Paul Valéry – La caccia magica

cover“… Ma la caccia dialettica è una caccia magica. Nella foresta incantata del Linguaggio i poeti vanno espressamente con lo scopo di perdersi, e inebriarsi di smarrimento… “Nelle pagine che in modi e tempi diversi Valéry trasse dall’ininterrotta meditazione dei suoi Cahiers è dato al lettore d’incontrare figure sorprendenti e capziose: divinità sopite o sibilline, mostri compositi quali sirene o centauri, antri e cacce magiche, — metafore nate dall’esperienza del maraviglioso poetico e dalla diffidenza per il preteso rigore del linguaggio estetico.
Una sottile polemica antifilosofica presiede, infatti, alla scelta di queste formule eleganti ed apparentemente elusive, che traducono in teoria non solo l’esercizio del “fare poesia”, ma quello — ben più importante agli occhi di Valéry — del continuo “osservarsi in quel fare”: la Ragione diventa, così, una divinità “che crediamo vegli, ma che dorme piuttosto, in qualche grotta del nostro spirito”, la Dialettica è un cacciatore che incalza invano la sua preda “braccandola, spingendola fin nel boschetto delle Nozioni Pure”, mentre la critica letteraria si affanna con vacua pedanteria a “contare e misurare i passi della Dea”. Questo popolo di figure — tratto da un comune, o da un personale patrimonio poetico — interviene nelle pagine di Valéry con funzione sottilmente dissacrante: lo sfarzo variopinto di una metafora, il marmoreo nitore di una similitudine sono strumenti di una critica garbata ma corrosiva che mette in discussione quelle stesse tradizioni di pensiero e di linguaggio su cui si fonda la nostra cultura.
dall’Introduzione di M.T. Giaveri.

Consiglio a cura di Flextime

Paul Valéry – Quaderni. Volume II – Linguaggio • Filosofia

cover0001Linguaggio e Filosofia sono le due rubriche a cui appartengono i testi qui pubblicati: come dire il centro, il cuore della ricerca di Valéry. Ma occorre subito precisare un punto: l’originalità e la potenza del pensiero di Valéry in rapporto a queste due parole sono così grandi proprio perché mai, in nessun momento, Valéry parlò in termini da linguista o da filosofo. Linguaggio fu per Valéry la via d’accesso privilegiata alla totalità della mente, al funzionamento cerebrale, all’imponente àmbito di ciò che sta al di fuori della parola. Questo diventava possibile in quanto, per Valéry, «le parole fanno parte di noi più dei nervi». Quanto alla Filosofia, si può dire che Valéry non abbia mai rinunciato a un qualche sarcasmo verso questa disciplina, per lui troppo pomposa e paga di verbalismi. Già nei suoi primi anni osservava: «La metafisica ovvero astrologia delle parole». E dello stesso periodo è un’annotazione che ci permette di capire, una volta per sempre, a quale remota distanza si ponga la «filosofia» di Valéry dalla «filosofia delle università»: «La filosofia è impercettibile. Essa non è mai negli scritti dei filosofi – la si sente in tutte le opere umane che non concernono la filosofia ed evapora non appena l’autore vuole filosofare».

Paul Valéry – Quaderni. Volume III – Sistema • Psicologia • Soma e CEM • Sensibilità • Memoria

cover0001In questo terzo volume dei Quaderni di Paul Valéry si troveranno alcune sezioni (e innanzitutto la prima: Sistema) che illuminano il meccanismo stesso dell’enorme impresa di Valéry. La parola Sistema non va intesa, per Valéry, nel senso che essa ha in filosofia, ma piuttosto come procedimento mentale, identificazione degli invarianti e delle variabili su cui far giocare le operazioni della coscienza: «Questo “sistema” che chiamo … talvolta l’Assoluto, o Riduzione all’assoluto, consiste semplicemente, in linea di principio, in una specie di proiezione di tutto, o di checchessia – sul piano del momento –, che consenta una riduzione di questo oggetto a dei caratteri, qualità, potenze ecc. che siano sensibilmente miei e che lo siano molto distintamente». Siamo qui vicino al cuore dell’impresa di Valéry – e da qui si proietta la luce che investe le altre sezioni: Psicologia, Soma, Sensibilità, Memoria. Ora potremo renderci conto di come il procedimento di Valéry sia del tutto autosufficiente, tanto da permettergli la costruzione di una intera psicologia che non deve sostanzialmente nulla alle grandi scuole contemporanee (inclusa la psicoanalisi).

Paul Valéry – Quaderni. Volume IV – Tempo • Sogno • Coscienza • Attenzione • L’Io e la personalità

cover0001Per decenni, Valéry elaborò una teoria del sogno inconciliabile con quella di Freud e priva di precedenti in altri teorici. Questa teoria si connetteva alla questione ricorrente in tutti i Quaderni: che cosa significa essere coscienti? Prima ancora che un racconto di eventi, a cui tende a ricondurlo la psicoanalisi, il sogno è un regime della coscienza, il luogo dove si applicano regole peculiari della mente. Ma quali sono queste regole? L’indagine di Valéry, soprattutto nelle sezioni Sogno e Coscienza, incluse in questo volume, si avvicina al «centro dell’anello» (come egli definiva un’altra figura essenziale di cui qui si tratta: l’«Io puro»).

