Rino Tringale – Rivolta

Rivolta di [Tringale Rino]

Una donna affascinante, coraggiosa e di indubbio carisma, aristocratici di grande conoscenza e coscienza, orribili latifondisti, un clero retrivo, studenti che si trasformano in assassini, proletari rapiti dalla rivoluzione, proletari abbrutiti dall’ignoranza, un ammiraglio visionario, e di profonda levatura morale, alla ricerca di un’isola che c’è, Gennaro, un cuoco del Regno delle Due Sicilie, che sa come cucinare le idee, un marchese dell’epoca Meiji che deve traghettare il suo paese – cartesianamente – da un passato morto ad un futuro incerto, un feroce e sfortunato lupo a due zampe che chiede solo umanità, il piccolo Aleksej Nikolaevič Romanov, lo zarevič, che scrive una lettera, un marinaio siciliano, un contabile buriato e una sciamana del lago Bajkal sono i protagonisti di Rivolta, un’opera che si sviluppa su diversi piani narrativi, tutti intesi a spogliare i fatti dalla mistificazione per tentare di restituirli all’ordine naturale del buon senso e quindi della verità.dallo scritto di Fabrizio Catalano, regista e scrittore«Un libro che ha il merito di non ingentilire la rivoluzione bolscevica, ancora oggi troppo spesso presentata come un evento liberatorio per i ceti umili, mentre fu una terribile tragedia, dalla quale scaturì uno dei sistemi politico-sociali più oppressivi e inefficienti del Novecento».Antonio Carioti, «Corriere della Sera»

Sergej Dovlatov – Regime speciale

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«Secondo Solenicyn il campo di prigionia è l’inferno. Io invece penso che l’inferno siamo noi». Questi «appunti di un sorvegliante» giocano su due piani, come a mostrare, nella comparazione tra «mondo di dentro» e «mondo di fuori» il carattere inestricabilmente paradossale, intrinsecamente comico del mondo. Il piano autobiografico dei ricordi dalla prigionia per criminali comuni dove Dovlatov andò a fare la guardia militare dopo la sua espulsione dall’università; e il piano della invenzione, nelle lettere che finge di scrivere agli editori dell’esilio di New York, e in cui racconta delle traversie nel tentativo di farsi pubblicare i racconti di Regime speciale, della sua gioventù sovietica e della sua vita in esilio. Come un contrappunto, un controcanto, o forse meglio, come un’eco ripetuta tra vita di liberi e vita di prigionieri, allo schizzo, al personaggio, all’episodio del campo di prigionia, si alterna lo schizzo, il personaggio, l’episodio dalla vita quotidiana. Sicché Regime speciale non è un racconto di prigionia. Il soggetto è l’incanto, come nelle altre prove del grande umorista russo, divertito e triste, familiare e stupito di fronte all’umanità, umanità di dentro e umanità di fuori: come un assassino efferato possa essere un buon amico quale non si trova tra la gente perbene, e come dentro si possa ridere e gioire di cuore e annoiarsi e intristirsi fuori. Come sia labile il confine, come sia in realtà sottile la differenza. E non solo tra prigione e libertà, ma anche tra russi in URSS e russi in America. Perché, dice Dovlatov del fine del suo romanzo, «in generale vi viene professata una sola, banale idea: che il mondo è assurdo». E il risultato è un irresistibile umorismo, dove il lampo, ingenuo in apparenza e paradossale, caratteristico della scrittura di questo grande, la battuta fulminea nel più classico stile russo, la situazione esasperata e grottesca, la tolleranza divertita, il comico, fanno ridere, ma non altro che di noi e della nostra condizione. Col sospetto che sia Dovlatov a ridere di noi.

AA.VV. – L’avanguardia dopo la rivoluzione

L'avanguardia dopo la rivoluzione di [Aa.Vv.]

“Noi facciamo appello agli uomini di sinistra: ai futuristi rivoluzionari che hanno portato l’arte nelle strade e nelle piazze; ai produttivisti che hanno dato all’ispirazione un fondamento preciso e le hanno applicato la dinamo della fabbrica; ai costruttivisti che hanno sostituito il misticismo della creazione con l’elaborazione del materiale.”
“I nemici del Lef dicono: ‘Che cos’è il Lef? Un’accolita di futuristi. E che cosa sono i futuristi? Marinetti. E che cos’è Marinetti? Un fascista italiano. Quindi la conclusione è chiara’.
Ma sono tutte stupidaggini perché i futuristi russi sono nati molto tempo prima che si avesse notizia in Russia di Marinetti.
Quando nel gennaio del 1914 Marinetti venne in Russa, i futuristi russi lo accolsero con ostilità…”

Aleksandr Blok – L’intelligencija e la rivoluzione

L'intelligencija e la rivoluzione di [Blok, Aleksandr]

Quando Blok pubblicò il saggio “Intelligencija e rivoluzione”, nel gennaio 1918, nei giorni decisivi della rivoluzione russa, grande fu l’eco delle sue parole. Perché con esse uno dei più prestigiosi poeti e portavoce dell’intelligencija – questa categoria peculiarmente russa, che è venuta a inglobare in sé tutta la nostra concezione degli «intellettuali» – si schierava dalla parte dei bolscevichi, all’insegna del motto: «Rifare tutto». Ci fu chi gridò al tradimento, altri seguirono Blok con entusiasmo. Ma, se si percorrono i suoi saggi qui per la prima volta raccolti, in parte scritti in quei vent’anni prodigiosi per la Russia che precedettero lo scoppio della Rivoluzione, in parte reazione diretta a quell’evento incommensurabile, vediamo che la posizione di Blok non è tanto il frutto di un convincimento politico («politicamente sono un analfabeta» scrisse una volta), quanto l’annuncio di un rinnovamento globale, dove le ambizioni cosmiche del simbolismo si mescolano con la furia elementare di Bakunin e l’antica spinta messianico-visionaria della cultura russa. Queste potenze diverse, che poi sarebbero diventate nemiche o comunque separate, convivevano in Blok in un precario e stupefacente equilibrio. Ed è anche per questo che leggere oggi i saggi di Blok è così emozionante – e dà una nostalgia che si rivolge al futuro. Come egli scriveva: «La vita ha valore soltanto se le si pone una esigenza infinita: tutto o nulla; attendere l’inaspettato; credere non già “in ciò che non esiste sulla terra” ma in ciò che deve esistere sulla terra, anche se non esiste ancora e non esisterà per lungo tempo».

