Autori Vari – Breve dizionario dell’ideologia italiana

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In una trentina di voci questo agile dizionario illustra la crisi della politica, della rappresentanza, della partecipazione passando al contropelo le parole stesse attraverso le quali l’establishment, ma anche i suoi tradizionali critici, si rappresentano e si legittimano chiedendo responsabilità e sacrifici. Da legalità a innovazione, da sicurezza a governabilità, una martellante retorica dell’ordine detta comportamenti e forme di pensiero, invita alla repressione di devianze e scelte di libertà, occupa con prepotenza il discorso pubblico. Ma fenomeni sociali e pratiche individuali e collettive sempre più fuori controllo smontano nei fatti il mondo fittizio costruito intorno alle parole dell’ideologia, mettendo in evidenza il vuoto o il nudo contenuto di potere su cui poggiano. I lemmi raccolti in questo volume si propongono come un maneggevole strumentario per non lasciarsi ingannare.

Perry Anderson – L’Italia dopo l’Italia

L'Italia dopo l'Italia

Scritto da uno degli studiosi più attenti alla storia dell’Italia moderna, questo libro è un resoconto meticoloso e documentato degli ultimi venticinque anni di politica nazionale, inseriti nel più ampio contesto degli eventi europei. Attraverso l’analisi dei maggiori protagonisti e dei partiti sorti dalle ceneri della Prima Repubblica, e dei tatticismi e compromessi che hanno caratterizzato la Seconda, Perry Anderson individua i punti nevralgici che hanno gradualmente determinato la crisi economica, politica e sociale che ancora affligge il nostro Paese. L’indagine dell’autore si spinge fino agli ultimi fatti di cronaca politica, in cui tutti i nodi del recente passato stanno venendo drammaticamente al pettine. Conflittualità tra i poteri dello Stato, degradazione del ruolo del Parlamento, personalismo autoritario del premier, inadeguatezza dei piani economici sono solo alcuni dei sintomi più evidenti di una crisi profonda e in apparenza irreversibile. In questa difficile situazione, Matteo Renzi ha buon gioco a presentare il suo governo come l’ultima possibilità di ripresa ma, sostiene Anderson, gli spazi di manovra vanno sempre più riducendosi, mentre il futuro dell’Italia continua a restare pericolosamente incerto.

Salvatore Settis – Italia S.p.A. L’assalto al patrimonio culturale

Italia S.p.A.

Nato come reazione ai tentativi del governo Berlusconi di svendere il patrimonio culturale pubblico, di ridurre il livello della tutela e di privatizzare i musei, questo libro di battaglia ha proposto una riflessione sul ruolo del patrimonio culturale e paesaggistico nella Costituzione, nell’identità e nella storia nazionale, e ha trovato vasta eco nell’opinione pubblica. Esaminando le caratteristiche specificamente italiane della tutela, la sua storia e la sua dimensione politica, Salvatore Settis mette in rilievo il legame forte che lega il patrimonio al territorio, alla storia e alla lingua del Paese, ai traguardi della società civile. Esperienze e fallimenti della pubblica amministrazione (di destra e di sinistra) vengono messi a confronto con quanto accade in Europa e in America, ma anche con le potenzialità del “sistema Italia” nel’interazione (finora evitata ma possibile) fra amministrazione della tutela e strutture pubbliche della ricerca e formazione (università).

Giorgio Boatti – Un paese ben coltivato

Un paese ben coltivato

Prima tappa: la mietitura di granoturco e riso, in una pianura estenuata dalla siccità. La seconda tappa: la vendemmia appena terminata, sulle balze della Valtellina e giù in fondo alla Sicilia. Quanto alle olive, per raccontarne la raccolta, c’era tempo tutto l’inverno: però già prima di Natale sono in Calabria. Oltre alle olive, e ai non scontati scorci della filiera delle arance, mi è venuta incontro l’avventura di un coltivatore di bergamotto: pareva una spy-story ambientata tra Londra, Boston e la fiumara di Amendolea in quel di Condofuri. Mese dopo mese, ho accompagnato l’evolvere delle stagioni con il succedersi dei luoghi, delle coltivazioni, degli incontri: dal ‘triangolo d’oro’ del riso al ‘distretto rosso’ del pomodoro, dalla filiera degli ortaggi al re dei frutti di bosco che dal Veneto e dal Trentino arrivano ovunque. E poi ricercatori di altissimo valore che nessuno pare apprezzare, gente che ridà vita a masserie e a poderi e dinastie famigliari, quelle che di un certo prodotto hanno fatto un blasone.» Con lo sguardo curioso e spiazzante dell’absolute beginner, digiuno di ogni sapere specialistico ma aperto al nuovo e all’inaspettato, proprio come quando, due anni fa, ha bussato alle porte dei monasteri, Giorgio Boatti è andato alla ricerca di scommesse in corso: storie nelle quali il primo posto spetta alle persone che vi operano. Vitali, innovative. Forse controcorrente, in un paese dove, per forza, bisogna dire che tutto va a picco. Mentre invece in questa Italia dai piedi ben piantati in terra c’è all’opera un pezzo di futuro che ci riguarda tutti.

