Alla luce dei fatti nuovi che hanno mutato tanti aspetti dell’imperialismo, le analisi fondamentali di questo « saggio popolare » sono ancora confermate dalla realtà: le questioni dell’economia contemporanea continuano ad aggirarsi attorno a quel nodo storico-sociale che Lenin diede da sciogliere al proletariato internazionale.
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Lenin – L’imperialismo. Tutti gli scritti sulla fase suprema del capitalismo
Nikolaj Bucharin – L’imperialismo e l’accumulazione del capitale
Quando nel 1913 Rosa Luxemburg elaborò una critica radicale della teoria marxiana della riproduzione e sostenne l’idea dell’inevitabile crollo economico del sistema capitalistico, tutta la socialdemocrazia tedesca insorse contro questa tesi.
Circa dieci anni dopo, il più giovane e prestigioso teorico del marxismo rivoluzionario russo, N. I. Bucharin, riprese i temi « luxemburghiani » confutandoli nel saggio che qui si pubblica per la prima volta in italiano.
John Atkinson Hobson – L’imperialismo
La lettura de L’imperialismo di Hobson (1902) è un’occasione rara per collocare l’esperienza del mondo contemporaneo in una prospettiva storica. Per l’analisi vivace dei rapporti di dominazione, per la freschezza sorprendente con cui ci introduce alla patologia di un’intera epoca, per l’ispirazione liberale e democratica, questo classico di Hobson è un compagno di viaggio prezioso per comprendere quanto cammino è stato percorso e quanto resta da compiere in un mondo ancora sognato da grandi asimmetrie e da enormi diseguaglianze.
Rosa Luxemburg – L’accumulazione del capitale
Tom Kemp – Teorie dell’imperialismo. Da Marx a oggi
Questo volume offre una serie di analisi comparate, svolte da un punto di vista marxista, di alcune tra le principali teorie dell’imperialismo. Tom Kemp, uno studioso inglese che insegna all’Università di Hull, inizia il suo esame con alcuni cenni sull’opera di Marx, individuando nei suoi scritti la descrizione dei fenomeni economici e sociali e le leggi di sviluppo che stanno alla base delle teorie marxiste sull’imperialismo. Dopo un capitolo su Hobson, cui si deve il conio del termine e la prima trattazione sistematica del problema, Kemp esamina le opere «classiche» di Rosa Luxemburg e di Lenin, considerata – quest’ultima – come la massima sistemazione teorica, e punto di riferimento degli sviluppi della teoria. L’autore passa poi alla critica di altre tesi: quelle dei sottoconsumisti liberali, degli autori che considerano l’imperialismo come un fenomeno essenzialmente politico (tra cui Schumpeter), nonché dei sovietici e dei comunisti «ortodossi». Nella sua vivace e spesso polemica esposizione, l’autore giunge ad affrontare questioni molto più ampie, prendendo in considerazione diversi problemi nei campi dell’economia, della storia, della sociologia e della politica. Il volume assolve cosi un duplice compito di esposizione critica e di stimolo al dibattito.
Rudolf Hilferding – Il capitale finanziario
Renato Monteleone – Teorie sull’imperialismo
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Joseph Schumpeter – Sociologia dell’imperialismo
Questo volume raccoglie due significativi saggi di J. A. Schumpeter. Nel primo, Sociologia degli imperialismi, l’A. analizza i casi più importanti di imperialismo che si sono succeduti nel corso dei secoli: dall’antico Egitto all’impero romano, agli imperatori tedeschi del tardo Medioevo, al colonialismo inglese del diciannovesimo secolo. Nel secondo saggio, Le classi sociali – in ambiente etnicamente omogeneo, l’analisi de!l’imperialismo come fenomeno politico si collega strettamente alla tematica dello sviluppo economico e alla ricerca sulle classi sociali. La tesi di Schumpeter è che non si possa definire l’imperialismo fermandosi solo alla fase più recente dello sviluppo del capitalismo industriale, come aveva fatto Lenin, e trascurando d’altra parte i processi storici e le trasformazioni sociali che rendono la realtà contemporanea ben diversamente articolata. Gran parte della borghesia e la stessa classe operaia, secondo Schumpeter, sono costituzionalmente contrarie a politiche espansionistiche aggressive che non rappresentano la miglior via per la propria crescita economico-sociale. Politici demagoghi, frange di intellettuali, caste militari sono certamente più responsabili dei capitalisti, a giudizio dell’economista austriaco, nel provocare fenomeni imperialistici e nell’alimentarli « culturalmente ». Di qui l’ obbligo di storicizzare l’imperialismo e di valutarne lo svolgimento anche autonomamente dall’analisi dei rapporti di produzione.
Felix Greene – Il nemico. L’imperialismo
Che cosa è l’imperialismo? Come è incominciato? Come funziona? Quali sono i suoi punti deboli? Il volume di Felix Greene, già noto per i libri e i film che ha dedicato a Cina e Vietnam, risponde a questi interrogativi con una documentazione precisa e una chiarezza di linguaggio, che lo rendono indispensabile a chi voglia orientarsi in uno dei problemi decisivi del nostro tempo. L’imperialismo di cui Greene smonta i meccanismi non è una idea astratta, ma una organizzazione che in modo diretto travolge e degrada l’esistenza di centinaia di milioni di uomini, che produce la violenza, la guerra, le ingiustizie razziali e sociali, lo sfruttamento dei paesi poveri, la disumanizzazione della società industriale. La documentazione di Greene si basa soprattutto sugli Stati Uniti, «forza trainante dell’imperialismo, ovunque esso operi», e sulla loro strategia politica, economica e militare, che non ha solo per oggetto i paesi «sottosviluppati», ma anche i paesi industrialmente avanzati dell’Occidente. L’ultima parte del volume è infine dedicata alle alternative rivoluzionarie, fase iniziale — dice Greene — di un conflitto implacabile.