Archivi tag: Rivoluzione russa
Victor Serge – Memorie di un rivoluzionario
Aleksandra Kollontaj – Vivere la rivoluzione
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AA.VV. – Sfumature di rosso. La Rivoluzione russa e la politica italiana del Novecento
Volin – La rivoluzione sconosciuta
Questa ristampa del libro «La Rivoluzione Sconosciuta», vede la luce per la necessità di offrire finalmente al lettore italiano, la prima edizione integrale. Per il resto il volume rimane tal quale la prima edizione italiana, note, indici e bibliografia compresi. Ci sia permessa tuttavia qualche considerazione. L’opera si presenta da sé. Il lettore attento e non prevenuto troverà in essa il drammatico epilogo di un dibattito iniziato organicamente nella Prima Internazionale. Lo scontro tra Marxisti ed Anarchici, nella Rivoluzione Russa, si sposta dalla Teoria alla Pratica delle realizzazioni rivoluzionarie. La polemica teorica diventa scontro armato. Scontro armato preparato e consumato fino in fondo da Lenin e Trotzki, contro dei rivoluzionari colpevoli di aver voluto trasferire nella pratica gli insegnamenti federalisti e libertari che pian piano i Consigli dei lavoratori russi, stavano assumendo quale forma diretta di gestione della Società. Il massacro dei rivoluzionari che ne seguì, opera veramente allucinante di invasati dittatori, costituisce ad un tempo la vergogna più grande del marxismo e la sua definitiva condanna come teoria rivoluzionaria. Le previsioni di Bakunin, sugli sbocchi di una rivoluzione autoritaria condotta e gestita sui presupposti del centralismo, purtroppo nella rivoluzione russa trovano piena conferma. Lo Stato, anche se si autodefinisce proletario, è sempre, per sua natura uno strumento repressivo.”
G. P. Maximoff – Gli anarcosindacalisti nella rivoluzione russa
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Arthur Lehning – Marxismo e anarchismo nella rivoluzione russa
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Contributi critici sulla Rivoluzione russa
Cari amici di LDB,
manca ormai meno di una settimana all’uscita della prima messe di consigli rivoluzionari. Il programma di questo progetto lo trovate qui.
Nel frattempo vi propongo una breve serie di contributi critici.
Prima la parola alla difesa:
1) Luciano Canfora: Pensare la rivoluzione russa
2) Fusaro e Canfora: Elogio della rivoluzione russa
3) Domenico Losurdo: Rivoluzione d’Ottobre e democrazia
E’ un articolo piuttosto lungo che potete leggere a questo LINK
4) Michele Prospero: L’irreversibilità dell’Ottobre russo
Potete leggere a questo LINK
Tutti questi interventi vertono su un punto fondamentale: non si può espungere la rivoluzione russa dalla storia del novecento.
5) Per quanto riguarda l’accusa, tra i tanti testi propongo, su segnalazione del compagno Grattacielo, un articolo di Michael Walzer. Nella sua relativa brevità può essere quasi considerato una summa del pensiero (e della condanna) liberale della rivoluzione russa (e di qualsiasi rivoluzione in generale).
Lo potete leggere cliccando su quest’altro LINK
Se avete anche voi contributi da proporre usate i commenti.
Vi auguro buona lettura e buone visioni
Francis Spufford – L’ultima favola russa
È con un punto di vista originalissimo, che Francis Spufford racconta la storia dell’Unione Sovietica tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Una serie di personaggi veri e inventati si muovono sullo sfondo di vicende storiche ben documentate per darci il quadro generale di un periodo intricato, spesso falsato dalla propaganda politica: la corsa dell'”economia pianificata” in gara con quella americana per il primato di ricchezza e progresso. Il racconto comincia con un personaggio reale, Leonid Kantorovic, matematico geniale, premio Nobel per l’economia: è il 1938, il giovane Leonid è a Mosca, in tram, pensa a come ottimizzare la produzione di compensato e… a come comperarsi un paio di scarpe nuove. Un altro personaggio ben noto, Nikita Krusciov, sta sorvolando l’Atlantico con un Tupolev, diretto per la prima volta negli Stati Uniti, quando si accorge che c’è il rischio di un incidente diplomatico già all’aeroporto di Washington… E poi le storie, tragiche, comiche, tragicomiche, di Emil, Galina, Fyodor, Zoya, personaggi “inventati ma veri”, che rappresentano la generazione stregata dalla promessa del “radioso avvenire”. Fino al 1968, quando Zoya viene espulsa dal laboratorio di ricerca di Akademgorok, sul mare di Ob’, per aver firmato una lettera di protesta pubblicata dal “New York Times”. L’autore racconta la storia di un’idea con un tono leggero, spesso ironico: il dramma di un popolo che crede nelle favole prende forma da solo, senza bisogno di enfasi o di scene tragiche.