Henry James – Nella gabbia

Nella gabbia (L'isola) di [James, Henry]

Un’impiegata del telegrafo, prigioniera del suo gabbiotto e di un destino mediocre e inesorabile che farà di lei la moglie di un droghiere, sogna la vita degli altri – ricostruita pazientemente, telegramma dopo telegramma, unendo indizio a indizio – e proietta in essa desideri e ambizioni. Tanto basta a Henry James per evocare con crudele precisione quel mondo della borghesia di fine XIX secolo di cui è stato il ritrattista insuperato. Ma sbaglierebbe chi volesse ridurre “Nella gabbia” allo stato di impietoso referto sociologico, sia pure steso da una mano di magistrale delicatezza e sorretto da una finissima capacità di penetrazione psicologica. L’anonima telegrafista del romanzo interpreta un destino più vasto, che valica il tempo e lo spazio fino a lambire e a turbare la nostra stessa contemporaneità: è il destino di chi non sa, né forse può, trovare «una maglia rotta nelle rete che ci stringe», e sottrarsi all’imperioso ricatto dei sogni degli altri. Ancora con Montale, potremmo dire che lei, come noi, è “della razza di chi rimane a terra”.

Henry James – L’ umiliazione dei Northmore

L’umiliazione dei Northmore di [James, Henry]

Alla morte di Lord Northmore, il suo amico di lunga data Warren Hope partecipa al suo funerale, ma il freddo mette a dura prova la sua salute malandata e una polmonite fa sì che egli segua presto la stessa sorte dell’amico. La moglie di Warren considera questa fine come l’ultima beffa di un rapporto sbilanciato: i due uomini avevano iniziato a lavorare insieme ma, mentre Warren era rimasto nell’ombra e non aveva raggiunto alcuna gratificazione, morale ed economica, pur essendo il più intelligente tra i due, Lord Northmore era diventato ricco e illustre. Mrs Hope vuole vendetta e cerca l’umiliazione postuma di quella famiglia arrogante. L’occasione insperata le si presenterà grazie a un epistolario amoroso tenuto nascosto per molti anni.

Henry James – A Londra

A Londra (Le storie) di [James, Henry]

Henry James scrisse questo saggio – una dichiarazione d’amore per Londra – nel 1888, quando ormai da vent’anni viveva in Inghilterra, sua patria elettiva. Come afferma lo scrittore americano, per amare Londra nel modo giusto bisogna amare anche i suoi difetti. E difetti, nella capitale inglese, James non ha difficoltà a trovarne. Ma per quanti siano non possono impedire alla «tenebrosa Babilonia dei tempi moderni» di rimanere la città che con il suo fascino lo conquistò, nell’amata stagione delle nebbie, e lo avvinse con i più bei grigi al mondo, ma anche con il suo spirito democratico.

Henry James – Una vacanza romana e altri scritti

Una vacanza romana: e altri scritti di [James, Henry]

Una vacanza romana e altri scritti è una raccolta di scritti di Henry James – già parte del volume Ore italiane (1909) – dedicati alla città di Roma e ai suoi dintorni, visitati da James in uno dei suoi numerosi viaggi in Italia. La città diventa nelle sue parole lo scenario di una dialettica mai risolta tra la fascinazione per la Storia e la repulsione nei confronti della mole ingombrante del passato, che l’Urbe porta con sé. La Roma dei ruderi di campagna, ma anche delle toghe purpuree dei monsignori, dei nuovi quotidiani liberi dalla censura papale e dei contadini con cappelli di paglia lungo le vie, dei monumenti capitolini e della folla fluviale sul Corso. Lo humour e l’ironia sottilissima dello scrittore americano si sposano con le descrizioni pittoriche e pittoresche dei luoghi e delle genti, riportando alla luce una coinvolgente tonalità tipicamente romana

Henry James – Che cosa sapeva Maisie

Che cosa sapeva Maisie (Tascabili. Romanzi e racconti Vol. 805) di [James, Henry]

Maisie è una bambina che assiste impotente alla distruzione del matrimonio che unisce i suoi genitori. Dopo il tragico divorzio, fra continui e repentini litigi e rappacificazioni, Maisie viene travolta da un fiume discontinuo di infelicità e improvvise gioie e segue, senza potersi mai opporre, ogni movimento del legame di amore e odio che unisce e divide i genitori, accompagnandoli quando questi cercano nuovi amori, e indirizzandoli finalmente l’uno nelle braccia dell’altra.

Flannery O’Connor – La vita che salvi può essere la tua

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Crescono anche in Europa, ad ogni traduzione, l’interesse e il consenso per l’opera di Flannery O’Connor, la scrittrice americana scomparsa nell’agosto 1964, a soli trentanove anni, nel pieno della maturità artistica. La scarna biografia di questa ragazza della Georgia, nata e vissuta nella campagna del Sud, condannata da un male inguaribile, rivela una prepotente vocazione, irrobustita da un paziente artigianato letterario. Con la stessa lucidità e lo stesso coraggio con cui affrontò la malattia, la O’Connor si ostinò a dare alla propria arte una cifra inconfondibile: aveva in uggia i luoghi comuni del « romanzo del Sud », si ribellava all’idea di essere catalogata come una « infelice combinazione di Poe e di Erskine Caldwell ». Il paesaggio delle sue storie era ancora quello « classico » delle campagne disabitate, delle piccole città, dei predicatori ambulanti, dei negri e dei « poveri bianchi » : ma veniva trasfigurato da un fervore religioso ai limiti dell’ossessione, percorso da squarci improvvisi di luce e tenebra, a simboleggiare lo scontro balenante del peccato e della grazia. Questo mondo primitivo e visionario Flannery O’Connor giunse a ricrearlo col massimo della concentrazione soprattutto nei racconti, come testimonia questo volume che li riunisce tutti (negli Stati Uniti, apparvero in due distinte raccolte, nel 1955 e nel 1965, col titolo di A Good Man Is Hard to Find e Everything that Rises Must Converge). Sono storie che si snodano in uno spazio angusto, spesso domestico, ma per questo non sono meno drammatiche e avvincenti. Vi si stagliano, inquietanti figure: ragazze presto deluse dalla vita, vagabondi imprevedibili, vecchi trasognati, bambini precoci e quasi vizzi, malinconici e intuitivi, cui spesso tocca il privilegio della verità. La O’Connor costruisce attraverso le loro vicende un universo morale al tempo stesso miserabile e grandioso: la realtà immota e disadorna è pervasa da un soffio di messianesimo esaltante, che trasforma povere creature in rilevate figure di profeti, li coinvolge nella colpa e nella redenzione, in un incalzare di moderne « parabole ».

Hanya Yanagihara – Una vita come tante

Una storia sull’amicizia e sull’amore nel XXI secolo. In una New York sontuosa e senza tempo vivono quattro ragazzi, compagni di college e di vita, che da sempre sono stati vicini l’uno all’altro. Si sono trasferiti nella grande metropoli da una cittadina del New England, e all’inizio sono alla deriva e senza un soldo in tasca, sostenuti solo dalla loro amicizia e dall’ambizione. Willem, dall’animo gentile, vuole fare l’attore. JB, scaltro e a volte crudele, insegue un accesso al mondo dell’arte. Malcolm è un architetto frustrato in uno studio prestigioso. Jude, avvocato brillante e di enigmatica riservatezza, è il loro centro di gravità. Nei suoi riguardi l’affetto e la solidarietà prendono una piega differente, per lui i ragazzi hanno una cura particolare, una sensibilità speciale e tormentata, perché la sua infanzia è stata segnata da una serie di violenze, e la sua vita oscilla tra la luce del riscatto e il baratro dell’autodistruzione. Intorno a Jude, al suo passato, alla sua lotta per conquistarsi un futuro, si plasmano campi di forze e tensioni, lealtà e tradimenti, sogni e disperazione. E la sua storia diventa quella di un’amicizia arcana e profonda, in cui il limite del dolore e della disperazione è anche una soglia da cui può sprigionarsi l’energia accecante della felicità.

James Baldwin – Gridalo forte

In questo romanzo, Baldwin ci porta nella Harlem della sua adolescenza. Il suo stile narrativo, denso e ritmico, porta con sé una critica aspra del razzismo. Raccontando i contrasti di una famiglia attraverso due generazioni, dal sud rurale al ghetto del nord, “Gridalo forte” è il ritratto di persone catturate in una lotta drammatica e di una società in rapida trasformazione. Assente da tempo dal mercato italiano, vi ritorna ora in una nuova traduzione.

Thomas Pynchon – L’incanto del lotto 49

L’allucinata satira del mondo moderno in un tour-de-force linguistico e narrativo. Il romanzo che ha fondato la letteratura post-moderna e il piú letto e famoso di Thomas Pynchon, il piú grande e misterioso scrittore d’America. Considerato un classico della letteratura americana contemporanea, punto di riferimento per un’intera generazione di scrittori, “L’incanto” è un libro di culto assoluto. Oedipa Maas era una giovane casalinga californiana, laureata in letteratura inglese e moglie di un deejay radiofonico. Poi, un giorno, viene nominata esecutrice testamentaria, e tutto cambia. Una cospirazione mondiale, antica di secoli, getta la sua ombra sulla vita di tutti i giorni, sull’America solare e felice degli anni Sessanta, e lancia Oedipa sulla scia di un enigma impossibile. Ma la sfrenata recita di Pynchon possiede un cuore di tenebra, il senso religioso dell’attesa, l’ansia della rivelazione, il bisogno di un’umanità nuova. A quarant’anni dalla pubblicazione, “L’incanto” è di nuovo oggi un viaggio di conoscenza, un itinerario segreto, nel mistero irrisolto della felicità.