Consiglio a cura di Flextime

Corrado Augias – I Segreti d’Italia

Segreti d'Italia, I - Corrado AugiasCome mai in Italia le cose sono andate come sono andate?
Come ha potuto diventare, questa penisola allungata di sbieco nel Mediterraneo tra mondi diversi, allo stesso tempo la patria dei geni e dei lazzaroni, la culla della bellezza e il pozzo del degrado? Spaziando da Nord a Sud, dalle pagine più alte della nostra letteratura alle storie terribili ed esemplari della cronaca, Corrado Augias illumina i segreti e gli angoli oscuri del Paese che riaffiorano puntuali a scandire il nostro presente: il risultato è il romanzo di una nazione, una personale e appassionante ricerca in cui l’autore mescola vicende realmente accadute, ricordi personali, incontri intellettuali, suggestioni letterarie e opere d’arte, e ci spiega perché “non basta guardarla com’è oggi l’Italia; per cercare di capire bisogna ricordare anche le molte vicende del suo passato, la dimensione immaginaria degli eventi, le sue chimere”.

Consiglio a cura di Athanasius.

Guido Crainz – Il paese reale. Dall’assassinio di Moro all’Italia di oggi [Pdf]

 

CoverLa fine degli anni settanta segna una svolta nella storia della Repubblica: agli ultimi, cupi sussulti del decennio morente si intreccia l’emergere di trasformazioni colossali che riguardano l’economia e la cultura, il privato e il pubblico, la politica e la comunicazione. Nella convulsa stagione degli anni ottanta si ripropongono inoltre quelle tendenze esasperate all’affermazione individuale, quello sprezzo delle regole, quell’atteggiamento predatorio nei confronti del bene pubblico che erano già apparsi negli anni del «miracolo». Al tempo stesso giunge al punto estremo di crisi un sistema dei partiti sempre più portato a esaudire gli egoismi di ceto, pur di ottenere il consenso. Di qui un dilatarsi del debito pubblico fino a livelli intollerabili. Di qui, anche, un dilagare della corruzione politica che avrebbe portato al crollo della prima Repubblica, e – ben lungi dall’essere sradicato dall’esplosione di Tangentopoli – avrebbe segnato in profondità anche tutta la fase successiva. Per molti versi dunque i lunghi anni ottanta si presentano come un luogo di incubazione del nostro presente. Il nesso fra gli anni di Craxi e l’era berlusconiana ha qui le sue radici, e in questo scenario si collocano le domande che oggi ci incalzano: perché l’anomala alleanza di centrodestra che si affermò inaspettatamente all’alba della seconda Repubblica riuscì a improntare largamente di sé l’intero ventennio successivo? Quali sono le ragioni della quasi ventennale stagione di Berlusconi? E che Italia ci lascia, quella stagione? E ancora: ci sono le energie e le qualità per affrontare una difficile ricostruzione e misurarsi con la crisi internazionale che chiama in causa l’identità e il futuro dell’Europa? Da dove prendere l’avvio per invertire il degrado di un sistema politico e di una «partitocrazia senza i partiti» che ha superato ogni livello di guardia?

 

Guido Crainz – Autobiografia di una Repubblica. Le radici dell’Italia attuale [Pdf – Epub – Doc]

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Dove affonda le sue radici l’Italia di oggi? Guido Crainz cerca le risposte a questa e a altre domande non in vizi plurisecolari del paese ma nella storia concreta della Repubblica, muovendo dall’eredità del fascismo, dalla nascita della “repubblica dei partiti” e dagli anni della guerra fredda. L’analisi si sofferma soprattutto sulla “grande trasformazione” che ha inizio negli anni del “miracolo” e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. In assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare ad essa orientamento e regole, si delinea una “mutazione antropologica” destinata a durare. Essa non è scalfita dalle controtendenze pur presenti – di cui il ’68 è fragile e contraddittoria espressione – e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. “Mutazione antropologica” e crisi del “Palazzo” – per dirla con Pier Paolo Pasolini vengono così a fondersi: in questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della Lega e l’esplosione di Tangentopoli sono solo un sintomo. Iniziò in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica “Seconda Repubblica”: speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro.