Andrej Platonov – Il mare della giovinezza

Il mare della giovinezza (Tascabili e/o) di [Platonov, Andrej]

Il protagonista di questo romanzo è un ingegnere russo inviato in un sovchoz nel cuore della steppa un bolscevico che crede nel progresso sociale e nella santità della lotta di classe nelle campagne. L’appassionata di Beethoven gli fa da colonna sonora interiore mentre combatte contro i kulaki e intanto la donna che lui vorrebbe amare – la compagna direttrice del sovchoz – si nutre con passione dei libri di Stalin. Questa grande tensione utopica si scontra con i limiti personali e sociali della realtà.

Victor Serge – Il caso Tulaev

Il caso Tulaev di [Serge, Victor]

Mosca, 1938. Il giovane Kostja uccide Tulaev, membro del comitato centrale del Partito Comunista. In seguito all’attentato, la polizia segreta organizza la ricerca non tanto dell’esecutore materiale, quanto dei responsabili morali che, con il loro atteggiamento critico verso lo stalinismo, avrebbero contribuito a creare il clima in cui è maturato il delitto. Cinque sono i colpevoli designati: l’intellettuale Rublev, l’alto commissario di polizia Erchov, il contadino-soldato Makeev, il vecchio bolscevico Kondriatiev e il trockista irriducibile Ryjik. A tutti costoro, rivoluzionari di provata fede, sono rivolte le accuse più fantasiose e infamanti e si chiede il sacrificio supremo per una causa per la quale hanno già sacrificato tutto. Nel clima di terrore e menzogna che Serge riesce così mirabilmente a ricostruire, uomini irreprensibili, noti per la loro devozione e apprezzati per la loro competenza, arrivano al punto di riconoscersi colpevoli dei peggiori crimini e, per una rivoluzione che è pur sempre la loro, preferiscono morire disonorandosi piuttosto che denunciare gli orrori del regime alla borghesia internazionale. Il caso Tulaev è una lucida analisi dell’universo staliniano, unita a una rigorosa interpretazione storica della Rivoluzione russa, dove il dolore e la consapevolezza di un fallimento non sono però mai per lo scrittore, che pure ne ha sofferto sulla propria pelle le conseguenze, un motivo per venire meno ai propri principi e alla propria coerenza.

Anton Semenovic Makarenko – Poema pedagogico

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Il poema pedagogico può essere ancora oggi uno strumento efficace di lettura non solo per gli addetti ai lavori (docenti, pedagogisti, dirigenti scolastici, operatori socioculturali, studenti di pedagogia, ecc.), ma anche per un più vasto pubblico (genitori, giovani, politici e amministratori) interessato a godere di una buona lettura (un racconto molto spesso avvincente, epico in alcuni passaggi, umano, scorrevole nella lettura, ricco di valori e di ideali) e a cogliere (pur nel contrasto degli avvenimenti e delle scelte) quegli spunti e quegli obiettivi (rispetto tra soggetti, sforzo nell’apprendere e nell’operare, tentativo di andare oltre i traguardi raggiunti, ecc.) che oggi, all’inizio del Terzo Millennio, costituiscono anche le mete principali del “progetto educativo” delle nuove generazioni.

Nikolaj Alekseevic Ostrovskij – Come fu temprato l’acciaio

Come fu temprato l'acciaio: Edizione integrale (Tutte le strade) di [Nikolaj Alekseevič Ostrovskij]

Considerato il capolavoro della letteratura sovietica d’ispirazione realista, Come fu temprato l’acciaio è, per eccellenza, il romanzo della Russia e della sua Rivoluzione. Al centro della narrazione, la vita di Pavel, lavoratore, membro del Komsomol e soprattutto, in un avvincente crescendo di consapevolezza, lotta e dedizione assoluta alla causa, protagonista di quella guerra civile che avrebbe consentito l’avvento del primo stato comunista della storia.

Michail Bulgakov – Il maestro e margherita

Il maestro e Margherita di [Bulgakov, Michail]

«Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell’esistenza di Dio. Il neovenuto non è di questo parere…
Ma c’è ben altro: era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione in un capitolo che è forse il più stupefacente del libro…
Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme…
Un romanzo-poema, o se volete, uno show in cui intervengono moltissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione». Eugenio Montale

Michail Bulgakov – Cuore di cane, Diavoleide, Le uova fatali

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I tre romanzi brevi qui pubblicati costituiscono dei piccoli capolavori di prosa satirica accomunati da un bersaglio che Bulgakov non perderà mai di vista: l’ottusa burocrazia del neonato potere sovietico. Un trapianto di ipofisi consente di trasformare un cane randagio in un uomo (Cuore di cane), ma il risultato dell’operazione, ossia il nuovo homo sovieticus, è di una tale volgarità da spingere lo scienziato che ha eseguito l’intervento a ritrasformare l’uomo in cane. In Diavoleide l’impiegato Korotkov insegue inutilmente l’implacabile capufficio che lo ha licenziato e resta travolto dall’impari lotta con l’ingranaggio burocratico. Infine nella terza opera (Le uova fatali), un prodigioso “raggio rosso” capace di decuplicare lo sviluppo delle cellule, per colpa della boriosa incompetenza di un funzionario statale, diviene causa di una catastrofe. In pagine che restano tra le più rappresentative della narrativa sovietica postrivoluzionaria, Bulgakov lasciava così la testimonianza impareggiabile della propria arte corrosiva.

