AA.VV – Elogio della menzogna

«accusare. Se l’autorità di chi accusa potesse rendere di colpa sospetta l’innocenza, sarebbono vane le speranze e miserabili le condizioni degli uomini. Guai al mondo, se i grandi potessero autenticare le calunnie solamente col pretesto doverle proferite. Non vi sarebbe bontà che non fosse posta in ombra e costituita rea al tribunale della morte.

« Chi vuol accusare altri, deve egli prima esser puro ed innocente. Niuna ragione consente che questo chieda conto della vita di quello, s’egli non lo può dar della propria. Chi ha traviato dal diritto della coscienza, non è abile a ridurvi altri. Il poco fondamento dell’accusa, s’argomenta dal poco merito della persona che accusa.

« Accusar altrui, nelle sue disgrazie, è cosa da uomo rozzo ed ignorante. Accusar se stesso è cosa da chi comincia a farsi savio. Non accusar altrui, né se stesso, è cosa da savio e da perfetto ».

Jacques Derrida- Storia della menzogna

Storia della menzogna

La favola e il mito mentono? Esistono bugie necessarie o inevitabili? La menzogna fa parte strutturalmente della cultura umana? E possiamo tracciarne una storia che scorra parallela a quella del sapere? In questo breve saggio, sviluppo di un seminario tenuto al Collège International de Philosophie, Jacques Derrida si pone il compito di disegnare il perimetro del concetto di menzogna, confrontandosi con l’incerto statuto che la porta, fin dall’origine, a confondersi con la falsità, l’astuzia, l’errore, l’inganno e anche l’invenzione poetica. Ma se il filosofo francese è consapevole, con Montaigne, che “il rovescio della verità ha centomila aspetti e un campo indefinito”, non rinuncia al suo tentativo di formalizzazione e procede con ironia e rigore nella sua indagine. Chiamando in causa Platone e Freud, Heidegger e sant’Agostino, Kant e Hannah Arendt, si delinea così il complesso (e spesso malinteso) rapporto tra menzogna e sapere, una relazione destinata a frustrare ogni tentativo di assolutizzazione teorica.