuni studiosi, si sarebbe rivolto a Rasputin proprio perché lo aiutasse a risolvere il suo problema di identità sessuale.