Walter Gerard – La rivoluzione russa

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Un conservatorismo ottuso aveva mantenuto la Russia in uno stato di assoluta immobilità, quando in Europa il progresso economico e sociale era ormai da tempo in atto. Inetto e autoritario, questo conservatorismo si autodistruggeva cercando di soffocare qualsiasi voce di protesta, mentre non riusciva a impedire il successo e l’influsso di una letteratura vigorosa che a cominciare da Gogol aveva messo a nudo il tormento e l’oppressione del popolo russo su temi che riapparvero nelle opere di Dostoevskij, di Tolstoj, di Herzen, di Saltykov-Scedrin, di Korolenko, dello stesso Cechov, assetato di impegno sociale, e di Gorkij, pieno di impeti di rivolta, per ricordare soltanto i più famosi.

Tutto poteva accadere in Russia, ma pochi si aspettavano che la rivoluzione proletaria trovasse proprio lì la sua culla e la sua ideologia. I teorici della rivoluzione contavano comunque più su una base operaia che contadina. La Russia smentì questa tesi e in due momenti, con la rivoluzione di febbraio e quella di ottobre, costituì il primo Stato Socialista.

Si è scritto molto su questo evento e molto si scriverà ancora. Gérard Walter in questo volume fa un’analisi essenziale degli avvenimenti, riferendo testimonianze di altissimo valore, su documenti inoppugnabili, dando vita a un’opera che per rigorosità e obiettività di indagine va con pieno merito a collocarsi tra gli studi di maggiore importanza dedicati al più grande evento storico-sociale del nostro secolo.

Anastas Mikojan – Dallo zarismo alla guerra civile

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Anastas Mikojan è senza dubbio una delle figure più rappresentative della rivoluzione russa e dell’Unione Sovietica ed è anche, insieme con Vjaceslav Molotov, l’unico superstite della vecchia guardia bolscevica. Armeno di nascita, partecipò al movimento rivoluzionario nel Caucaso, fu poi tra gli uomini politici più in vista nei quarant’anni successivi. Più volte ministro, fu uno dei protagonisti del XX Congresso, poi presidente dell’URSS dal 1964 al 1965. In questo libro che contiene i suoi ricordi fino al 1920, si passano in rassegna i grandi avvenimenti politici e sociali che si svolsero nel Caucaso prima, durante e dopo la rivoluzione, nel corso della lotta per il potere dei soviet, e sfilano dinanzi al lettore una serie di notevoli figure di rivoluzionari con i quali l’autore visse e combattè in quel durissimo e glorioso periodo: Ordžonikidze, Kirov, Frunze, Kujbyšev, Elena Stasova. Una parte importante del libro è dedicata alla storia eroica e tragica della comune di Bakù e alla vicenda dei 26 commissari bolscevichi che furono fucilati dalle truppe inglesi sbarcate nel Caucaso a sostegno dei « bianchi ». Mikojan, che conobbe la durissima scuola del lavoro clandestino nelle organizzazioni di partito della Transcaucasia sotto l’occupazione britannica, parla in modo avvincente di quei difficili anni rivoluzionari e rievoca magistralmente il suo primo incontro con Lenin e le straordinarie qualità dell’uomo che guidò alla vittoria la prima rivoluzione socialista.

Jean-Paul Ollivier – Quando farà giorno, compagno? Storia della Rivoluzione d’Ottobre

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Il grande merito di Jean-Paul Ollivier è di portarci all’appuntamento di Pietrogrado attraverso i mille percorsi isolati che vi conducono. Entriamo così nel cuore della Storia avendone conosciuti tutti i protagonisti, tutti i partiti, tutte le idee. Il pericolo era di vedere la Rivoluzione d’Ottobre alla rovescia, attraverso le sue conseguenze, e di riconoscerne gli eroi alla luce di ciò che divennero in seguito. Prendendo in mano questo libro, il lettore deve rinunciare a tutto ciò che già conosce sull’argomento per scoprire, capitolo dopo capitolo, l’immenso avvenimento nel suo farsi. Invece di una retrospettiva, gli si offre una prospettiva, e così riuscita, che ne risulta il libro atteso da mezzo secolo: il grande libro del cinquantenario.    Gaston Bonheur

Michal Reiman – La rivoluzione russa dal 23 febbraio al 25 ottobre

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Con la narrazione della storia del­la rivoluzione russa — scrive M. Reiman — ho voluto inoltre arriva­re alla conferma di un’acquisizione metodologica; che, cioè, la scienza marxista non deve avere regioni proibite; non deve aver timore di descrivere il proprio avversario di classe o il proprio oppositore ideale così come essi furono, non deve cancellare dalla storia nessun avve­nimento, nessuna personalità ». Questa « acquisizione metodologi­ca » ha guidato il giovane storico cecoslovacco nel racconto degli av­venimenti che vanno dal 23 feb­braio al 25 ottobre 1917 in Russia. Il risultato è un quadro vivo e spre­giudicato degli otto mesi destinati a scuotere profondamente la storia del nostro tempo, che mette a fuoco, al di là di ogni intenzione apologe­tica e senza reticenze, il ruolo svol­to dai singoli dirigenti bolscevichi e dal partito nel suo complesso nel determinare il succedersi degli even­ti che culminarono con l’instaura­zione in Russia del primo Stato di dittatura del proletariato.
Quale fu il quadro sociale, econo­mico, politico in cui si svolse la ri­voluzione di Febbraio? quale ruolo ebbero le masse nelle fasi cruciali dell’anno ’17 e come modificarono i propri atteggiamenti i partiti po­litici spinti dall’incontenibile pres­sione del movimento popolare? co­me e quando si precisò la conce­zione politica dei bolscevichi? quali le tesi che distinguevano Lenin da Stalin, Lenin da Kamenev, Lenin da Trockij e quali erano i termini del dibattito nel partito bolscevico prima della rivoluzione d’Ottobre?