Paul Valéry – Quaderni. Volume V – Affettività • Eros • Theta • Bios

cover0001Non esiste niente di meno simile a un journal intime (ciò a cui pensiamo quando usiamo le parole «diario», «quaderno» o «taccuino») dei Quaderni di Paul Valéry. Documento unico nella letteratura francese – e probabilmente nella letteratura tout court –, essi sono infatti un «grande laboratorio di segrete ricerche» in cui possiamo seguire, giorno per giorno (Valéry vi si dedicava ogni mattina dalle quattro alle sette), il dispiegarsi di una pura attività mentale, «ardente e ultrasensibile».
In questo quinto volume Valéry affronta quegli aspetti della vita spirituale che in gioventù aveva respinto bollandoli come irrazionali, ma che con la maturità erano venuti via via assumendo importanza sempre maggiore. In particolare nei due capitoli centrali, Eros e Theta, dedicati all’amore e alla religione (ma anche in quello sull’affettività, e nell’ultimo, Bios, dove si impone il tema delle necessità biologiche che regolano la nostra intera esistenza, inclusi i più complessi processi mentali), troviamo passi di stupefacente intensità. E ci viene rivelato fino a che punto Valéry fosse consapevole dell’intima tensione, della «inestinguibile inquietudine» che provocavano in lui le due esperienze più estreme: quella erotica e quella mistica.

Henri Alain-Fournier – Il Grande Meaulnes

Alain-Fournier, Henri - Il Grande Meaulnes

“Il piccolo immenso gioiello lasciato da Alain-Fournier ha cristallizzato per generazioni di lettori la poesia misteriosa della giovinezza. È un romanzo che ben presto sgattaiola via dalle reti delle letture critiche, si sottrae alle analisi e diventa qualcosa di più, qualcosa d’altro, come lo sono diventati Siddharta o Il giovane Holden o Sulla strada. È uno di quei casi in cui l’esperienza stessa della lettura prolunga, amplifica, sdoppia la suggestione dell’opera: ricordiamo i pomeriggi in cui sottolineavamo paragrafi di Hesse fumando sul letto, ricordiamo il corridoio del liceo dove seduti per terra leggevamo Holden ed eravamo Holden, ricordiamo il sacco a pelo dentro al quale, sul ponte della nave, leggevamo una copia di Sulla strada incartapecorita dalla salsedine, ricordiamo l’estate gialla e immobile di calore in cui leggevamo Meaulnes e sentivamo palpitare in noi la sua irrequietezza. Questa capacità di riecheggiare forte, di trovare la muta sintonia con una sensibilità acuminata, è la vera profonda grandezza del romanzo, che non sta nell’intreccio (…), ma in una sorta di finissima eppure possente costruzione mitica di cui vogliamo cogliere tre motivi chiave: l’infanzia, l’avventura, il meraviglioso.” (Dalla Postfazione di Yasmina Melaouah)

Consiglio offerto da Athanasius.

René Daumal – Spinoza o la dinamite filosofica

cover Nel percorso umano e speculativo di René Daumal, l’esplorazione dell’Oriente, privato di ogni tentazione esotista, è accompagnata dall’articolata denuncia dei limiti del pensiero occidentale. Questa critica radicale, che coinvolge tanto la filosofia quanto la religione, individua però delle eccezioni nella dialettica hegeliana e, più compiutamente, nell’opera di Baruch Spinoza. In questo saggio scritto nel 1932, Daumal espone in modo conciso la sua lettura dell’Ethica spinoziana, mostrandone il valore rivoluzionario rispetto alla morale e alla metafisica dominanti, la sua irriducibilità alla storia della filosofia. Per il rigoroso distruttore di miti si aprono così le porte di una diversa tradizione di saggezza, quella che si manifesta nella Cabala e nell’insegnamento dei Vedanta. Nel Catechismo, che pubblichiamo in appendice, la necessità del risveglio interiore riconosciuta in Spinoza prende la forma dell’apologo satirico, tra intenzione pedagogica e patafisica sensibilità per l’assurdo.

Gabriel Chevallier – La paura

paura, La - Gabriel ChevallierL’orrore, lo sgomento e la disperazione della Prima guerra mondiale, in un’opera che coniuga la verità impietosa della testimonianza con la forza affabulatrice del romanzo, mettendo in scena la vanità grottesca degli ufficiali, le vigliaccherie di alcuni e l’eroismo di molti, la cocciuta voglia di vivere e l’ossessiva paura di morire di tutti.

Consiglio a cura di Athanasius.

Alfred Jarry – Gesta e opinioni del dottor Faustroll

coverCon questo libro si rivelò al mondo, nell’anno 1911, la scienza delle scienze, che tutte le altre ingloba e vanifica: la patafisica, «scienza delle soluzioni immaginarie», che si prefigge di studiare le leggi che reggono le eccezioni (quindi, in modo più o meno evidente, tutto) e di spiegare l’universo supplementare al nostro. Suo araldo è il dottor Faustroll, «negromante moderno, mescolanza di uomo e di marionetta, di trasposizione mitica e di caricatura» (Sergio Solmi). Al pari di tanti eroi delle favole, il dottor Faustroll deve compiere un viaggio – e la sua imbarcazione si spingerà indifferentemente per terra, per mare o per le vie della città. Le varie «isole» a cui approda sono altrettante costellazioni sull’atlante celeste della décadence, come dire su quello che ancora oggi è il nostro cielo. Lì vegliano invisibili numi protettori, che rispondono volta a volta ai nomi di Lautréamont e di Bloy, di Mallarmé e di Gauguin, di Schwob e di Verne. E lì sentiremo risuonare l’inestinguibile riso patafisico, che si sovrappone a quello più antico di Rabelais, in quanto «coscienza viva di una dualità assurda e che salta agli occhi». In quanto tale, precisava Daumal, esso è «la sola espressione umana dell’identità dei contrari (e, cosa notevole, ne è l’espressione in una lingua universale)».