Alberto De Bernardi – Operai e Nazione. Sindacati, operai e stato nell’Italia fascista

Qualunque studioso si accinga ad intraprendere lo studio del sindacalismo fascista, interessato ad analizzare la complessità del sistema delle relazioni industriali e dei rapporti tra lavoratori e stato durante il fascismo, non può non rimanere sorpreso dall’immagine di queste organizzazioni di massa offerta dall’indagine storiografica: l’immagine sbiadita e incerta di un’istituzione che ha progressivamente perduto persino la dimensione e il significato di un oggetto di ricerca, soprattutto man mano che ci si allontana dalle sue origini e da quel fatidico 1926, assunto a spartiacque invalicabile della storia del movimento operaio

Progetto Fascismo 2019. Sezione A – Storia generale del fenomeno fascista


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Cari amici di LDB, buona festa della Liberazione.

Iniziamo oggi il progetto Fascismo 2019, il più vasto dalla nascita di LDB per numero (e speriamo per qualità) di consigli. Come già annunciato nel piano del progetto (se non lo avete ancora letto, potete farlo a questo link) l’uscita dei consigli avverrà per sezioni tematiche.

Partiremo dunque con la Storie generali del fascismo:dalla crisi che porta l’Italia nella prima guerra mondiale, vero crogiolo nel quale si formano le ‘armi del fascismo’, fino alla tragica avventura della repubblica di Salò e al rovinoso crollo che oggi noi tutti per fortuna festeggiamo.

Da Tasca ad Alatri, da Salvatorelli-Mira al quasi omonimo Santarelli, da Seton-Watson a Catalano. Visioni diverse della realtà che portano inevitabilmente a diverse interpretazioni del fenomeno fascista. Visioni diverse che abbiamo cercato di rappresentare nella maniera più completa possibile. A voi lettori decidere in quale quantità questo proposito sia stato assolto.

Ringrazio tutti gli amici che hanno e stanno partecipando a questo progetto: irmaladolce,apernod,charlie,dilmun e progvolution. Spero che altri amici si aggiungeranno presto. E ringrazio di cuore coloro che hanno donato, permettendo al curatore di rendere ancor più ricca l’offerta.

Per tutti coloro che vogliono continuare a farlo, o per quelli che vogliono contribuire per la prima volta, lascio queso apposito banner con link incorporato:

Ricordo che LDB è un progetto unico nel panorama italiano: per sostenersi conta esclusivamente sulle donazioni di voi appassionati. Per questo ogni contributo è linfa vitale per il presente e il futuro del nostro sito.

Ovviamente, buone letture!

Nat

 

 

Luigi Salvatorelli, Giovanni Mira – Storia d’Italia nel periodo fascista

Indice: I. Il dopoguerra II. Nitti e Giolitti III. La marcia su Roma IV. La dittatura V. L’Aventino VI. L’era Federzoni VII. Il regime fascista VIII. Il Patti del Laterano e il Decennale IX. Lo stato corporativo X. Fuoriusciti e cospiratori XI. Politica estera mussoliniana XII. Fascismo e nazismo XIII. L’impresa etiopica XIV. L’Asse Roma-Berlino XV. La guerra nazifascista XVI. La Resistenza e la liberazione. Indice dei nomi.

Angelo Tasca – Nascita e avvento del fascismo. Volume 1

Pubblicata in Italia per la prima volta nel 1950, “Nascita e avvento del fascismo” è da tempo considerato un classico della storiografia sul fascismo. Per due ragioni. Prima di tutto Tasca ha sconfessato l’idea del fascismo come fenomeno unitario. Il fascismo non è un soggetto di cui basti ricercare gli attributi, ma la risultante di tutta una situazione dalla quale non può essere disgiunto. In secondo luogo, il fascismo viene considerato non semplicemente “un organo di combattimento della borghesia”. Il fascismo (ancora attivo in Italia, al momento in cui Tasca scrive) è “anche un movimento sociale”. E la difficoltà che la sinistra allora incontrò, in tutte le sue frange, fu proprio l’incapacità di “leggere” il fenomeno fascista nella sua natura proteiforme e diffusiva. Una difficoltà che per questioni ideologiche e di opportunismo, dopo la Liberazione, ha riguardato molti storici.

