Pierpaolo Barbieri – L’impero ombra di Hitler: La guerra civile spagnola e l’egemonia economica nazista

La guerra civile spagnola (1936-1939) è stata spesso considerata la sanguinosa prova generale della seconda guerra mondiale. I nazionalisti di Francisco Franco, insorti contro il governo repubblicano del Fronte popolare, vinsero grazie all’assistenza militare fornita dalla Germania nazista e dall’Italia fascista, un chiaro esempio – sembrò – della comune lotta al bolscevismo internazionale condotta da regimi politicamente e ideologicamente affini. Lo storico Pierpaolo Barbieri ribalta questa interpretazione dell’intervento delle forze dell’Asse, sostenendo che furono ben altri i motivi che spinsero il Führer nella penisola iberica: decisi a esercitare l’egemonia economica sull’Europa, i tedeschi volevano sperimentare in Spagna, paese ricco delle materie prime di cui avevano assoluta necessità, le tecniche di sfruttamento da utilizzare nelle future colonie. Il Terzo Reich offrì, quindi, alle truppe franchiste aerei, carri armati e uomini, con il segreto obiettivo di assoggettare gradualmente il paese in una sorta di “impero informale” e di impadronirsi delle sue risorse minerarie per alimentare la propria industria bellica. L’attuazione di questo piano fu in gran parte resa possibile dall’opera di Hjalmar Schacht, ministro delle Finanze e direttore della Reichsbank, le cui politiche (riarmo, disinvolta gestione del debito, promozione dell’export e controllo assoluto dello Stato sull’economia) furono alla base della rinascita della Germania tra le due guerre.

Victor Farias – Heidegger e il nazismo

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Pubblicato nell’ottobre del 1987, questo libro ha immediatamente suscitato vivacissime discussioni anche in Italia, oltre che in Francia e in Germania. Il punto focale della polemica può essere indicato nella domanda: si può distinguere nettamente tra la scelta politica e morale di un filosofo e il significato della sua opera? Che Heidegger, uno dei massimi filosofi del secolo, avesse aderito al nazismo era cosa nota, ma fino a questo libro non aveva comportato conseguenze di rilievo sull’interpretazione del suo pensiero. Il libro di Farias, fondato sullo studio minuzioso dì tutte le fonti accessibili, intende dimostrare che quell’adesione non fu soltanto un fatto privato, un gesto passionale o opportunistico momentaneo, ma l’espressione pubblica di convinzioni che il filosofo conservò per tutta la vita. Se Heidegger ruppe con la politica universitaria ufficiale del regime, fu perché la frazione di Rohm e delle S.A., nelle quali egli vedeva «la verità e la grandezza» del nazionalsocialismo, venne eliminata da Hitler. Da quella frazione Heidegger si attendava un rovesciamento radicale dell’università.
Se Heidegger non divenne il filosofo ufficiale del regime, fu perché era troppo radicalo nel suo nazismo. Del resto il suo comportamento coi colleghi, il suo rifiuto„ fino alla morte, di condannare i crimini del nazismo e di giustificare la propria posizione, sembrano altrettante conferme della profondità anche culturale delle sue convinzioni, le cui radici autoritarie, ultranazionalistiche e antisémite Farias rintraccia in scritti anteriori (1910) e posteriori (1964) alla vicenda nazista.

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Peter Trawny – Heidegger e il mito della cospirazione ebraica

Heidegger e il mito della cospirazione ebraica

L’annuncio della pubblicazione dei Quaderni neri di Heidegger, finora inediti, ha scatenato in tutta Europa un acceso dibattito sull’antisemitismo del filosofo tedesco rivelato dalla lettura dei suoi taccuini. Le idee antisemite sembrano assediare in particolare La storia dell’Essere e sono state influenzate dai Protocolli dei savi di Sion, la principale fonte antiebraica della modernità e della postmodernità. Peter Trawny, il curatore dell’opera omnia di Heidegger, entra nello studio del grande filosofo per rispondere, senza giustificazioni e sensazionalismo, alla domanda che tutti si pongono: il pensiero heideggeriano può resistere a questo “naufragio spirituale”?

Victor Klemperer – LTI. La lingua del terzo reich. Taccuino di un filologo

LTI. La lingua del Terzo Reich

“Nessun libro può sostituire il diario tragico di Klemperer: in esso è l’esperienza della distruzione a parlare, la violenza quotidiana della predicazione di morte. I lemmi, che egli sceglie per l’illustrazione del processo di formazione di una nuova lingua del potere, sono offerti alla sua intelligenza di filologo dalla sua vita quotidiana di perseguitato e si confrontano con la progressiva riduzione della sua esistenza a quella di un testimone. È un libro dal vero, che ci riconduce, con la meticolosa pedanteria di un cronista, a una storia aberrante come fosse ancora un presente.” (dalla Prefazione di Michele Ranchetti)

Ernst Nolte – I tre volti del fascismo

coverMagistrale esempio di storiografia filosofica I tre volti del fascismo costituisce un contributo essenziale alla ricostruzione della genesi e dello sviluppo dei movimenti reazionari che caratterizzarono il periodo fra le due guerre: L’Action française di Charles Maurras, il fascismo italiano, il nazionalsocialismo tedesco. In una vasta analisi che unisce all’impegno storico e al penetrante giudizio critico un’eccezionale ricchezza di informazioni, Nolte illustra e approfondisce la dottrina e la prassi di quei movimenti, considerati quali stadi successivi di uno stesso fenomeno evolutivo. Un fenomeno che, già riconoscibile in forma embrionale nell’Action française, si dilata poi e assume connotati distinti nel fascismo e nel nazismo. E’ un esame quello di Nolte largamente improntato al metodo comparativo, e proprio il continuo confronto di tesi e di risultati getta piena luce sulle matrici comuni e sugli sbocchi che contraddistinguono i tre movimenti. Corredato da un ampio apparato di note bibliografiche, da un indice dei nomi e da uno degli argomenti, I tre volti del fascismo è un libro fondamentale, una guida sicura per chi voglia approfondire tutti gli aspetti di un’epoca fra le più tormentate della recente storia d’Europa

Grazie a Mauritius in libris per aver ispirato questo consiglio

David Rousset – L’universo concentrazionario 1943-1945

coverScampato alla morte da un campo di sterminio, Rousset ha scritto questo libro nel 1946. È quindi uno dei primi documenti usciti sulla vita nei Lager, testimonianza di un intellettuale non ebreo che racconta la vita “al rallentatore” all’interno di un campo di prigionia. Il testo rivela come l’abominio nazista andasse oltre l’antisemitismo per applicarsi a ogni opposizione politica. Il libro è uscito in Italia nel 1948 con il titolo “Dio è caporale”.

Consiglio a cura di Pierre.

Yvonne Sherratt – I filosofi di Hitler [Epub – Mobi]

cover Nel corso della storia l’infamia ha assunto molte forme, nessuna più spregevole, probabilmente, di quella incarnata dalla rispettabilità. È tutttavia con questa maschera che l’ideologia razzista e antisemita del nazismo poté imporsi, senza quasi trovare ostacoli, nelle università e nei centri di ricerca di tutta la Germania. Fu così che, mentre figure di spicco come Theodor Adorno, Max Horkheimer, Walter Benjamin, Ernst Cassirer, Hannah Arendt, Karl Löwith, Edmund Husserl, Kurt Huber e altri furono ridotti al silenzio o costretti all’esilio, filosofi eminenti come Martin Heidegger, Carl Schmitt, Alfred Rosenberg, Wilhelm Grau e Max Boehm contribuirono nel dare al nazismo quella facciata di rispettabilità di cui aveva assoluta e radicale esigenza. Filosofi, scrittori, scienziati, storici, rafforzarono ideologicamente e politicamente il regime hitleriano, ne ispirarono e giustificarono le azioni. Fu anche grazie al loro zelante e talora incondizionato appoggio che il nazismo potè attuare il suo programma criminale quasi per intero. Ma solo i documenti venuti alla luce nel corso degli anni, e alcune recenti e decisive scoperte, hanno rivelato l’enormità della loro infamia. Frutto di anni di scrupolose ricerche negli archivi internazionali, “I filosofi di Hitler” è una ricostruzione del complesso rapporto tra quegli uomini e il nazismo, descrive il loro profilo etico e intellettuale, scandaglia le loro vicende umane fin negli aspetti meno noti e più torbidi.