L’evoluzione della protagonista, da donna succube delle violenze di un marito ubriacone a donna emancipata, fiera del figlio, combattente di primo piano per la difesa dei diritti degli sfruttati, emerge con un crescendo lungo le pagine del romanzo. Così come emerge l’interessante intreccio con la figura di Cristo, non considerato come Dio, ma come predicatore della giustizia e dell’amore per il prossimo. “Ama lituo prossimo come te stesso”. “Verranno i giorni felici” – dice la madre diventata una attivista clandestina dei lavoratori in lotta contro le prepotenze dei padroni e dello Stato che li difende – “ci sono nemici cattivi, avidi, falsi che ci tengono prigionieri, ci legano, ci schiacciano. Contro tutto questo combattono l nostri figli, per amore di tutti, per amore della verità di Cristo.”
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Maksim Gor’kij – I decaduti
Maksim Gor’kij – Il burlone-L’angoscia
Tra i più significativi scrittori russi, Gor’kij (in russo la parola che egli scelse come pseudonimo vuol dire “amaro”) dopo aver descritto il mondo dei vagabondi, nelle cui vicende si riflette la sua tormentata giovinezza, si volse a temi sociali, la lotta contro la miseria, l’ignoranza e la tirannia, che sono le costanti di tutta l’opera dello scrittore, considerato il padre del realismo socialista.
Aleksandr I. Kuprin – La fossa
La fossa è il capolavoro di Kuprin (1870-1938), l’opera nella quale le componenti realistiche e quelle romantiche della sua ispirazione si fondono, più che in ogni altra, in un robusto organismo narrativo. Il romanzo, pubblicato nel 1912, si presenta all’inizio addirittura come il resoconto di un’inchiesta : si direbbe che l’autore non abbia altra ambizione che quella di far conoscere, nella loro raccapricciante evidenza, le assurde condizioni di vita e la spaventosa degradazione morale alle quali la « prostituzione di stato » sottoponeva le ragazze delle case di tolleranza. Ciò spiega il giudizio che su di lui espresse Tolstoi : «Kuprin ha il dono di mettere sotto gli occhi del lettore una porzione di vita e di disegnare un quadro che colpisce e fa pensare. » Tuttavia lo slavista Ettore Lo Gatto, non solo ha sottolineato che pochi scrittori avrebbero potuto affermare, come Kuprin, con piena convinzione : « Questa è la realtà : né io né voi ne abbiamo colpa», ma ha anche precisato : « indifferente Kuprin non fu, diremmo anzi che il suo interessamento per i propri eroi ebbe qualcosa di sentimentale». Con il procedere del racconto, infatti, emerge un atteggiamento di pietosa simpatia, quasi di complicità con taluni personaggi. Si tratta, però, di una simpatia preferenziale. È stato detto che questa serrata requisitoria contro la prostituzione rivela in Kuprin una forte componente femminista e che le tinte trucemente negative con le quali egli dipinge le alienanti condizioni della « fossa » sottintendono, per contrasto, una concezione assai positiva della donna. In effetti la sua vena romantica si dispiega soprattutto nei personaggi femminili che appaiono portatori di virtù o, quanto meno, di doti naturali ; mentre i personaggi maschili risultano dominati dalla volgarità e dall’egoismo con un’unica eccezione, il personaggio di Platonov.
Boris Pasternak – Il dottor Zivago
Isaak Babel’ – L’armata a cavallo
Michail Sciolochov – Terre dissodate Volume 2
Il romanzo descrive, la vita di un villaggio russo prima e durante la “socializzazione” delle campagne russe all’indomani della rivoluzione. La politica sovietica promosse il principio dello sfruttamento egualitario della terra cercando di richiamarsi all’antica tradizione della Sèlskaja obscìna (una specie di comune del villaggio). Tale politica intendeva consegnare il potere ai kombèdy (comitati dei contadini poveri) divenuti organi del potere sovietico a sfavore dei proprietari terrieri più ricchi: i kulàki.
Michail Sciolochov – Terre dissodate Volume 1
Il romanzo descrive, la vita di un villaggio russo prima e durante la “socializzazione” delle campagne russe all’indomani della rivoluzione. La politica sovietica promosse il principio dello sfruttamento egualitario della terra cercando di richiamarsi all’antica tradizione della Sèlskaja obscìna (una specie di comune del villaggio). Tale politica intendeva consegnare il potere ai kombèdy (comitati dei contadini poveri) divenuti organi del potere sovietico a sfavore dei proprietari terrieri più ricchi: i kulàki.
Michail Sciolochov – Terre dissodate Volume 3
Il romanzo descrive, la vita di un villaggio russo prima e durante la “socializzazione” delle campagne russe all’indomani della rivoluzione. La politica sovietica promosse il principio dello sfruttamento egualitario della terra cercando di richiamarsi all’antica tradizione della Sèlskaja obscìna (una specie di comune del villaggio). Tale politica intendeva consegnare il potere ai kombèdy (comitati dei contadini poveri) divenuti organi del potere sovietico a sfavore dei proprietari terrieri più ricchi: i kulàki.
Michail Sciolochov – Terre dissodate Volume 4
Il romanzo descrive, la vita di un villaggio russo prima e durante la “socializzazione” delle campagne russe all’indomani della rivoluzione. La politica sovietica promosse il principio dello sfruttamento egualitario della terra cercando di richiamarsi all’antica tradizione della Sèlskaja obscìna (una specie di comune del villaggio). Tale politica intendeva consegnare il potere ai kombèdy (comitati dei contadini poveri) divenuti organi del potere sovietico a sfavore dei proprietari terrieri più ricchi: i kulàki.