Paul Bushkovitch – Breve storia della Russia. Dalle origini a Putin

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Breve storia della Russia ricostruisce non solo la storia politica ma anche gli sviluppi nel campo della letteratura, dell’arte e della scienza della Russia; ritrae cosí protagonisti di grandezza assoluta – Tolstoj, Cechov e Mendeleev, per esempio – nei loro contesti storici e istituzionali. Benché la Rivoluzione del 1917, il successivo sistema sovietico e la guerra fredda siano stati momenti cruciali della storia russa e mondiale, merito specifico dell’autore è di presentare anche le epoche precedenti in tutta la loro complessità e ricchezza storica e culturale.

Marco Natalizi – Il burattinaio dell’ultimo zar

Il burattinaio dell'ultimo Zar

Nel momento più tragico di un Impero, un pellegrino, lussurioso e astuto, emerge dalla più profonda provincia siberiana e muove alla conquista di un pezzo di paradiso: il suo nome è Grigorij Efimovic Rasputin. Si presenta come carismatico mistico nei più esclusivi salotti di San Pietroburgo al cospetto di una generazione di russi disorientati. Lui si considera un santo. E molti lo vedono così. C’è però anche chi io ritiene un ambiguo contadino ignorante. Quale potere ha esercitato alla corte dello Zar e nell’Impero il “monaco errante”? Di quali protezioni gode? Di quali alleanze si serve? Quale è stato il suo ruolo nella catastrofe che, pochi mesi dopo la sua morte, travolge i Romanov? Accostarsi a Rasputin, a cento anni dalla sua tragica fine, significa avvicinare una leggenda.

Andrej Amal’rik – Rasputin. Il « monaco nero » e la corte dell’ultimo zar

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Nessun personaggio della storia russa è avvolto nel mito come Gregorij Rasputin. Contadino semianalfabeta divenne un influente consigliere dello zar. Questo libro ne traccia la storia facendo un mirabile lavoro di ricerca, raccontato con lo stile di un romanzo. Profeta veggente, devoto, ma anche dedito ai piaceri del corpo, Rasputin fu al centro di grandi scandali che coinvolsero la famiglia imperiale e il destino di un impero ormai avviato al declino. Il misticismo demoniaco di Rasputin influenzava le scelte politiche dello zar, mentre l’aristocrazia tentava le ultime inutili mosse per riprendere il potere. Questo libro è un avvincente galleria di personaggi, protagonisti di una storia che viene raccontata per la prima volta con attenzione alla religiosità russa, ai suoi miti e leggende.

Félix Yussupov – Dalla corte all’esilio. Memorie dell’uccisore di Rasputin

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L’assassinio, avvenuto a San Pietroburgo il 29 dicembre 1916, venne fatto passare per un delitto politico; il suo autore, che sicuramente agì d’intesa con altri congiurati e con potentissimi protettori dell’ambiente di corte (se la cavò, infatti, senza nemmeno un processo, con una mitissima pena all’esilio in campagna), sostenne di aver voluto liberare lo zar, e soprattutto la zarina, Alessandra Fedorovna, dall’influenza di Rasputin, giudicato un intrigante senza scrupoli che, con il suo ascendente sulla coppia imperiale, stava trascinando la Patria alla rovina. Felix Yusupov era un omosessuale che non riusciva ad accettare la propria condizione (benché studi recenti abbiano dimostrato come essa fosse diffusissima nella “gioventù dorata” cui egli apparteneva e specialmente nel prestigioso reggimento Preobrazhenskij della Guardia imperiale, al quale apparteneva, al punto che lo si definiva, dietro le quinte, “il reggimento degli omosessuali”, e tale era anche il suo nobilissimo comandante). Secondo alcuni studiosi, si sarebbe rivolto a Rasputin proprio perché lo aiutasse a risolvere il suo problema di identità sessuale.

La comune di Parigi. Centenario Rivoluzione russa 1917-2017 – prima sezione

PIANO DEL PROGETTO

Cari amici di LDB, ci siamo: dopo tanta fatica è arrivato il momento. Come da progetto (se non l’avete fatto, leggete il piano del programma linkato qui sopra ) inizieremo con una selezione dedicata alla Comune di Parigi.

Dietro gran parte di queste proposte c’è l’impegno del compagno Grattacielo, che mi preme ringraziare particolarmente: in questi mesi di lavoro è sempre stato presente e puntuale nei consigli come nelle critiche. Semplicemente, senza il suo aiuto, materiale e morale, questo lavoro non avrebbe mai visto la luce.

