In polemica con l’imperante qualunquismo ideologico relativista, una voce fuori dal coro difende un uso cauto del metodo scientifico, sostenendo la validità della tradizione laica razionalista della cultura occidentale.
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Diego Marconi – Per la verita. Relativismo e filosofia
In questi ultimi anni, il dibattito pubblico si è occupato di verità e relativismo: alcuni hanno sostenuto che solo un sano relativismo permette di evitare l’intolleranza e di mettere un freno alle pretese oppressive del fondamentalismo, altri hanno rivendicato i diritti della verità e messo in guardia contro la deriva nichilista del relativismo. Due fatti politici di grande portata hanno condotto a questo: da un lato l’esplosione di aggressività antioccidentale di frange del mondo islamico; dall’altro la forte influenza degli ambienti religiosi piú reazionari. Questi fatti hanno innescato una discussione non proprio serena, in cui i partigiani della verità venivano fatti passare per fondamentalisti se non per terroristi, e i sostenitori del relativismo venivano a loro volta accusati di essere complici del terrorismo. Diego Marconi prova a leggere questo dibattito alla luce della riflessione filosofica sul concetto di verità – di cui si è a lungo occupato – nel tentativo di fare ordine e di chiarire aspetti che le frettolose semplificazioni dei giornali tendono a dimenticare. Nella convinzione che, laddove i filosofi abbiano una effettiva competenza – ed è il caso dei problemi della verità e del relativismo – il loro intervento possa fare qualche differenza per la percezione pubblica di problemi di un certo rilievo.
Diego Marconi – Il mestiere di pensare
La filosofia è ormai un’attività praticata non da pochi saggi, ma da migliaia di professionisti in tutto il mondo. Come sempre avviene, la professionalizzazione porta con sé un’intensa specializzazione. Una prima conseguenza è che una buona parte di ciò che i filosofi scrivono è comprensibile a pochi. Una seconda conseguenza è che – come avviene nelle scienze naturali e in matematica, ma anche nelle scienze sociali – molti filosofi sembrano occuparsi di problemi minuti e questioni di dettaglio, interne ai programmi di ricerca di cui il pubblico colto ha solo un’idea approssimativa. Ciò significa che la filosofia ha rinunciato a rispondere alle Grandi Domande che, secondo un’immagine molto diffusa, hanno costituito in passato la sua ragion d’essere? E ha inoltre rinunciato a rivolgersi alla generalità degli esseri umani, come sembra proprio della sua specifica vocazione? Lo specialismo e il tecnicismo non sono forse in contraddizione con la natura stessa della filosofia? In questo libro, un convinto sostenitore del professionismo filosofico ne difende le motivazioni pur senza minimizzarne i rischi, proponendo alcuni rimedi.