Marietta Cudakova – Michail Bulgakov, cronaca di una vita

Un affresco in cui Marietta Cudakova rida “vita” al percorso artistico e personale dello scrittore sullo sfondo del complesso background storico e sociale che caratterizzò la turbolenta epoca sovietica. Il suo saggio si basa sullo studio dell’intero archivio dello scrittore (da lei raccolto e ordinato insieme alla vedova), oltre che su esclusive interviste ai contemporanei dell’autore. Ulteriore valore è conferito all’opera dalle numerose citazioni tratte dagli epistolari inediti di Bulgakov e dagli illuminanti riferimenti alle diverse bozze e stesure delle sue opere narrative e teatrali. Dalla nascita in una numerosa famiglia ucraina alla rigorosa educazione ortodossa; dagli studi di medicina alla rivoluzione del ’17 fino al bagno di sangue della guerra civile; dal successo come drammaturgo alla cancellazione delle sue pièces dai teatri a Mosca e in ogni angolo della Russia; dalle perquisizioni e gli interrogatori ai rapporti sfuggenti con Stalin (che gli negò fino alla morte la possibilità di espatriare, concedendogli con una celebre telefonata la grazia di poter lavorare al Teatro d’Arte di Mosca, ma non come drammaturgo); dai tre matrimoni alle costanti difficoltà economiche, fino alla tragica morte nel 1940.

Jurij Olesa – Invidia e I tre grassoni

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Nell’inesauribile giacimento della letteratura sovietica degli anni venti un romanzo offusca forse ogni altro: Invidia di Jurij Oleša. Enigmatica e limpida, la grottesca storia del «salsicciaio» Babičev e del lunatico Kavalerov non cessa di affascinare e inquietare il lettore, offrendogli, con l’aerea architettura delle sue fantasie, il senso acuto delle tensioni che attraversano e plasmano un mondo. La costruzione di una grande mensa razionale, il Četvertak, opera cui il bolscevico Andrej Babičev consacra ogni sua energia, si fa il presagio di una futura società asettica e funzionale, perfetta nella sua universale attuazione di un utopico ideale di giustizia e felicità. Contro questa futura patria dell’uomo e contro i prototipi presenti dei suoi abitatori insorgono, con astiosa e impotente sedizione, il fratello di Babičev, inventore di Ofelia, un’anti-macchina sentimentale e dissennata, e Kavalerov, poeta fallito. Il conflitto, che potrebbe parere convenzionale, si complica in un gioco infinito di ironie, in un ambiguo scambio di ruoli, in una doppia ottica di scrittura che fanno di Invidia un romanzo assolutamente singolare. La posizione etica dell’autore — chiave di volta della struttura narrativa — è quella di un’organica autodenigrazione, dettata da una sorta di «complesso d’inferiorità» di fronte alla realtà rivoluzionaria. Invidia porta in sé le ragioni che ne fanno l’unico grande romanzo di Oleša, un romanzo che gli garantisce un posto di prim’ordine nella letteratura russa novecentesca. I tre grassoni, scritti poco prima di Invidia e pubblicati dopo di essa, sono una deliziosa fiaba per tutti, la storia di una favolosa lotta di classe e di una non meno favolosa rivoluzione. Lungo fili sottili, che nel suo saggio Vittorio Strada ricostruisce, i due romanzi si legano tra loro cor rimandi e sviluppi problematici e, insieme, formano il compiuto universo immaginario di Jurij Oleša.

Michail Zoscenko – Le api e gli uomini

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Zoščenko contende alla coppia Ilf e Petrov il titolo di maggiore scrittore satirico dell’epoca sovietica. Cominciò subito dopo la rivoluzione una brillante carriera letteraria che doveva proseguire per quasi quarant’anni. Il suo nome è spesso legato al duro attacco cui egli, insieme alla poetessa Anna Achmatova, fu sottoposto nel 1946 da Ždanov. Ma questo attacco, legato al ritorno alla «normalità» staliniana dopo la parentesi «liberale» della guerra, nulla ha potuto togliere alla limpidezza della sua fama e alla acuta causticità della sua prosa. Come risulta evidente da questa scelta di racconti, in cui si esplicitano tutta la verve e l’animus dello scrittore, l’opera di Zoščenko resta, nella sua semplicità e nella sua profondità, uno degli esempi più notevoli di una vena satirica presente nella letteratura russa dai tempi di Gogol. E della tradizione letteraria russa, da Gogol a Leskov a Cechov, egli fu indicato dalla critica come un continuatore. In più, l’accostamento iniziale a Nietzsche, al futurismo, a Majakovskij, a Blok e la lucida consapevolezza del grande rivolgimento che il mondo aveva cominciato a vivere, tutto questo inserisce Zoščenko in una problematica letteraria e politica che non è solo russa, ma europea e mondiale.