Günter Figal – Introduzione a Martin Heidegger

Introduzione a Martin Heidegger

Introdurre il pensiero di Martin Heidegger ad un pubblico specialistico non si delinea come un’impresa molto difficile. Al contrario di altre introduzioni, tuttavia, Günter Figal riesce a concepire e a realizzare un’opera che mette l’intero percorso di pensiero e di vita del grande filosofo tedesco sotto una luce nuova ed unitaria senza ridurne la portata, banalizzarne la presa, sminuirne la statura. Come scrive Adriano Fabris nell’Introduzione, si tratta qui “non solo di un’utile introduzione al pensiero di Heidegger, […] non solo di un’indagine nella quale le diverse fasi della riflessione heideggeriana sono legate da un filo conduttore persuasivo e generale, ma anche del modello di un’interpretazione non già succube di ciò che vuole interpretare, bensì capace di coniugare consapevolezza teorica e rigore nell’indagine. Il tutto allo scopo di andare, insieme a Heidegger, oltre Heidegger”. A ben vedere il merito di questa introduzione e del suo autore è proprio quello di soddisfare le aspettative che si hanno davanti ad un testo di filosofia, ovvero la capacità di condurre al pensiero.

Autori Vari – Metafisica e antisemitismo. I Quaderni neri di Heidegger tra filosofia e politica

Metafisica e antisemitismo

Il rapporto tra filosofia e politica in Heidegger è sempre stato controverso. Com’è stato possibile che uno dei maggiori filosofi del Novecento abbia aderito al nazionalsocialismo e, soprattutto, non abbia mai riconsiderato la sua posizione anche dopo la Shoah? Con la pubblicazione poi di una parte dei Quaderni neri, il diario intellettuale nel quale Heidegger esprime alcuni giudizi antisemiti, la questione è divenuta ancora più scottante. Qual è il rapporto tra filosofia e politica, in questo pensatore e, più in generale, nei grandi filosofi? Se lo sono chiesto, partendo da Heidegger, alcuni dei principali studiosi del vecchio e nuovo continente.

George Steiner – Heidegger

Heidegger

«La mia attività si è sviluppata soprattutto in tre ambiti. C’è innanzitutto quello delle interpretazioni tragiche dell’uomo e dei suoi rapporti con lo Stato, che ha la sua duplice fonte nella tragedia greca e nell’episodio emblematico della morte di Socrate. Il secondo ambito è costituito da complesso problema della natura e dello sviluppo del linguaggio, e in particolare delle possibilità e delle costrizioni presenti della traduzione sia all’interno della propria lingua che fra le lingue dell’umanità. Infine, nel terzo ambito, ho cercato di analizzare i nessi tra le interpretazioni di opere artistiche, filosofiche e scientifiche da un lato, e il totalitarismo politico del XX secolo dall’altro. Porre queste domande significa ritornare, forse ossessivamente, ai rapporti tra la cultura tedesca e il nazismo, un intreccio in cui la lingua tedesca – che Goethe e Kant, ma anche Hitler hanno usato da maestri – ha giocato un ruolo determinante. In ognuno di questi tre ambiti, ho trovato Heidegger presente in modo massiccio e rivolto a un ulteriore sviluppo della riflessione.» (George Steiner)

Peter Trawny – Heidegger e il mito della cospirazione ebraica

Heidegger e il mito della cospirazione ebraica

L’annuncio della pubblicazione dei Quaderni neri di Heidegger, finora inediti, ha scatenato in tutta Europa un acceso dibattito sull’antisemitismo del filosofo tedesco rivelato dalla lettura dei suoi taccuini. Le idee antisemite sembrano assediare in particolare La storia dell’Essere e sono state influenzate dai Protocolli dei savi di Sion, la principale fonte antiebraica della modernità e della postmodernità. Peter Trawny, il curatore dell’opera omnia di Heidegger, entra nello studio del grande filosofo per rispondere, senza giustificazioni e sensazionalismo, alla domanda che tutti si pongono: il pensiero heideggeriano può resistere a questo “naufragio spirituale”?

