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Adriano Guerra – Urss Perchè è crollata. Analisi sulla fine di un impero
Marcello Flores – L’immagine della Russia sovietica. L’Occidente e l’URSS di Lenin e Stalin
Nel centenario della rivoluzione russa (1917-2017), la conoscenza storica e documentaria di cui disponiamo sull’Ottobre e sulla Russia sovietica è vasta ed esauriente. Meno approfondito è stato il tema di come l’Occidente ha guardato alla rivoluzione, al bolscevismo, a Lenin e Stalin. L’immagine splendente dell’URSS e il mito sovietico hanno alimentato intere generazioni in ogni luogo del pianeta. Tra le poche foto che George Bernad Shaw, il maggior intellettuale pubblico del proprio tempo, teneva sul suo tavolo di lavoro c’era quella che lo ritraeva in compagnia di Stalin, entrambi sorridenti. Per questo motivo si è ritenuto utile restituire, al grande pubblico degli appassionati di storia e di politica, un libro ormai introvabile. Si tratta di un libro unico e insostituibile, frutto di un lungo lavoro, che analizza come gli occhi occidentali si sono misurati con la realtà della Russia sovietica dalla scomparsa di Lenin a quella di Stalin.
Guy Mettan – Russofobia. Mille anni di diffidenza
Giuseppe Boffa – Memorie dal comunismo
Sergio Gentili – Questo è un fatto e i fatti sono ostinati. Lenin e l’Ottobre 17. Una lettura politica
Ezio Mauro – L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione
Alexandr Zinov’ev – La caduta dell’impero del male. Saggio sulla tragedia della Russia
È un pamphlet sulla fine dell’Unione Sovietica, dell’«impero del male» secondo la definizione di Ronald Reagan; ma è anche un’occasione per lo spietato e sarcastico autore di Cime abissali, di ripensare in modo originale, e instancabilmente polemico, il tema perenne del rapporto tra Occidente e Russia, tra efficienza mercantile e tecnologica e «anima» millenaria di un popolo. La fine della guerra fredda ha segnato la vittoria dell’Occidente, e dell’America, sul comuniSmo russo. A essere stata sconfitta però è un’intera società, una mentalità e un modo di vivere, modesti ma radicati e consolidati da secoli – più che da decenni – sotto la crosta superficiale del regime sovietico. Il risultato è una società disgregata, percorsa dalla miseria e dalla criminalità, distrutta da una guerra non combattuta sul campo ma aspramente perseguita dall’avversario che ora non ha altro da offrire se non le briciole del suo disprezzo e l’elemosina di un ruolo vassallo e asservito. «Volevano colpire il comuniSmo – conclude amaramente Zinov’ev – e hanno ucciso la Russia».
Alexandr Zinov’ev – Katastrojka. La perestrojka nel culo della Russia
“Sul cervello, sul cuore e sull’anima della Russia si è già scritto molto. Molto poco, invece, si è scritto sul suo culo, benché quella parte del corpo non sia meno importante delle rimanenti. Comunque, tutti coloro che l’hanno fatto si sono vergognati di chiamarlo con il suo vero nome, preferendo usare espressioni più colte, tipo “viscere”, “recessi”, “fondo”. Ciò non ha contribuito, tuttavia, a rendere i “recessi” russi più nobili, mentre è stata la verità a risentirne. E quella parte dell’organismo sociale non ha cessato di esistere per il fatto che la chiamavano con nomi impropri. Esiste, invece, eccome, e, non più tardi di ieri, il suo ruolo in Russia era svolto da Partitograd”.