Nel 1922 György Lukacs, esule dall’Ungheria dopo la disfatta della repubblica rivoluzionaria dei Consigli, scrisse «Storia e coscienza di classe», che fu pubblicata nel 1923 a Berlino. Il libro accese subito vivaci ed aspre discussioni: Lukacs è già un personaggio di primo piano, ha partecipato al governo di Béla Kun come commissario all’Istruzione. Ma nel 1924 l’Internazionale comunista, per bocca di Zinov’ev, condanna come «idealista» «Storia e coscienza di classe». La circolazione di quest’opera rimase limitata ai pochi esemplari rintracciabili nelle biblioteche del movimento operaio fino al 1957, quando Kostas Axelos la tradusse in francese. L’atteggiamento di Lukacs nei confronti di questa edizione fu estremamente negativo: l’interpretazione che ne dava Axelos nella sua introduzione portava acqua al mulino di quelli che dividono l’opera del filosofo ungherese in due momenti: quello giovanile, fino appunto al 1923, fertile di spunti che sono stati ripresi in varia forma da Adorno, Sartre, Merleau-Ponty; e quello dell’ortodossia, il periodo cioè «politico» della «Distruzione della ragione». La traduzione francese, apparsa contro la sua volontà, confermò Lukacs nell’idea di dover dare un’interpretazione autentica della sua discussa opera giovanile, di situarla cioè nel contesto dello sviluppo organico del suo pensiero e nella obiettiva situazione politica del momento in cui era stata scritta. Per la prima edizione italiana del 1967 Lukacs scrisse un’introduzione di estrema importanza, in cui indicava gli aspetti di «Storia e coscienza di classe» che ancora condivideva, e per quali ragioni alcuni concetti erano elaborati da un punto di vista «più hegeliano di Hegel». A cinquant’anni dalla prima pubblicazione «Storia e coscienza di classe» rimane una tappa obbligata della teoria marxista, in cui vengono sviluppati in modo pregnante ed esaustivo i concetti di alienazione, reificazione e prassi. Ma quest’opera non è importante solo nell’ambito del pensiero marxista. Lucien Goldmann le attribuisce un peso determinante nella genesi di una delle maggiori opere del pensiero filosofico del nostro secolo, «Essere e tempo» di Heidegger.
Grazie a Baruch/Maurizio per la scansione di partenza.
Nota: La password per tutti i file archivio è: ladridibiblioteche