Franz Marek – Che cosa ha veramente detto Stalin

Questo libro vuole semplicemente chiarire le varie posizioni del pensiero politico sovietico e presentare un quadro delle relazioni spesso contraddittorie esistenti fra teoria e pratica. Da quest’analisi si deduce che Stalin ha degradato la teoria marxista a mera ideologia istituzionale nell’applicarla alla concreta realtà sovietica. Ma egli ha operato la trasformazione di questa realtà proprio in senso marxista, facendo sorgere così un vero e proprio mito all’ombra del quale è stato possibile far scomparire o almeno

Paolo Spriano – I comunisti europei e Stalin

Questo nuovo libro di Paolo Spriano affronta direttamente un tema tra i piu appassionanti e tuttora meno scandagliati da una ricerca storica sistematica, cioè il rapporto intercorso tra I comunisti europei e Stalin. Fu un rapporto essenzialmente gerarchico, il quale ricavava la
sua singolarità dal fatto stesso che Stalin era contemporaneamente il capo indiscusso del movimento comunista e dello Stato sovietico.

Seweryn Bialer – I successori di Stalin

Dalla morte di Breznev (1982), in rapida sequenza, si sono succeduti ben tre segretari generali del PCUS, Jurij V. Andropov (novembre 1982 – febbraio 1984), Kostantin U. Cernenko (febbraio 1984 – marzo 1985), fino alla nomina di Michail S. Gorbacev (marzo 1985), che è anche il primo esponente della generazione post-staliniana a raggiungere la più alta carica dell’Unione Sovietica.
Comincia, in tal modo, a trovare concreta rispondenza l’idea centrale del libro di Seweryn Bialer, secondo cui il «dominio della generazione formatasi sotto Stalin sta volgendo al termine, ed il trapasso darà luogo per la prima volta da decenni a reali impulsi e a vere e proprie pressioni in direzione di un cambiamento». A sostegno della propria ipotesi di partenza, Bialer ripercorre le tappe travagliate del cammino percorso dalla società sovietica da Stalin ad oggi, illustrandone puntualmente caratteri e motivazioni, dalle linee di politica economica a quelle di politica estera. Il quadro che emerge è quello di una società che, soprattutto a partire dal periodo brezneviano, ha conseguito una sostanziale stabilità politica, in larga misura a prezzo dell’instabilità economica, e che quindi mantiene un largo margine di provvisorietà, lasciando ampi spazi alle decisioni dei suoi massimi dirigenti. In tal senso Bialer fornisce gli elementi fondamentali per un’informazione corretta sugli aspetti e sui problemi della società sovietica attuale, rinviando la risposta alla possibile svolta legata alla nuova
generazione di dirigenti.

Roosevelt-Stalin – Carteggio di guerra (1941-1945)

Questo volume raccoglie i messaggi che i due grandi capi di Stato impegnati nell’accanita lotta contro il naztsmo e il fascismo, si scambiarono a partire dall’entrata in guerra degli Stati Uniti fino alla morte del presidente Roosevelt, avvenuta nell’aprile del 194 5.

Lev Davidovic Bronstein Trotsky

Cari amici di LDB

dopo un piccolo travaglio, eccoci pronti con la selezione dedicata al secondo dei tre ‘protagonisti’ della rivoluzione russa. Una sezione un po’ ‘ristretta’ rispetto a quelle dedicate a Lenin e Stalin: devo ammettere che in questo caso la difficoltà di reperire materiale si è fatta particolarmente sentire. E in effetti lo stesso Trotzky, dopo aver goduto di grande fama nella seconda metà del 900, tra i tre protagonisti oggi sembra quello più snobbato. (Sebbene Stalin non venga oggi tanto recuperato quale comunista, ma quale patriota russo)

Al compagno Grattacielo dobbiamo intonare, come sempre, i nostri peana di ringraziamento, ché senza la sua preziosa e laboriosa attività nulla di tutto quel che è venuto e che verrà alla luce sarebbe stato possibile. Ringraziamenti in particolare per la monumentale biografia di Isaac Deutscher, un capolavoro della letteratura storiografica che andrebbe letta a prescindere.

Ringrazio tutti quelli che hanno donato e che contribuiscono a tenere in vita LDB. Per continuare a farlo, usate gli appositi banner qui a destra. Grazie, è importante.

Buone letture

Nat

Lev Trotskij – La mia vita

Il vastissimo saggio autobiografico che reca il titolo La mia vita è il primo libro pubblicato da Trotskij in esilio. Egli ebbe la proposta di scriverlo da un editore tedesco, il direttore della Fischer Verlag. Quando si mise all’opera, Trotskij si rese conto che esso poteva dimostrarsi un mezzo efficacissimo per continuare una battaglia cui era rimasto fedele e che si apprestava a riprendere con maggior lena. In questo senso ed entro questi confini, La mia vita è un documento storico e umano fra i più impegnati del nostro tempo, un testo dove sono racchiusi non solo momenti della burrascosa esistenza di Trotskij, ma anche ripensamenti di natura dottrinale e storica. Vale quindi la pena di sottolineare l’importanza che questo romanzo politico ha avuto e continua ad avere e, pur se se ne dissente sul piano ideologico, non andrà negata all’autore una coerenza esemplare. Pagina dopo pagina il lettore avvertirà anche la vitalità della sua narrazione: gli anni della fanciullezza egli li ha descritti con un acuto senso della poesia, con una dolcezza inquieta; l’amarezza dell’esilio egli l’ha espressa con toni di una potenza che possono ricordare alcune pagine di Tolstoi; il periodo della rivoluzione è rievocato sul filo di una memoria lucida e commossa.

Lev Trockij – Diario d’esilio 1935

Il nome di Lev Davidovič Trockij (Janovka, Ucraina, 1879) occupa un posto di eccezionale importanza nelle giornate nella Rivoluzione d’ottobre. Artefice dell’Armata rossa, commissario del popolo agli Esteri ai negoziati di Brest-Litovsk, Trockij vide la propria rapida eclisse politica con la morte di Lenin, quando l’insanabile conflitto con Stalin lo portò all’espulsione dal partito, all’esilio, alla morte per mano d’un agente staliniano in Messico, nel 1940. Accanto al politico militante, al teorico marxista, bisogna ricordare il Trockij scrittore, storico, critico letterario, l’autore di Letteratura e rivoluzione, di Storia della rivoluzione russa, di La rivoluzione tradita. L’anno 1935 segna forse, nei dodici anni tormentati dell’ultimo esilio di Trockij, la tappa più dolorosa. Solitudine, soltanto in parte alleviata dall’affettuosa presenza della sua compagna; amarezza, nella grande visione profetica del baratro che si apriva davanti all’Europa; angoscia per la sorte del figlio Sergej (che morirà in un carcere sovietico), trapelano negli appunti, nei ricordi, nelle note di critica e di politica contenute in questo diario, scritto in tre quaderni nel periodo 7 febbraio – 8 settembre 1935. Insieme con il Testamento, vergato in Messico nella primavera 1940, è questo il documento unico e eccezionale del crepuscolo d’un uomo e d’un rivoluzionario.