Mentre vengono meno le promesse della cultura industriale e della tradizione democratica liberale, le condizioni di vita e il livello morale negli Stati Uniti si deteriorano ogni giorno di più, come dimostra il crescere del divario tra gli estremi della scala sociale, l’aumento del crimine e della violenza, la crisi dei modelli comportamentali, la degenerazione del tessuto sociale urbano. Eppure le élite politiche e intellettuali non sono in grado di fare fronte al problema, hanno perso i contatti con la realtà in cui vivono. Lo stesso dibattito ideologico si indirizza quasi solo a problemi d’importanza marginale (le polemiche sul “politicamente corretto” e simili). Un quadro desolante, un’analisi disincantata della società americana contemporanea.
Archivi tag: Politica
Giovanni Arrighi – Il lungo XX secolo. Denaro, potere e le origini del nostro tempo
Le ricorrenti crisi finanziarie degli ultimi quarant’anni non sono incidenti di percorso ma riflettono tendenze storiche di lungo periodo. Giovanni Arrighi ha dimostrato che, da secoli, quando la produzione di beni e il commercio non bastano più a garantire alti profitti, l’accumulazione del capitale si sposta nella sfera della finanza e della speculazione. Ne conseguono instabilità economica, incertezza politica e nuovi conflitti sociali, che possono rappresentare il preludio a una svolta epocale negli equilibri globali. Il capitalismo si è evoluto attraverso una sequenza di “lunghi secoli”, ciascuno dei quali ha insediato una nuova potenza al centro dell’economia-mondo. Al capitalismo genovese e veneziano seguì nel XVII secolo un ciclo economico olandese, la cui crisi aprì la strada all’impero britannico e infine alla leadership globale degli Stati Uniti. In passato fu l’ascesa della finanza a preannunciare la transizione da un ciclo all’altro: dietro le turbolenze economiche del nostro tempo si cela forse la fine del dominio statunitense? “Il lungo XX secolo” proietta le vicende del Novecento in un quadro storico di lunga durata, che mette in luce il rapporto quasi simbiotico tra il capitalismo e la formazione dello stato moderno. Conduce il lettore attraverso imperi e colonie, porti commerciali e campi di battaglia, colossi industriali e banche internazionali, fin dentro le stanze segrete in cui si incontrano politica e alta finanza, potere e denaro. Prefazione di Mario Pianta.
Stefano Petrucciani – Democrazia
Il volume costituisce una sintetica e agile introduzione alla storia e alla teoria della democrazia. Nella prima parte viene ricostruito il lungo viaggio storico della democrazia dalle origini greche ai giorni nostri: le vicende della politica e quelle delle dottrine democratiche vengono ripercorse nel loro intreccio, con particolare attenzione a passaggi decisivi come le grandi rivoluzioni americana e francese, le lotte per il suffragio universale, l’affermazione delle democrazie costituzionali nella seconda metà del Novecento. La seconda parte del libro affronta invece i principali nodi teorici sui quali non cessa di interrogarsi il pensiero democratico: le basi filosofiche della democrazia, i diritti fondamentali, la laicità dello Stato, la “finzione” della rappresentanza, i partiti e la loro crisi, il ruolo dell’opinione pubblica e dei media, il condizionamento che i poteri economici, “domestici” e globali, esercitano sulla politica democratica. Il volume si conclude con una riflessione sulle patologie della democrazia contemporanea e sulle proposte che sono state avanzate per affrontarle.
Robert Hughes – La cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto
«La cultura del piagnisteo è il cadavere del liberalismo degli anni Sessanta, è il frutto dell’ossessione per i diritti civili e dell’esaltazione vittimistica delle minoranze. Ma, a ben guardare, le origini di questa cultura sono più antiche. L’America è una nazione fondata sull’emigrazione e da sempre i diversi gruppi di emigranti sono entrati in collisione tra loro … Nel contempo però questi emigranti volevano costruire una società utopica, parlavano di missione, pensavano a un nuovo mondo che doveva convertire l’Europa degenerata». Della voga del politicamente corretto non poteva esserci miglior evocatore, narratore e interprete di Robert Hughes, polemista formidabile e testimone lucidissimo. Dietro l’occasione, che appartiene ormai alla storia – spesso esilarante – del costume quotidiano, Hughes lascia intravedere una prospettiva non lieta su ciò che la cultura in genere cerca di diventare nel prossimo futuro.
Benjamin Constant – La liberta degli antichi, paragonata a quella dei moderni
La sua dicotomia fra libertà degli antichi e libertà dei moderni ha suscitato un dibattito sui rapporti fra libertà politica e civile, cittadino e Stato, diritti dell’individuo e soprusi del potere, che dura tuttora. La presente edizione inquadra il testo del filosofo francese nell’insieme del pensiero constantiano e del momento storico, nonché il suo posto nel quadro dello sviluppo del pensiero liberale: l’ Introduzione di Giovanni Paoletti, basata su un’attenta disamina dei manoscritti e delle varianti, ne ricostruisce il contesto e la struttura argomentativa; il Profilo del liberalismo di Pier Paolo Portinaro ne propone un’attualizzazione attraverso un percorso storico-critico sul problema.
