A Praga, nel 1920, Gustav Janouch, allora diciassettenne aspirante poeta e letterato, venne presentato dal padre a Franz Kafka. I due lavoravano nella stessa Compagnia di Assicurazioni, e subito il più giovane prese l’abitudine di far visita a Kafka nel suo ufficio e di accompagnarlo a casa. Nacquero così queste “Conversazioni” che costituiscono una testimonianza sul grande scrittore praghese. In questo contesto Kafka non è visto come una figura letteraria ma come un uomo affascinante e misterioso, costretto a convivere con le incomprensioni di un ambiente e con la malattia che di lì a poco lo avrebbe condotto alla morte.
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Marthe Robert – Solo come Kafka
Frank Kafka è al centro di molte culture, di molte storie, di molte lingue. Nato a Praga, ebreo di Boemia (allora parte dell’Impero austriaco e luogo dove si sviluppa il nazionalismo ceco) Kafka non si esprime nè in ceco, nè in giudaico ma in tedesco. Due scelte sono escluse per luo: quella dell’assimilazione totale (all’ Austria, alla cultura tedesca, alla Boemia?) e quella di un ritorno al giudaismo ancestrale che non è più quello di suo padre. Da questa situazione e da questa lacerazione nasce l’arte moderna più audace e più classica, la sola, forse, in cui modernità e rigore abbiano saputo realmente fondersi. Lavorando esclusivamente sugli scritti di Kafka, di cui ha una conoscenza profonda, Marthe Robert si è sforzata di precisare la figura di Kafka, le sue opinioni dichiarate, il suo modo di vivere, come si delineavano dai testi, in particolare i Diari e le lettere. I temi, la struttura dei racconti, l’ambiguità linguistica di Kafka, il suo ricorrere a una lingua neura, <<senza qualità>>, nuda, sono analizzati nei più piccoli particolari. Ne esce uno studio fondamentale per capire un autore-chiave del nostro tempo.
Ferruccio Masini – Franz Kafka. La metamorfosi del significato
Michael Lowy – Kafka, sognatore ribelle
Lucio Lombardo Radice – Gli accusati. Kafka, Bulgakov, Solzenitsyn, Kundera
La chiave di lettura di questo libro non è letteraria anche se lo è, e in alto grado, il suo materiale. La testimonianza personale e la produzione poetica di quattro scrittori-simbolo — Kafka, Bulgakov, Solženitsyn e Kundera — forniscono all’autore la lente luminosa e perfetta attraverso cui osservare quarant’anni di problemi storici e di condizione umana posti dalla rivoluzione e dal socialismo, dentro e fuori i suoi confini geografici, alla coscienza dei militanti dopo il XX Congresso del Pcus e i fatti di Cecoslovacchia. Sulla scorta dell’angosciosa inquietudine di Kafka, della satira di Bulgakov, delle denunce di Solzenitsyn e Kundera — i quattro « accusati » che la dialettica della storia recente ha trasformato in « accusatori » — l’autore esercita la sua riflessione, interpreta e giudica con pacata fermezza il passato, formula un giudizio complessivo sull’esperienza del socialismo e dei paesi socialisti, e infine avanza delle proposte perché riprenda vita il grande ideale e la pratica concreta della democrazia socialista.
Max Brod – Franz Kafka. Una biografia
Pietro Citati – Kafka
«Il libro di Citati è “impuro”; esattamente. Assomiglia a un diario privato che abbia per tema Kafka; ha l’erratica densità di un epistolario, un vasto taccuino, uno zibaldone su un unico tema; ma contemporaneamente è un libro costruito con estrema attenzione, come si costruisce un romanzo, una autobiografia, non una biografia, perché malgrado le citazioni e i riferimenti fattuali, il libro di Citati non è una biografia. Ma, allora, che cosa è? È letteratura». Giorgio Manganelli
Giuliano Baioni – Kafka. Letteratura ed ebraismo
Reiner Stach – Questo è Kafka? 99 reperti
Nel corso del lavoro per la sua monumentale biografia di Kafka, Reiner Stach ha isolato novantanove «reperti» che corrispondono ad altrettanti momenti ed episodi, testimoniati dallo scrittore stesso o da suoi amici e contemporanei. Tale mosaico ci mostra un Kafka poco conosciuto: frequentatore di casinò e bordelli, o di un collezionista di foto osé, o in ufficio in preda al fou rire di fronte al sussiegoso superiore, o fra gli appassionati di nuoto e d’aeroplani, o seduto in giostra in mezzo a ragazzine vocianti, ma anche abile falsificatore della firma altrui – si tratti di Thomas Mann o di una sedicenne vagheggiata a Weimar… Fra le sorprese che ci riserva il libro vi è la prima “Lettera al padre”, rivolta ancora ai «Cari genitori», e la piantina dell’appartamento in cui Gregor Samsa si risveglia trasformato in un insetto. Se esilarante è la pubblica lettura della “Colonia penale” in una galleria di Monaco, dove gli astanti cadono in deliquio o fuggono, incapaci di reggere quell’«odore di sangue», mentre Kafka prosegue imperterrito, commovente è la storia delle lettere che lo scrittore attribuisce a una bambola persa in un parco di Berlino, per consolare una bambina in lacrime. Lettere perdute per sempre. Conservato è invece l’appello a Kafka di un infelice messo alle strette dalla cugina che non comprende il senso della “Metamorfosi”.
Patrizia Runfola – Praga al tempo di Kafka
In un’esperienza di viaggio confluiscono esigenze anche molto diverse, come differenti possono essere gli esiti che da essa scaturiscono. Il viaggio che Patrizia Runfola ci propone è molto particolare: sul filo di un racconto suggestivo e intenso rivive un momento preciso nella storia di Praga, cioè quelli che potremmo definire gli anni di Kafka. Si tratta di un periodo di grande vivacità creativa, nato dalla magia dell’incrocio di lingue e tradizioni diverse (ceche, tedesche ed ebraiche), e dall’interesse appassionato per quanto avviene nel resto d’Europa in ambito letterario, artistico e poetico. Insieme a Kafka, Max Brod, ai fratelli Capek, a Jaroslav Hašek, a poeti come Nezval e Werfel, ma anche ad architetti, pittori e scenografi, entriamo nelle case, nei circoli letterari, nelle redazioni delle riviste, nei caffè e nei teatri della città, diventando spettatori partecipi di amicizie, amori e storie, molto spesso destinate a concludersi con la morte o la fuga in Palestina e in America. Il tramonto dell’impero austro-ungarico, la prima guerra mondiale e il montare della furia devastatrice di Hitler incombono infatti sulla vita di tutti. Quella che l’autrice ci propone è una felice immersione in un mondo che sarà presto cancellato dalle tragiche vicende della storia.