Alfred Rosmer – A Mosca al tempo di Lenin. Le origini del comunismo

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Dov’ era Rosmer? Era in Russia, a Mosca e a Leningrado soprattutto, dopo la Rivoluzione di Ottobre e prima della morte di Lenin. Epoca superba, in cui sembrando il mondo ricominciare, la storia comincia finalmente sulle rovine di un impero. Anche gli uomini che, ad un’altra estremità della terra, erano oppressi da sempre, credettero allora di essere liberati e pensarono di toccare con mano quelle che Liebknecht chiamava « le porte del cielo ».

Anton Pannekoek – Organizzazione rivoluzionaria e consigli operai

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Il libro offre una scelta di scritti di Anton Pannekoek, il più famoso esponente di quella sinistra olandese contro la quale Lenin scrisse il suo celebre opuscolo L’estremismo, malattia infantile del comunismo. In questa antologia vengono presentati alcuni temi di estrema attualità: dalla critica delle forme tradizionali di organizzazione della classe operaia (partiti, sindacati) e della loro azione di tipo parlamentare al progetto di nuove forme organizzative e di lotta della classe operaia, sia a livello politico sia a livello ideologico. I due articoli qui pubblicati La socializzazione e Lo sviluppo della rivoluzione mondiale e la strategia del comunismo scaturiscono dall’esperienza della rivoluzione tedesca del 1919, quando la classe operaia, che aveva cominciato ad organizzarsi, sull’esempio della rivoluzione russa, in soviet (consigli), si lasciò nuovamente illudere dalla borghesia di poter dirigere la società attraverso gli strumenti di un governo socialista. In realtà essa rinunciò così ad impadronirsi della produzione e ad organizzarla direttamente, preferendo delegare quel potere che aveva già conquistato a un partito e a un governo. Più di vent’anni dopo, e cioè nel 1946, Pannekoek scrisse I consigli operai (di cui pubblichiamo i primi tre capitoli, per la loro maggiore attualità): sulla base di un’analisi delle tendenze di fondo dello sviluppo capitalistico, che proprio nella sua compiuta espansione mondiale andrà incontro a violente crisi economiche. Pannekoek articola gli elementi fondamentali di una nuova strategia della lotta operaia (e proletaria in genere). Questa, fondata sulla rivendicazione fondamentale dei consigli, come mezzo di conquista e di gestione diretta dei mezzi di produzione, potrà utilizzare strumenti di lotta già sperimentati (come l’occupazione delle fabbriche, gli scioperi generali, ecc.) oppure elaborarne di nuovi, ma dovrà in ogni caso impegnarsi anche a combattere tutti quegli elementi culturali borghesi presenti tanto nella classe operaia, quanto negli altri strati sociali (come i contadini, e la piccola borghesia) che sono i suoi naturali alleati.

Arthur Rosenberg – Storia del bolscevismo

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Quest’opera di Arthur Rosenberg, uno dei testi fondamentali del dibattito politico e storiografico sulla teoria e sulla pratica del bolscevismo, si inserisce in quell’intreccio complesso e drammatico di rapporti tra movimento rivoluzionario e intellettuali europei tra le due guerre, in un alternarsi fra la volontà di partecipare alla lotta per la trasformazione sociale e politica del mondo e la difficoltà di collocarsi entro le organizzazioni politiche sorte per questo fine. L’ispirazione del libro è dettata dalla tradizione del marxismo tedesco, che con lo Spartakusbund era stato all’origine del Partito comunista di Germania: la presenza ideale della Luxemburg circola in tutta l’opera, nella concezione e nella critica del bolscevismo. Non è questa quindi un’indagine limitata all’esperienza dell’Ottobre russo, ma è piuttosto storia di un’idea, di una tendenza e di una organizzazione politica. Rosenberg scrive del bolscevismo come di un orientamento di pensiero entro l’alveo dello sviluppo storico del marxismo, e come di una corrente che si afferma quale forza rivoluzionaria. Emerge, ancora, nello schema interpretativo, l’affinità con le idee principali di Korsch, sullo sviluppo storico del rapporto tra marxismo e filosofia. E non a caso, allora, il Lenin di Rosenberg è molto vicino al Lenin di Korsch.

Eric J. Hobsbawm – I rivoluzionari

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I comunisti; Gli anarchici; Il marxismo; Soldati e guerriglia; Ribelli e rivoluzione. Sono queste le parti di cui si compone questa raccolta di saggi, tutti incentrati sul tema della rivoluzione. In una prospettiva storica è analizzato il pensiero rivoluzionario comunista, anarchico, ma anche i movimenti del Sessantotto e la guerriglia vietnamita.