Ricordo, come sempre, che è possibile sostenere questo blog con una donazione in denaro a questo LINK DONAZIONE, oppure condividendo a vosta volta materiale con il blog.

Tornando alla Comune, meglio lasciare la parola allo stesso Lenin:

IN MEMORIA DELLA COMUNE

Quarant’anni sono passati dalla proclamazione della Comune di Parigi. Con comizi e manifestazioni il proletariato francese ha commemorato, come d’uso, gli artefici della rivoluzione del 18 marzo 1871. Negli ultimi giorni di maggio, esso andrà nuovamente a deporre corone sulle tombe dei comunardi fucilati, vittime dell’orribile « settimana di maggio » e a giurare ancora una volta di combattere senza tregua fino al trionfo completo delle loro idee, fino alla completa realizzazione dell’opera che ci hanno affidata. Continua a leggere

Prosper-Olivier Lissagaray – Gli ultimi giorni della Comune

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Accadde il 18 marzo del 1871. Il popolo parigino insorse e, respingendo come indegno qualunque tentativo di imporre alla Francia un nuovo regime monarchico, conquistò sulle barricate il diritto di scegliere il proprio destino. Nacque così la Comune di Parigi: un esaltante esperimento rivoluzionario che, sventolando la bandiera rossa, in un pugno di mesi riuscì nell’impresa di sostituire l’esercito con una milizia cittadina, di farla finita con l’ingerenza ecclesiastica negli affari dello Stato, di introdurre il diritto universale all’istruzione e di riconoscere ai funzionari pubblici lo stesso salario percepito dagli operai. Tutto questo fino al maggio del 1871, quando le forze della reazione scatenarono sulla capitale francese un’offensiva senza precedenti. Un bagno di sangue che costò la vita a decine di migliaia di rivoltosi, fucilati dai soldati nemici. Giorni terribili che videro tra i loro protagonisti lo stesso Prosper-Olivier Lissagaray che, ne “Gli ultimi giorni della Comune”, racconta la gloria della resistenza di Parigi, le grandi conquiste ottenute dalla rivoluzione e il valore delle donne e degli uomini che donarono la propria vita alla causa della libertà.

Alistair Horne – L’assedio e la Comune di Parigi. 1870-1871

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Il Secondo Impero crolla, Napoleone III viene fatto prigioniero e la Francia proclama la Terza Repubblica: è la vittoria delle armate di Bismarck che entrano vittoriose in una Parigi che tenta inutilmente di resistere all’assedio. E poi gli incandescenti giorni della Comune. Le conseguenze politiche e sociali dell’assedio prussiano, le cause dell’insurrezione e la sua repressione nel sangue vengono analizzate da Alistair Horne in quella che è la più completa ricostruzione storica degli avvenimenti parigini del 1870-1871, con lo stile e la passione di una grande narrazione.

Karl Marx – La guerra civile in Francia

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L’analisi storica delle vicende che portarono alla rivoluzione della Comune parigina si intreccia con la demolizione spietata di Thiers e degli uomini del governo di Versailles, con l’esaltazione vibrante e talora ispirata della Comune e del suo significato, con la difesa appassionata della sua opera e con la raffigurazione, densa di contenuto teorico, di come si sia venuto formando lo Stato della borghesia e di come si presenti il potere operaio attraverso la Comune.

Giuliana Pistoso – La Comune di Parigi

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Molti oggi parlano della Comune, ma pochi sanno di usare un’antica formula che diceva: “Noi giuriamo di difendere le libertà municipali con la nostra forza comune…” La Comune quindi è un giuramento: anzi, secondo l’espressione usata dai giacobini del 1792, una “sacra congiura”. Infatti, è difficile immaginare qualcosa di più “sacro” della lotta del popolo di Parigi nella primavera del 1871. Uscito stremato dall’assedio prussiano dell’inverno precedente, esso si era trovato ad urtare contro il secolare problema francese di una provincia clericale e contadina che, invece di pensare alla ricostruzione del paese dopo la sconfitta, mirava solo a colpire ancora di più la capitale, di cui temeva la forza rivoluzionaria. I parigini, quindi, furono costretti e spinti ad una rivolta che non avevano cercato.

L’impegno con cui accettarono di vivere quei momenti ne viene perciò ancor più nobilitato, ed è su questa consapevole accettazione del proprio ruolo storico da parte di ogni singolo comunardo che l’Autrice ha voluto porre l’accento.