Karl Löwith – Saggi su Heidegger

index“L’autore di questo saggio di valutazione critica può dire forse senza lusingarsi che la sua prima edizione, apparsa nel 1953, è valsa all’intento che l’ispirava contribuendo a rompere l’aura di silenzio confuso e di sterile ripetizione del maestro da parte di seguaci proni al suo fascino. Ma una discussione, che sul terreno di Heidegger e dell’intento suo affrontasse il problema del rapporto dell’Esserci umano all’Essere e dell’Essere col tempo, non si può ancora dire che si sia svolta. Manca per questo certo all’uomo d’oggi, immerso nel tempo della storia e che esiste come contemporaneo, ogni esperienza di un Essere eternamente duraturo e vivo, identico a sé nel mutare di tutte le sue forme. Ed è la profonda ma evidente adeguatezza a questo tempo del pensiero di Heidegger che gli procura, nonostante ogni apparente remoto distacco, una tanto diffusa ed efficace influenza. Tuttavia, la sua sfida radicale, che risale fino al limite estremo della tradizione europea per rimetterne in questione la razionalità, da lui vista come storia di un decadimento, resta ancora senza adeguata risposta.” (dalla prefazione alla seconda edizione)

Consiglio a cura di C. Congia.

Sossio Giametta – I pazzi di Dio. Croce, Heidegger, Schopenhauer, Nietzsche e altri

001Da sempre il progresso in filosofia è stato segnato da discepoli che imitano i maestri finché non sviluppano, col loro aiuto, una propria originalità, che li porta a criticarli e nei casi migliori a superarli. “Si ripaga male un maestro” dice Zarathustra “se si resta sempre e solo l’allievo”. Nel trattare, nelle prime sei sezioni di questo libro, i singoli autori a cui esse sono dedicate, ma poi anche quelli compresi nella Miscellanea, Sossio Giametta, pensatore trasversale, non si perde in esposizioni e commenti pedissequi, ma rileva il lavoro dei suoi maestri e lo continua, proponendo soluzioni originali. Dunque, lungi dall’essere una raccolta di divagazioni, questo libro è un contributo alla soluzione di problemi secolari della filosofia.

Peter Sloterdijk – Non siamo ancora stati salvati. Saggi dopo Heidegger

cover0001A confronto con il pensiero di Martin Heidegger, Peter Sloterdijk offre al lettore un’analisi corrosiva del mondo contemporaneo, ove la tecnica si avvia a dominare tutti gli aspetti della vita umana, dalle relazioni più semplici, alla politica, alla medicina. Divagando tra protesi chirurgiche, riferimenti all’attualità politica e alla filosofia, Sloterdijk offre un quadro inquietante, lucido, persino comico del “Parco umano” all’inizio del XXI secolo.

Domenico Losurdo – La comunità, la morte, l’Occidente. Heidegger e l’«ideologia della guerra» [Epub – Mobi]

coverIl tema della guerra «grande e meravigliosa», l’adesione di intellettuali della levatura di Spengler, Junger, Schmitt, Jaspers, ma anche Max Weber e Thomas Mann, all’« ideologia della guerra» sono il filo conduttore e la tela di fondo di un doppio percorso al termine del quale il pensiero di Heidegger risulta contestualizzato e finalmente offerto a una comprensione sottratta tanto all’apologia quanto alla demonizzazione. Un primo percorso studia gli aspetti per così dire «interni», relativi alla società, di una diffusa configurazione filosofica incentrata sul tramonto e sulla trasfigurazione dell’Occidente. Si tratta del tema della comunità che, intrecciato con quello della morte – la morte in guerra, la morte «per qualcosa» – produce in Germania una miscela esplosiva: si pensi al «terra e sangue» dell’ideologia nazista. Un secondo percorso analizza la dimensione per così dire «geopolitica» del tema del destino occidentale, anzi occidentale-tedesco, di fronte agli opposti «mercantilismi» delle democrazie e dell’Urss. Così ricondotti al contesto storico-politico, i nessi del pensiero di Heidegger col nazismo possono risultare persino più chiari che non da uno studio limitata al dato biografico. Ma non è questo l’obiettivo principale di Losurdo che, anche quando s’interroga sugli elementi ideologici nella teoria di Heidegger, evita accuratamente di ridurre tutto a ideologia.

