La Psicologia delle folle, edita nel 1895, costituì e costituisce tuttora una vera e propria miniera d’oro per chi vuole comprendere il comportamento della folla. Lenin, Stalin, Hitler lessero meticolosamente l’opera di Le Bon e l’uso di determinate tecniche di persuasione nella loro dittatura trarre ispirazione dai suoi consigli.
“Ogni bugia, se ripetuta frequentemente, si trasformerà gradualmente in verità”, Hitler.
Perfino Mussolini fu un fervido ammiratore dell’opera dello psicologo francese: “Ho letto tutte le opere di Le Bon”, diceva, “e non so quante volte abbia riletto la sua Psicologia delle folle. E’ un’opera capitale alla quale ancora oggi spesso ritorno”
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Skinner, B.F. & Evans, R.I. – B. F. Skinner. L’uomo e le sue idee
L’uomo è o no, in una certa misura, un costruttore di se stesso, invece di essere semplicemente un prodotto di forze che non può modificare? Oltre che cedere al condizionamento, può anche resistervi? Questi problemi sono tra i più impegnativi che l’uomo possa porsi. In questo libro Skinner risponde alle questioni postegli da un congeniale interlocutore e fornisce al profano la migliore esposizione esistente delle sue più recenti idee.
Paola Marion – Il disagio del desiderio. Sessualità e procreazione nel tempo delle biotecnologie
Alexander Lurija – Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla
Un viaggio affascinante nei meandri della mente di un uomo che non riusciva a dimenticare nulla di tutto ciò che percepiva. Un uomo straordinario in cui ogni suono, ogni immagine, ogni informazione, comunque percepita, viene trasformata in un codice « visivo » indelebile; un mondo in cui i colori hanno un sapore, le voci un colore e l’immaginazione è così potente da modificare la frequenza cardiaca e la temperatura corporea… La storia, dunque, di un uomo dotato di una memoria prodigiosa che invade tutto il suo mondo, condizionandone lo stile di vita, la personalità, e rendendo spesso impercettibili i confini tra realtà e fantasia. Questi i tratti essenziali di un « ritratto non immaginario » che Lurija ha analizzato in una ricerca durata quasi trent’anni. Eppure, questo piccolo libro non è solo una straordinaria cronaca clinica. Dietro una prosa quasi letteraria, inusuale per la trattazione scientifica, emerge infatti una rigorosa lezione metodologica ed un fondamentale contributo per tutta la psicologia. Il libro analizza l’organizzazione funzionale di una memoria eccezionale, mettendone a fuoco le complesse interrelazioni con i diversi sistemi neuropsicologici ed il ruolo centrale che svolge lo sviluppo straordinario della sinestesia. Lo studio dei meccanismi che consentono di fissare ogni traccia in modo praticamente indelebile sposta gradualmente l’attenzione verso i rapporti tra memoria e linguaggio, memoria e organizzazione del pensiero. Emergono così i condizionamenti, a prima vista impensabili, che una memoria tanto eccezionale esercita su tutta l’attività psichica e sulla personalità dell’uomo che ne è dotato. Proprio nell’analisi di queste complesse interrelazioni e nell’esigenza di cogliere il valore dei singoli segni solo all’interno del sistema come unità, cioè dell’uomo come essere sociale, ritroviamo il contributo fondamentale di questo piccolo libro. Un libro che tenta, come ci dice lo stesso Lurija, « i sentieri scoscesi, difficilmente accessibili, di una psicologia della personalità che appartiene ancora al futuro». (G. C.).
Eugenio Borgna – Le parole che ci salvano
Rob Brotherton – Menti sospettose. Perché siamo tutti complottisti
Loro cercano di controllarci. Ci fanno credere che viviamo in società libere e democratiche e che siamo i padroni del nostro destino, ma non è così, lo sappiamo bene. Ci nascondono la verità. Basta grattare sotto la superficie: l’omicidio di Kennedy, i vaccini, l’11 settembre, gli UFO, le scie chimiche, l’uomo sulla Luna, Bin Laden, i massoni, Lady D, gli Illuminati, Elvis Presley, il Nuovo Ordine Mondiale, i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, i rettiliani… Ovunque si guardi è evidente che c’è un piano colossale per manipolarci. Cosa si nasconde dietro le più articolate teorie del complotto e, soprattutto, chi sono i complottisti e come è possibile che così tante persone possano credere anche alle più ardite e immaginarie speculazioni?Rob Brotherton, che da anni studia come funziona la «mentalità complottista», analizza in questo libro, accattivante, ironico, e anche un po’ inquietante, i motivi per cui le nostre menti ci inducono tanto spesso a credere a cose implausibili, non provate e, soprattutto, in nessun modo provabili. Il fatto è che queste storie si adeguano perfettamente a certi circuiti mentali che – volenti o nolenti – tutti noi ci portiamo dentro, confortando le nostre paure più profonde, i nostri desideri più nascosti e il nostro stesso modo di interpretare il mondo. La psicologia del complotto è affascinante e svela molto su noi stessi e su come sono costruite le nostre menti. I complottismi non sono aberrazioni psichiche di pericolosi sociopatici, sono il prodotto del funzionamento del nostro cervello e la radice stessa del verbo «credere». Magari saranno in pochi a credere che il presidente degli Stati Uniti sia un mutaforma rettiliano (ma certamente sono più di quanti vorremmo che fossero!), ma sono ancora milioni (e continuano a crescere) coloro che credono alla correlazione tra autismo e vaccini (è dimostrato chiaramente che non ci sia, tanto per essere chiari).