Max Weber – La scienza come professione. La politica come professione
Il volume comprende il testo delle due conferenze “La scienza come professione” e “La politica come professione” che Max Weber tenne a Monaco rispettivamente nel novembre 1917 e nel gennaio 1919, nell’ambito di un ciclo di conferenze sul “lavoro intellettuale come professione” organizzate dall”‘associazione dei liberi studenti”, e pubblicate nello stesso 1919. Pronunciate nell’epoca che vide la crisi della potenza tedesca, le due conferenze sono il frutto più maturo della riflessione weberiana sul senso della scienza e della politica, ma soprattutto sul loro rapporto: un rapporto complesso, di rimando reciproco ma soprattutto di distinzione.
Carlo Formenti – Utopie letali
Alla parola utopia siamo soliti associare significati positivi: sogni, desideri, speranze in un mondo migliore. Ma a volte le utopie producono effetti imprevedibili, se non catastrofici. In tempi recenti questo rischio è stato evocato soprattutto da destra, per esorcizzare il ritorno dell’indomabile spettro del comunismo. Ma altre sono le “utopie letali” con cui polemizza questo libro: si tratta di quelle di una sinistra “movimentista” che – abbandonata la via dell’antagonismo di classe – ha sostituito le velleità rivoluzionarie con il sogno di un crollo indolore del capitalismo, provocato da improbabili mutazioni della psicologia individuale, lunghe marce dei diritti, terze vie “oltre il pubblico e il privato”, ecc. Un racconto che usa una neolingua in cui regna il prefisso post – postmoderno, postfordista, postmateriale, postideologico, ecc. – e che rispecchia quegli stessi valori liberali che dice di combattere.
Carlo Formenti – Felici e sfruttati. Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro
Molti guru giurano che il capitalismo sta per lasciare il campo a un nuovo modo di produrre, a una societ in cui mezzi di produzione e chance di arricchimento saranno ampiamente ridistribuiti, mentre levecchie gerarchie lasceranno il campo ai network orizzontali di produttori-consumatori. Ma se osserviamo la realt vediamo un altro panorama: crollo dei redditi e dei livelli occupazionali di classi medie e lavoratori della conoscenza, concentrazioni monopolistiche, inasprimento delle leggi sulla propriet intellettuale, balcanizzazione del Web – ridotto a un arcipelago di riserve di caccia aziendali. LŐautore presenta una tesi radicale: Internet non ha ammorbidito il capitalismo; ne ha al contrario esaltato la capacit di cavalcare lŐinnovazione per sfruttare la creativit e il lavoro umani. Per i (falsi) profeti della rivoluzione digitale lŐobiettivo allevare una generazione di lavoratori della conoscenza flessibili, disciplinati e convinti di vivere nel migliore dei mondi possibili. Felici e sfruttati. Con lŐavallo anche di una sinistra che teme di prestare il fianco ad accuse di nostalgie classiste.
Carl Schmitt – Teoria del partigiano. Integrazione al concetto del politico
Unendo il rigore del giurista alla penetrazione del filosofo, Schmitt delinea in questo libro i tratti distintivi del combattente “irregolare”, ossia di colui che si è posto al di fuori dell’inimicizia convenzionale della guerra controllata e circoscritta tra Stato e Stato per trasferirsi in un’altra dimensione, quella dell’annientamento. Muovendo dai progenitori spagnoli che combattevano contro l’invasore francese al tempo di Napoleone, l’autore illustra l’evoluzione del “guerrigliero”, passando per i rivoluzionari di professione di Lenin, i partigiani della seconda guerra mondiale, i terroristi algerini, i guerriglieri vietnamiti ecc.
Massimo Bontempelli, Marino Badiale – La sinistra rivelata. Il Buon Elettore di Sinistra nell’epoca del capitalismo assoluto
La storia bicentenaria della sinistra (e della destra) e ormai esaurita. La contrapposizione fra sinistra e destra non riguarda più la realta economica e sociale, ma si concentra su questioni limitate e su giochi di apparenze. La rappresentazione spettacolare del contrasto di sinistra e destra non ha più nulla a che fare con la realta in cui viviamo e con i pericoli che sentiamo avvicinarsi: instabilita sociale, degrado ecologico, perdita dei diritti dei ceti subalterni, guerre. Questo libro e dedicato all’analisi di tale inedita situazione storica che permette di rivelare le contraddizioni e i nodi problematici insiti in ciò che e stata la sinistra. L’ambizione non è solo quella di comprendere meglio il passato, ma di fornire strumenti per pensare lucidamente il presente e per immaginare un futuro diverso da quello, mortifero, che l’attuale «capitalismo assoluto» ci sta preparando.