Angelo Tasca – Nascita e avvento del fascismo. Volume 2

Pubblicata in Italia per la prima volta nel 1950, “Nascita e avvento del fascismo” è da tempo considerato un classico della storiografia sul fascismo. Per due ragioni. Prima di tutto Tasca ha sconfessato l’idea del fascismo come fenomeno unitario. Il fascismo non è un soggetto di cui basti ricercare gli attributi, ma la risultante di tutta una situazione dalla quale non può essere disgiunto. In secondo luogo, il fascismo viene considerato non semplicemente “un organo di combattimento della borghesia”. Il fascismo (ancora attivo in Italia, al momento in cui Tasca scrive) è “anche un movimento sociale”. E la difficoltà che la sinistra allora incontrò, in tutte le sue frange, fu proprio l’incapacità di “leggere” il fenomeno fascista nella sua natura proteiforme e diffusiva. Una difficoltà che per questioni ideologiche e di opportunismo, dopo la Liberazione, ha riguardato molti storici.

Paolo Alatri – Le origini del fascismo

Paolo Alatri, storico e militante antifascista, ha fornito una illuminante ricostruzione, individuando i prodromi del fascismo negli anni di formazione dello stato unitario italiano, nelle mancanze e nelle storture di quella classe dirigente. Viene così inquadrata la questione delle origini del fascismo nella prospettiva storiografica dell’Italia contemporanea che, attraverso il Risorgimento, s’inserisce in un’Europa generalmente pervenuta ad un grado più avanzato di sviluppo sociale, economico e politico.

Enzo Santarelli – Storia del fascismo vol. I. La crisi liberale

Questo lavoro si propone di offrire a un largo pubblico, in un disegno unico, la ricostruzione e l’interpretazione del processo formativo ed evolutivo del fascismo in Italia e, al tempo stesso, di colmare una lacuna degli studi storiografici, sempre poco propensi ad affrontare l’intera vicenda del fascismo nazionale in quanto movimento e sistema politico. Un’opera imprescindibile per comprendere le radici sociali e culturali di un fenomeno su cui si deve ritornare, oggi più che mai.

Enzo Santarelli – Storia del fascismo vol. II. La dittatura capitalistica

Dopo aver ricostruito le motivazioni di fondo che portarono allo sfaldamento del sistema liberale post-risorgimentale, all’interno di un contesto mondiale di crisi economica profonda, Santarelli tratteggia il lungo periodo di successo e consenso del fascismo, puntando sul concetto di “dittatura capitalista”, insistendo cioè sull’elemento estremamente spregiudicato e moderno dell’ideologia e della prassi politica fascista.

Enzo Santarelli – Storia del fascismo vol. III. La guerra e la sconfitta

Dopo i fasti etiopici e l’illusione di un impero che era solo di cartone, l’Italia non era certo pronta ad affrontare una guerra impegnativa. Mussolini puntò tutto sulla rapidità del successo hitleriano. Molto presto questo avventurismo si rivelò come tale e portò l’Italia alla tragedia di una guerra mondiale che coinvolse tutta la popolazione, seminando però anche quei germi di riscatto e di liberazione che porteranno alla Resistenza, e poi alla Repubblica e alla Costituzione.

Christopher Seton-Watson – L’Italia dal liberalismo al fascismo 1870-1925. Volume I

«Fra le storie d’Italia attualmente in circolazione, quella di Christopher Seton-Watson è l’unica che comprenda  l’intero arco cronologico dell’esperienza liberale: da Roma capitale fino al definitivo stabilirsi della dittatura fascista. E anche, nonostante gli oltre trent anni trascorsi dalla sua pubblicazione, una delle ricostruzioni più complete ed equilibrate di cui ancor oggi sia dato disporre. Collocandosi nel solco di una tradizione “italofìla” tipica della cultura liberale inglese, l’autore guarda all’oggetto della sua ricerca con dichiarata simpatia. Non tace sulle carenze di fondo e sulla permanente precarietà della costruzione unitaria: ma non la giudica secondo i parametri di un irriproducibile modello anglosassone. Soprattutto non considera l’approdo al fascismo come il risultato scontato di quelle carenze e di quella precarietà. Il giudizio complessivo sotteso a questa Storia si avvicina dunque a quello formulato dalla storiografia liberale italiana. Con tutti i suoi limiti la classe dirigente nata dal Risorgimento riuscì nei suoi compiti principali: assicurare al paese un progresso “lento ma sicuro”, fondare una tradizione liberal-rappresentativa capace di sopravvivere al fascismo e di riproporsi nelle istituzioni dell’Italia repubblicana».