Grazia Attili – L’amore imperfetto. Perché i genitori non sono sempre come li vorremmo
Madri accoglienti o intrusive, distanti o iperprotettive, madri fredde o incoraggianti, madri che sbagliano: amor di madre o “mal di madre”? Le madri possono essere molto diverse da come ce le aspetteremmo: possono assicurare il benessere psicologico dei figli ma anche arrecare loro gravi danni psicologici, o addirittura essere così violente da ucciderli. Dove affonda questa ambivalenza? E i padri? Padri autorevoli, autoritari, assenti, padri “mammo”. Quanto è cambiato questo ruolo nel corso della storia? E come mai è così diverso da quello materno?
Giovanni Liotti & Benedetto Farina – Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa
Recenti indagini epidemiologiche segnalano la relazione tra l’esperienza di traumi psicologici nell’infanzia e diversi disturbi psicopatologici nell’età adulta, caratterizzati Il volume descrive in dettaglio e con numerosi esempi cImici i differenti sintomi con cui i processi dissociativi possono manifestarsi e tratta diffusamente le linee guida che devono ispirare a psicoterapia di tutti i disturbi riconducibili allo sviluppo della personalità in contesti relazionali traumatici.
Giovanni Jervis – Il mito dell’interiorita
Negli ultimi trent’anni è cambiata l’antropologia di base delle scienze umane. L’immagine dell’uomo ha dovuto fare i conti con un nuovo naturalismo, che ha portato a compimento il processo di decentramento della soggettività iniziato con Copernico e Galileo e proseguito con Darwin e Freud. Un presupposto metodologico che era stato dato per autoevidente, quello dell’assoluta diversità della natura umana rispetto a quella animale, è andato definitivamente in frantumi. In questo quadro, la psicologia scientifica è giunta a risultati talora apparentemente paradossali. La psicologia intuitiva – ci spiega questo libro – è come l’astronomia intuitiva: come siamo inclini a credere che il Sole giri intorno alla Terra e che la Terra stia al centro dell’universo, così anche l’autocoscienza umana viene presa intuitivamente come un dato primario. E ormai non è più sufficiente a correggere questa ingenuità il ricorso all’inconscio di Freud. In panni da antimaestro illuminista, Giovanni Jervis scandaglia qui senza dogmatismi le complessità della «scienza della mente», esplorando alcuni temi all’intersezione di psicologia e filosofia: l’inconscio, la coscienza, l’identità, l’io, la persona. Un’esplorazione che ci svela i miti, i riti e le retoriche dell’interiorità.
Giovanni Jervis – Contro il sentito dire. Psicoanalisi, psichiatria e politica
Giovanni Jervis è stato un medico-psichiatra originale e rigoroso, un raffinato studioso della psicoanalisi e una presenza critica costante nel dibattito culturale e politico italiano dell’ultimo mezzo secolo. Queste tre dimensioni del profilo di Jervis costituiscono l’impalcatura di Contro il sentito dire: una scelta di saggi, articoli e interventi in cui il bilancio di cinquant’anni di psichiatria e psicoanalisi s’intreccia inestricabilmente con il progetto di ricavare dalle scienze psicologiche validi strumenti di analisi per ragionare su temi sociali e politici. Il nesso che viene istituito fra i concetti di responsabilità, individualismo e cooperazione si collega organicamente alla polemica contro la mentalità relativistica. Jervis, infatti, rifacendosi alle posizioni Ernesto de Martino, di cui fu allievo, sostiene che il relativismo non è in effetti basato su un atteggiamento di tolleranza e di pluralismo, ma piuttosto sulla tendenza a trascurare dati, fatti e verifiche. Polemizzando con questa tendenza, negli ultimi anni della sua vita Jervis ha difeso tenacemente un uso cauto del metodo scientifico, sostenendo la validità della tradizione laica e razionalista della cultura occidentale e sforzandosi di porre su nuove basi la demarcazione fra le idee della sinistra e le ideologie della destra.