Fernando Belo – Una lettura politica del Vangelo

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Apparso a Parigi nei maggio 1974, il saggio di Belo sulla « lettura materialista » del Vangelo, definito « un libro irritante che appassiona », continua a far parlare di sé. « Lettura materialista » non vuol dire rinunciare alla fede in un Dio trascendente, ma analizzare il Vangelo partendo dai rapporti sociali di produzione della società del tempo per verificarne l’influenza sulle ideologie, sul linguaggio e sulle coscienze, cogliendone a tutti i livelli i riflessi dei conflitti di classe. Significa analizzare la « prassi » di Gesù restituendole quella dimensione economico-sociale e politica presente nel testo, anche se offuscata da secoli di interpretazione spiritualistica.

Dopo una sintesi dell’universo simbolico del mondo biblico, in cui rileva la presenza di due correnti: quella profetica centrata sul dono, sul condividere, e quella sacerdotale centrata sulla purificazione rituale, Belo analizza il modo di produzione della Palestina del I secolo come sfondo alla prassi di Gesù che si differenzia sia da quella dei farisei sia da quella degli zeloti, una strategia « sovversiva », ben radicata nella concretezza del pane quotidiano, che anticipa una società senza classi in cui tutti ricevono la benedizione di Dio.

All’interno dei parametri del « materialismo storico » anche il problema della risurrezione si chiarisce come « liberazione dei corpi », come possibilità ancora ignorate del corpo, un mistero che è bene lasciare aperto.

Un libro tutto da discutere, ma che rimane il primo ad aver aperto una prospettiva nuova dopo il fallimento della « ricerca del Gesù storico ».

Vaclav Havel – La politica dell’uomo

La politica dell'uomo

La rapida e massiva modernizzazione del mondo contemporaneo pone continuamente domande a cui occorre rispondere senza scivolare, com’è già successo, in illusorie quanto pericolose soluzioni totalitarie. Contro quella «invisibile finzione» messa in scena da un potere impersonale e disumanizzante, sia esso di matrice socialista o consumista, Václav Havel invita all’assunzione di responsabilità morale, quale radice di una «politica antipolitica», ovvero una politica dell’uomo, e non dell’apparato, che nasca dal cuore e non da una tesi. Questo testo nasce nel febbraio del 1984, come conferenza da presentare all’Università di Tolosa; scritto in un momento in cui la Rivoluzione di velluto era ancora lontana, dimostra quanto necessaria, anche se apparentemente utopica, fosse la fiducia di Havel nella capacità degli individui di risvegliare le proprie coscienze. Il testo, pubblicato soltanto dopo il crollo del regime comunista, resta una convincente lezione di etica politica: il riconoscimento dei bisogni autentici dell’esistenza, tra analisi della realtà e necessità dell’utopia.

Gustavo Zagrebelsky – La legge e la sua giustizia

La legge e la sua giustizia

Filo conduttore di questo volume è l’idea di una doppia anima del diritto: il giudizio giuridico incorpora sempre valutazioni di giustizia materiale e dunque non si esaurisce nell’applicazione di formule legislative. L’esperienza dell’autore suggerisce che quelle valutazioni non sono pre-giudizi da evitare o influenze abusive da cui il buon giurista debba proteggersi, ma sono componenti essenziali di ciò che si deve intendere per diritto. Come tali esse devono essere coltivate apertamente, con la consapevolezza che, per questa via, viene restaurandosi l’autentica struttura dualista del diritto, una struttura che le riduzioni positiviste – la riduzione del diritto a legge e la riduzione della legge a strumento di potere – hanno per molto tempo oscurato. Un dualismo che si riflette per eccellenza nell’uso giudiziario della Costituzione. Qui, la componente di giustizia materiale del diritto si manifesta con evidenza. Ne viene illuminata una figura di giudice e di giurista assai lontana da quella del puro tecnico delle leggi: la figura nuova, anzi antichissima, di un soggetto responsabile nei confronti della cultura del suo tempo.

Ralf Dahrendorf – Dopo la democrazia

Dopo la democrazia

Dove è finita la democrazia? Paralizzata in Europa, scavalcata dalla globalizzazione, sopraffatta dal marketing politico, impantanata tra anarchia di piazza e apatia elettorale. Come si può costruire una ‘nuova democrazia’, dopo la morte di quella che conoscevamo?Appassionato e rigoroso, puntuale e premonitore, Ralf Dahrendorf continua a riflettere sulle sfide della e alla democrazia contemporanea. Piero Ignazi, “Il Sole 24 Ore”Senza profezie azzardate o banali osservazioni, questo libro-intervista abbraccia quasi tutti i temi del dibattito politico corrente, dalla globalizzazione al nuovo localismo, dall’Europa alla bioetica. Ed è uno sforzo per capire e per formulare proposte di riforma tenendo fede a un fondamentale assunto etico-politico: «dopo la democrazia, noi dobbiamo e possiamo costruire una nuova democrazia». Maurizio Griffo, “L’Indice”

Ralf Dahrendorf – Dopo la crisi. Torniamo all’etica protestante?

Dopo la crisi. Torniamo all'etica protestante?

«Nel caso favorevole le crisi sono temporali purificatori. Può anche darsi che la crisi attuale favorisca un cambiamento di mentalità che alla fine induca nelle persone un atteggiamento più prudente rispetto a quello promosso dal capitalismo di debito. Quali possano essere i meccanismi sociali capaci di condurre a un simile cambiamento non è però chiaro. Non pare comunque che stiano nascendo movimenti politici in grado di offrire progetti di un futuro alternativo che abbiano una qualche speranza di raccogliere ampie adesioni. Il motivo è semplice: la crisi ha prodotto indubbiamente vittime, ma non ha creato una nuova forza politico-sociale capace di promuovere un cambiamento di mentalità in nome di un’immagine del futuro che abbia prospettive di successo.» Il volume è accompagnato da una Postfazione di Laura Leonardi.