Grazie a Scarsella per la scan di partenza.

Pierre Bourdieu – Führer della filosofia? L’ontologia politica di Martin Heidegger [Epub – Mobi]

coverPochi filosofi come Heidegger hanno proposto alla riflessione critica sul Novecento un «blocco di pensiero» così polifonico e polisemia) da non smettere di suscitare discussioni e interventi, anche extra-filosofici, a volte appassionati, spesso ferocemente polemici. Questo volume di Pierre Bourdieu vuole riaprire l’analisi prendendo distanza dalla «malsana effervescenza» che sembra oggi circondare questo pensiero, e ponendosi sotto un angolo completamente diverso dalla logica del processo e degli interrogativi riduttivi del tipo «Heidegger è stato nazista?», «La sua filosofia era nazista?», «È lecito insegnare Heidegger?». L’approccio messo in atto da Bourdieu nasce si può dire all’interno stesso dei testi heideggeriani dove certi elementi, tracce, indizi, il gioco tra il detto e il non detto, il lavoro di eufemizzazione, rimandano alla dimensione propriamente sociale e illuminano il coinvolgimento politico del filosofo: altrettanti punti di discussione su cui la sociologia può portare un autorevole contributo interpretativo. Il discorso filosofico, infatti, come ogni altra forma di espressione, è il risultato di una transazione tra una intenzione espressiva e la censura esercitata dall’universo sociale in cui tale intenzione si produce. Nella logica del doppio senso, del sottinteso (grazie a cui termini come «Sorge» o «Fürsorge» funzionano su diversi registri), Bourdieu coglie i tratti costitutivi di un’opera inscindibilmente filosofica e politica e ricostruisce le diverse varianti della visione del mondo così come si esprime nei pensatori della Germania di Weimar, delineando il «campo filosofico» all’interno del quale i temi «völkisch» si trasmutano in filosofia esistenziale. Pulsioni e fantasmi politici vengono ripercorsi in una lettura che prende atto delle ambivalenze dell’opera heideggeriana e che, se evita le sintesi sospette, riesce a non ricorrere alla troppo comoda separazione tra testo e contesto, tra il rettore nazista e il «pastore dell’Essere».

Grazie a U.s.A. per la scansione di partenza.

Jean-François Lyotard – Heidegger e “gli ebrei” [Epub – Mobi]

coverAttorno al “caso Heidegger” si sono moltiplicate ricostruzioni storiche, narrazioni sociologiche, dimostrazioni teoriche, volte a screditare il pensiero di Heidegger adducendo le “prove” della sua compromissione con il movimento nazista, o a scrollare l’occasionalità storica dell’“errore” dalla metafisica impoliticità del pensiero. Evitando questa duplice possibile banalizzazione, Lyotard interviene nel dibattito con l’autorità di chi ha pensato il suo libro maggiore,a partire dalla scena di Auschwitz, quando ancora non esisteva alcun “caso Heidegger”, per ravvisarvi il luogo della manifestazione iperbolica dell’esigenza di dare fondamento a una comunità risolta in pura unità, senza più differenze. In questa nuova opera, che elabora anche alcune tesi freudiane, Lyotard precisa la sua posizione: è perché la tradizione ebraica interdice la rappresentazione in uno della eterogenea comunità politica degli affetti che si è tentato l’annientamento non solo degli Ebrei, intollerabili testimoni di questa dissidenza dell’affetto, ma anche del pensiero di tutti coloro (“gli ebrei”, tra virgolette) che in qualche modo fossero partecipi del sapere tradizionalmente attestato dal popolo ebraico. Se, dopo la Shoah, Heidegger non ha avuto parole per ricordare lo sterminio, ciò è avvenuto per lo stesso motivo per cui egli ha potuto, negli anni Trenta, aderire al movimento che l’avrebbe richiesta. Articolando queste premesse, il “nazismo” e il silenzio di Heidegger rivelano, nella decifrazione di Lyotard, il permanere di “una preclusione che è costitutiva del pensiero occidentale come filosofia e come politica”

Grazie a U.s.A. per la scansione di partenza e per l’editing dell’epub.