Andrej Sinjavski – Che cos’è il realismo socialista?

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Il realismo socialista vuol essere il metodo di una letteratura comandata, intesa a ricoprire di uno strato di consenso la sostanza oppressiva del regime. Per impedire agli uomini di guardarsi dentro o di guardare indietro, ènecessario costringerli a guardare avanti, verso lo Scopo. Ma a questo punto conviene lasciare la parola a Sinjavskìj e alla sua satira implacabile su uno Scopo che è stato perso di vista ed è stato rimpiazzato dal Mezzo. (Dalla premessa)

Maurizio Del Ministro – Sergej M. Ejzenštejn. La corazzata Potëmkin

La corazzata Potëmkin (1925) è forse il film più famoso della storia del cinema. Commissionato dal governo sovietico per festeggiare il ventennale della rivolta del 1905, ottenne un successo internazionale anche per l’interessamento di Douglas Fairbanks e di Mary Pickford che contribuirono a lanciare la pellicola in America con il plauso di Charlie Chaplin.
L’approfondita rilettura dell’opera offre però a Maurizio Del Ministro l’occasione per ripercorrere l’intera parabola di Ejzenštejn – uomo e artista – a partire da Sciopero (1924) e fino all’incompiuto Ivan il terribile (1946), con una speciale attenzione al rapporto vita-morte che attraversa tutta l’opera del regista e alle vicissitudini legate alla sua sofferta omosessualità nella Russia stalinista.

Erica Klein – Ritratti di Russia al femminile

Ritratti di Russia al femminile: Leggenda, letteratura, cronaca: 141 (Le Sfere) di [Klein, Erica]

Una raccolta di saggi, alcuni molto brevi, altri più corposi, che raccontano ciascuno un pezzo di Russia attraverso la storia di figure, sempre eccezionali, realmente vissute o immaginate dalla fantasia di uno scrittore. E così personaggi fiabeschi e letterari convivono accanto a personalità storiche del passato e del presente, in un mosaico di vicende e incarnazioni tutte diverse, ma ugualmente segnate dalla percezione di appartenere a un universo unico, complicato, fatale com’è quello del pianeta Russia. I volti di Nataša Rostova e Anna Karenina, non diversamente da quelli di Anna Achmatova, Sabina Spielrein o Anna Politkovskaja partecipano, da varie posizioni, epoche e angolature, alla rappresentazione corale della realtà russa che, nei suoi strati più profondi, rimane ostinatamente femminile…

(il fu) Intermezzo cultural-letterario. Centenario Rivoluzione russa 1917-2017 – Sezione narrativa

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Cari amici di LDB,

Auguro a tutti un felice Natale. Dopo alcune peripezie, superate, almeno per il momento, ci ritroviamo qui con questa infornata letteraria, perché, come da tradizione, non è Natale senza una bella e vasta selezione di quello che qui amiamo di più, e cioè i nostri cari consigli letterari. Come da titolo, ci immergeremo nel versante narrativo di questa sezione pomposamente rinominata “cultural-letteraria”, mentre il lato C verrà affrontato a Capodanno.  Anche io, come credo gran parte di voi, mi muovo in terre in gran parte straniere, e perciò credo che per il quadro storico della letteratura russa del 900 sia meglio lasciare voce a un esperto, e cioè al professor Carpi:

Cercando tra i correlati troverete tutti gli altri video che fanno il punto sull’argomento.

La selezione è ricca, ma ci sono purtroppo alcune lacune, dovute sia alla mancanza di tempo, sia al fallito reperimento di alcuni testi. Mi dispiace soprattutto per l’assenza di opere della Achmatova. Magari potrebbe scapparci qualche addenda con l’anno nuovo.

Come sempre devo ringraziare tutti i vecchi amici di LDB, il solito e sempre concentrato sull’obiettivo Grattacielo, nozomi, aletinus (che ha contribuito con una splendida sezione musicale che troverete in amici di LDB), pierre-mazinga e il Vate Zovvo. Sempre in Amici di LDB vi aspetta un’altra selezione, versante poesia, condivisa dall’amico Joe Piturro.

E visto che a Natale siamo tutti più buoni, lascio qui il bannerino donazione, ricordando che LDB cerca sempre e di crescere e di continuare a proporvi materiale inedito e interessante. Come voi, siamo semplici appassionati che si muovono con mezzi spesso di fortuna e perciò ogni aiuto dell’utenza è sempre benemerito, la cultura del gratuito lasciamola alle multinazionali:

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Avrei voluto chiarire anche la questione Discord ma questo post è già diventato molto lungo, per questo vi chiedo di avere ancora un po’ di pazienza. Il link pubblico per partecipare c’è, nella barra a fianco, e chi vuole partecipare può farlo, ma ricordate che siamo ancora in fase di prova.

Di nuovo, auguro a tutti buon Natale e soprattutto buone letture.

Natjus