Salvatore Minolfi – Tra due crolli. gli Stati Uniti e l’ordine mondiale dopo la guerra fredda

Tra due crolli: Gli Stati Uniti e l’ordine mondiale dopo la guerra fredda (Scienze storiche) di [Minolfi Salvatore]

La fine della guerra fredda ed il crollo del Muro di Berlino determinarono non solo la conclusione della competizione strategica tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, ma anche il tramonto della struttura dell’ordine internazionale che aveva governato il mondo per quasi mezzo secolo. Alla luce di questa profonda ambivalenza, il libro esamina il dibattito storiografico e politologico sviluppatosi negli Stati Uniti dopo il 1989, mettendone in risalto l’ampia articolazione interna – l’urto tra culture politiche, modelli teorici, rappresentazioni geopolitiche e concezioni strategiche divergenti – e la sua perdurante incompiutezza.  La “guerra dei paradigmi” – in bilico tra l’interpretazione del passato e la prospezione del futuro – e la mancata formazione di un nuovo consenso intellettuale vengono interpretati come indizi significativi di una transizione epocale ben lontana dall’essersi conclusa.

Stanislav Jeannesson – La guerra fredda

Per oltre quarant’anni, dal 1947 al 1990, la guerra fredda ha dominato le relazioni internazionali, contrapponendo frontalmente due paesi – Stati Uniti e Urss – e i rispettivi “blocchi” di alleanze. Fino al crollo dell’Urss la ricerca storica ha potuto utilizzare solo i documenti pubblici e gli archivi americani disponibili, cosa che ovviamente ha falsato la prospettiva. Da qualche anno a questa parte, invece, l’apertura degli archivi sovietici ha permesso alla ricerca di compiere passi in avanti. È dunque ormai possibile, in un clima storico del tutto mutato, ritornare sull’insieme di quelle questioni, per cercare di capire l’essenza di un mondo vicino nel tempo, ma lontano dalle nostre sensibilità. Il conflitto ebbe infatti una natura ideologica, strategica e politica, ma si manifestò in una molteplicità di forme: militare, diplomatica, economica, scientifica e culturale, senza tuttavia che americani e sovietici arrivassero mai a scontrarsi direttamente. In questo senso, la guerra rimase fredda ed ebbe come tratto caratteristico la sua dimensione planetaria: prima l’Europa, poi l’Asia, e a seguire il Medio Oriente, l’America e l’Africa sono diventati via via la “posta in gioco” sotto il profilo strategico. Oggi, a quasi un decennio dal crollo del blocco sovietico, e in piena era globale, lo scacchiere internazionale ha acquisito un assetto del tutto diverso, di cui è tuttora difficile cogliere a pieno le evoluzioni senza guardare alle dinamiche verificatesi in quei quarant’anni.

Sergio Romano – In lode della Guerra fredda

A dispetto del nome, la guerra fredda fu un lungo periodo di pace e stabilità per l’Europa. Pur se costellati da momenti di grande tensione, i decenni che seguirono la seconda guerra mondiale furono caratterizzati dalla fermezza con cui le due superpotenze, Unione Sovietica e Stati Uniti, seppero frenare le forze che al loro interno premevano per lo scontro, ben consapevoli che lo scoppio di una guerra nucleare avrebbe avuto conseguenze disastrose per tutti. Con la caduta del muro di Berlino e la disintegrazione dell’Urss, i confini dell’ex Impero sovietico divennero nuovamente contesi, rinacquero antichi nazionalismi, scoppiarono numerose guerre: in Cecenia, nel Caucaso e nella ex Jugoslavia. Gli Stati Uniti, dal canto loro, pensarono di avere vinto la guerra fredda, ma oggi emergono chiari i limiti della superpotenza americana e le conseguenze del suo avventurismo: rivoluzioni sfuggite di mano, guerriglie fomentate dal fanatismo religioso, contrasti sempre più accesi con la Russia. Ma la fine della guerra fredda, e i conflitti del dopoguerra, hanno avuto come effetto soprattutto il sorgere dei “non Stati” – Isis, Ghaza, Kurdistan iracheno, Bosnia, Kosovo, Siria, Libia – con le grandi incognite che ne derivano: come si combatte contro un “non Stato”? Come lo si governa? E come si può ricostruire l’ordine perduto?

Guido Carpi – Russia 1917. Un anno rivoluzionario

La Russia si affaccia all’anno 1917 nel pieno di un’emergenza sociale ed economica, della disgregazione delle classi dirigenti e di un catastrofico andamento della guerra. In febbraio crolla lo zarismo, ma nessuna delle questioni ereditate dal passato è risolta: proprietà della terra, rapporti di lavoro, autodeterminazione delle nazioni dell’impero, uscita dal conflitto bellico. Durante l’anno, le aspettative delle classi sociali si mostrano sempre più distanti tra loro, scatenando crisi di violenza crescente, seguite da tentativi sempre più velleitari di gestione condivisa del potere. Soltanto Lenin coi suoi bolscevichi – assieme a Trockij e a eroiche “irregolari” come Aleksandra Kollontaj e Larisa Rejsner – saprà incanalare la forza sovversiva delle masse, iscrivendola in un disegno complessivo di trasformazione in senso socialista dello Stato russo e, in prospettiva, dell’umanità intera.

Giuseppe Boffa – L’ ultima illusione. L’Occidente e la vittoria sul comunismo

Siamo sicuri che il crollo del comuniSmo nell’Est europeo e il trionfo del mercato in tutte le sue forme ci abbiano dischiuso un mondo migliore? In un libro controcorrente, costruito su una serrata analisi storico-politica, Giuseppe Boffa smonta “l’ultima illusione” del nostro secolo.

Michele Prospero – Ottobre 1917 La rivoluzione pacifista di Lenin

Prima ancora che una rivoluzione per il socialismo, l’Ottobre fu una “guerra alla guerra”, una prova di disobbedienza di massa in nome di una difesa della vita, che era possibile solo con la pace immediata, il potere ai soviet operai e la distribuzione della terra ai contadini. Lenin calcolava che il processo popolare di rifiuto armato dei costi della guerra contagiasse in breve l’intera Europa e che quindi il laboratorio della società nuova assumesse il necessario risvolto mondiale. L’Ottobre ha scatenato l’onda d’urto che ha innescato i processi rivoluzionari vittoriosi in Cina ma è mancato, per la sedizione rossa, quel contagio vittorioso nella vecchia Europa da cui Lenin aspettava il sostegno indispensabile per l’esperimento rivoluzionario. E proprio questo scarto tra la costruzione del socialismo in un solo e arretrato paese, e la persistenza dell’economia-mondo in cui prevalente restava la formazione economico-sociale capitalistica, ha minato il progetto sovietico decretandone dopo settant’anni la sconfitta.

Samir Amin – Ottobre ’17. Ieri e domani

Commemoriamo l’Ottobre 1917, situando l’evento in un quadro attuale, che è solo in apparenza quello del trionfo della controrivoluzione “liberista”, poiché questo sistema è già avviato sulla strada della decomposizione caotica, che apre la via alla possibile cristallizzazione di una nuova situazione rivoluzionaria.

Aurelio Lepre – Che c’entra Marx con Pol Pot?

Perché il sogno liberatorio di Marx si è trasformato nell’incubo in Cambogia? Che rapporto c’è tra il comunismo come si è effettivamente realizzato nel XX secolo e le idee del suo massimo teorico? Con passione polemica e con le armi della ricerca storica, Aurelio Lepre ribalta molti consolidati luoghi comuni.