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Giovanni Papini – Contro Roma
La sera del 21 febbraio del 1913, su invito di Marinetti, Giovanni Papini salì sul palco del Teatro Costanzi di Roma per leggere in pubblico il suo Contro Roma (il cui titolo completo era Contro Roma e contro Benedetto Croce). Il testo era composto da tre parti: la prima contro la capitale – che riuniva il suo pensiero espresso nella rivista «Critica e azione» nel febbraio del 1908 e gli articoli scritti per la «Voce» tra il 1908 e il 1909; la seconda contro i “cristianucci” – una rielaborazione degli articoli apparsi su «Leonardo» e le considerazioni contenute nelle Memorie d’Iddio (1911) e nell’Altra metà (1912); l’ultima contro Benedetto Croce. Tra le grida e le proteste del pubblico, Papini espose fino alla fine il suo atto d’accusa contro “l’urbe di tutte le rettoriche”, “brigantesca e saccheggiatrice”, una città povera d’ingegno e capacità artistiche, nella quale la presenza della sede papale e delle accademie osteggiava ogni fermento originale e innovativo. Un documento di significativa importanza storica e sociale, un attacco alla casta dell’epoca, che i problemi e le polemiche dell’oggi rendono estremamente attuale.
Maria Monteleone e Licia Ferro (a cura di) – Miti romani. Il racconto
II libro narra i miti elaborati dai romani per costruire memoria di un passato, quello delle origini, privo di documentazione eppure necessario all’identità del popolo e della città. I racconti seguono l’ordine cronologico attribuito loro dagli stessi romani e sono divisi in cinque sezioni: Il tempio dei fauni e degli aborigeni; La fondazione della stirpe; La fondazione della città e del popolo; La fondazione delle istituzioni; La fondazione dei costumi degli antenati. Ogni sezione ha una breve introduzione-guida. II punto di vista prediletto per la narrazione è quello interno alla cultura romana, in modo che affiorino di volta in volta i modelli culturali di cui i miti sono espressione. Le autrici hanno cercato di essere mediatrici culturali più che semplici affabulatrici, e per questo all’interno dei racconti sono inserite brevi spiegazioni che, però, non diventano mai trattazioni erudite o specialistiche. Il registro utilizzato infatti è sempre narrativo, teso a rendere scorrevole e piacevole la lettura.
Bryan Ward-Perkins – La caduta di Roma e la fine della civiltà [Epub – Mobi]
Roma non è caduta. O almeno cosi dicono le più recenti teorie storiografiche. La transizione al dominio germanico sarebbe stata graduale e pacifica, risultato di una progressiva integrazione delle popolazioni del nord, vitali ma primitive, nel grande organismo imperiale, raffinato e ormai prossimo all’esaurimento. II loro mescolarsi avrebbe dato vita a una nuova era di positive trasformazioni culturali. Niente affatto, sostiene Bryan Ward-Perkins. Ma quale integrazione, quale proficua sistemazione delle popolazioni esterne entro i confini dell’impero! “I Germani che invasero l’impero d’Occidente occuparono o estorsero con la minaccia della forza la massima parte dei territori in cui si stabilirono, senza alcun accordo formale sulla divisione delle risorse con i loro nuovi sudditi romani. Dovunque si abbiano testimonianze di una certa ampiezza, la norma era indubbiamente la conquista o la resa alla minaccia della forza, e non un accordo pa