Luigi Musella – Craxi

Craxi

«È questa di Luigi Musella la prima biografia di Bettino Craxi scritta da un docente universitario di Storia contemporanea, […] studioso esperto, che ha prodotto numerosi contributi sul sistema politico italiano, dall’età liberale al secondo dopoguerra repubblicano, usando spesso strumenti sociologici e politologici e procedendo sempre con rigore scientifico» (dalla Presentazione di P. Craveri).

Marco Revelli – Dentro e contro. Quando il populismo è di governo

Dentro e contro

In Italia assistiamo a un fenomeno politico inquietante: un populismo di tipo nuovo, virulento e nello stesso tempo istituzionale. Tanto più preoccupante perché emerge non dal margine ma dal centro stesso del potere. Non dal basso ma dal cuore del Governo. Crisi di fiducia verso la politica e ripudio della sua lontananza e delle sue lentezze, crisi della rappresentanza e delle sue istituzioni, crisi dei partiti e del ceto politico. Matteo Renzi è riuscito a mettere a valore ognuna di queste diverse faglie di crisi del sistema politico italiano. Tutte trasformate, come in un gioco di prestigio ben architettato, da problemi in risorse. Una paradossale operazione che valorizza un modello di gestione del potere esplicitamente post-democratico, fondato su una forma estrema di decisionismo. Non si tratta di una questione di stile, o di comunicazione. Tutto ciò che si consuma sotto i nostri occhi allude a una vera e propria mutazione genetica del nostro assetto istituzionale e dell’immaginario politico che gli fa da contorno. È il risultato di prassi reiterate e con più protagonisti, frutto di un processo cominciato già col governo tecnico di Monti, l’exploit del Movimento Cinque Stelle, la rielezione di Napolitano, fino al suo compimento con il governo Renzi.

Shlomo Avineri – Il pensiero politico e sociale di Marx

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La pubblicazione degli scritti giovanili di Marx se da una parte ha rivelato alla tradizionale letteratura marxista la ricchezza della speculazione filosofica del « giovane » Marx, dall’altra ha segnato il sorgere di un equivoco sulla presunta « frattura » tra il « giovane » Marx (pensatore fondamentalmente umanista) e il Marx « maturo » (rigidamente materialista e determinista). Avineri contesta l’esistenza di tale frattura e fonda la sua affermazione su un’analisi approfondita dell’opera marxiana, che egli considera come un tutto unico, mentre osserva una netta distinzione tra gli scritti di Marx e quelli di Engels. Nel suo studio l’autore si propone di esaminare i vari aspetti del pensiero politico e sociale di Marx in relazione alle loro origini intellettuali. Mettendo in luce sia il debito di Marx verso il sistema hegeliano, sia la sua opposizione ad esso, Avineri sostiene che l’eredità hegeliana ha formato la visione della società futura di Marx e la sua concezione del proletariato come « classe universale ». Ed è proprio questa eredità, conclude l’autore, che lascia presagire i problemi cui si troveranno di fronte i teorici marxisti.

Palmiro Togliatti – La politica nel pensiero e nell’azione

La politica nel pensiero e nell'azione

Nel corso della sua vita Togliatti coniugò l’attività di dirigente di partito con un’intensa riflessione sulla politica e sulla storia del Novecento, sulla cultura e la filosofia italiana e europea. Il volume raccoglie un’ampia scelta degli scritti e dei discorsi di preminente valore culturale dal 1917 al 1964: dagli esordi giornalistici negli anni della Grande guerra al celebre Memoriale di Jalta. L’antologia – la più ampia pubblicata in un unico volume – è costituita da sei sezioni tematiche ordinate cronologicamente e dedicate alla storia d’Italia, al fascismo in Italia e in Europa, alla democrazia repubblicana, al comunismo internazionale, all’eredità di Gramsci, alle polemiche culturali. A cura di Michele Ciliberto e Giuseppe Vacca

Palmiro Togliatti – Il rinnovamento democratico del Paese

Il rinnovamento democratico del Paese

Nella primavera del 1944, nel pieno della guerra di Liberazione, Palmiro Togliatti, con l’appoggio dell’Unione Sovietica, apre la strada a un compromesso tra tutti i partiti antifascisti, la monarchia e Badoglio. Conosciuta come “svolta di Salerno”, questa mossa audace e apparentemente improvvisa del leader comunista ebbe il merito di sbloccare la situazione di stallo in cui si trovava il paese, legittimando definitivamente il Pci. Oltre all’intervento tenuto di fronte ai quadri del partito napoletano l’11 aprile del ’44, pubblichiamo in questo volume il discorso tenuto al teatro Brancaccio di Roma il 9 luglio del 1944 e quello pronunciato a Torino il 13 giugno 1960, qui presentato in una nuova e più fedele trascrizione. Nel comizio romano, scandito dagli applausi e dai commenti del pubblico, Togliatti, con innegabile arte oratoria, riesce a dare a un uditorio dai forti sentimenti antimonarchici il senso dell’urgenza assoluta di unire tutte le forze antifasciste; mentre in quello torinese torna sulle ragioni della svolta, riaffermandone la validità. Presentati dallo storico Aldo Agosti, i tre documenti rappresentano i tasselli fondamentali di una strategia politica che per alcuni fu l’atto di nascita di un grande partito nazionale e per altri il segno di una “rivoluzione mancata”.