Nei saggi che compongono questo nuovo volume si confermano le doti dello storico di razza, già messe in evidenza dai suoi precedenti libri. Soprattutto negli ampi capitoli iniziali – quello su «La Germania e l’epoca delle guerre mondiali », dove l’ostinata e lunga lotta dei tedeschi per l’egemonia continentale viene analizzata nell’angustia dei motivi e nella cecità dell’azione che ha portato a spostare fuori dell’Europa i nuovi poli del potere mondiale, e i due saggi su « Ranke e l’imperialismo tedesco » e « Sulla missione della Germania », dove si ricostruisce la responsabilità di un secolo di storiografìa tedesca nel nutrire un paese, sensibile e quasi in attesa, ai miti di un’nazionalismo ottuso ed eversore – si può avere la misura della limpida profondità del suo pensiero e dell’intrepida acutezza della sua analisi.
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Vanna Vannuccini & Francesca Predazzi – Piccolo viaggio nell’anima tedesca
Una panoramica tra filosofia, politica e costume che guida il lettore alla scoperta della personalità e dell’identità tedesca attraverso l’analisi del linguaggio. La lingua tedesca pone, rispetto ad altre lingue europee, particolari ostacoli nella comprensione, è caratterizzata da una grande capacità d’astrazione e, al tempo stesso, di precisione che mettono in difficoltà il lettore italiano. Questo volume offre una chiave di lettura dell’anima della Germania, raccontando uomini e fatti attraverso le parole. Da Willy Brandt e Marlene Dietrich, considerati “infangatori del nido”, a Enzensberger definito un “pensatore laterale”. Un’analisi della lingua per comprendere un popolo.
Angelo Bolaffi Pierluigi Ciocca – Germania/Europa. Due punti di vista sulle opportunità e i rischi dell’egemonia tedesca
«Il vero segreto dell’odierna leadership tedesca, quello che potremmo chiamare il fondamento della sua capacità egemonica, non è di natura economica, come molti ritengono, ma è in primo luogo di natura spirituale e culturale: consiste in una trasformazione epocale, in una sorta di miracolo etico-politico, un “miracolo democratico”». Angelo Bolaffi
Alessandro Somma – L’altra faccia della Germania. Sinistra e democrazia economica nelle maglie del neoliberismo
Angelo Bolaffi – Cuore tedesco
Sergio Cesaratto – Chi non rispetta le regole?
Se la Maastricht 2.0 consisterà delle proposte scriteriate sinora discusse, la Storia non attribuirà certamente la responsabilità della fine dell’euro ai movimenti populisti e a quattro economisti che li sobillano, ma alla cecità dell’establishment europeo. L’Europa si accinge in questi mesi alla revisione delle proprie discusse istituzioni di governance economica, una sorta di Maastricht 2.0. Le attese per l’Italia non sono positive: la Germania sostiene che le regole vadano riviste non perché non hanno funzionato, ma perché non sono state rispettate, proponendo l’irrigidimento dei vincoli di bilancio e relegandone il controllo ai tecnocrati e all’arbitrio dei mercati.
Ma siamo davvero noi italiani ad avere violato le regole della moneta unica, o l’hanno invece fatto i nostri fustigatori tedeschi? Vi sono delle “regole del gioco”, ben note all’analisi economica, che rendono un’area monetaria sostenibile. Ispirate da precetti monetaristi, le regole nei fatti adottate nell’Eurozona sono invece altre, e sono quelle che la Germania ha ritenuto più confacenti al proprio modello mercantilista. Come potrà il rafforzamento di regole sbagliate consolidare l‘euro e non, invece, destabilizzarlo? Quali veti e quali proposte dovrebbe mettere sul tavolo il governo italiano? E da ultimo, un’altra Europa è possibile?
Sergio Cesaratto, ben noto economista dell’Università di Siena, ripercorre le ragioni storico-politiche che hanno portato l’Italia a sostenere la moneta unica come sostituto di un patto sociale interno volto a regolare il conflitto distributivo, accettando così regole del gioco esterne basate su principi antidemocratici, vantaggiose per gli altri, lesive per la nostra crescita. L’illustrazione delle proposte di riforma tedesche mostra la continuità con gli errori che hanno prodotto la crisi finanziaria e accentuato le asimmetrie europee.
L’autore ha cercato di spiegarlo al pubblico tedesco in una conferenza tenuta a Friburgo, città-simbolo del discorso politico-economico “ordoliberista” dominante in Germania, considerato un “universo parallelo” nel resto del mondo. La questione, però, è di farlo capire agli italiani, in particolare a quella parte della classe dirigente che ancora prende per populismo le critiche all’Europa condivise dai migliori economisti internazionali. È quello che si propone di fare in modo chiaro attraverso questo agile e pungente volume.
Vladimiro Giacchè – Anschluss, l ‘annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa
Wilhelm Weischedel – Il coraggio della repsonsabilità
Vladimiro Giacchè – Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa [Epub – Mobi]
Ancora oggi, a quasi 25 anni dal crollo del Muro, la distanza economica e sociale tra le due parti della Germania continua ad accentuarsi, nonostante massicci trasferimenti di denaro pubblico dalle casse del governo federale tedesco e da quelle dell’Unione Europea. Sulla base di una ricerca scrupolosa, condotta attraverso i dati ufficiali e le testimonianze dei protagonisti, l’economista Vladimiro Giacché svela come la riunificazione delle due Germanie abbia significato la quasi completa deindustrializzazione dell’ex Germania Est, la perdita di milioni di posti di lavoro e un’emigrazione di massa verso Ovest che perdura tuttora, spopolando intere città. La storia di questa “unione che divide” è una storia che parla direttamente al nostro presente. Essa comincia infatti con la decisione di attuare subito l’unione monetaria tra le due Germanie, prima di aver attuato la necessaria convergenza tra le economie dell’Ovest e dell’Est. L’unione monetaria ha accelerato i tempi dell’unione politica, ma al prezzo del collasso economico dell’ex Germania Est. Allo stesso modo la moneta unica europea, introdotta in assenza di una sufficiente convergenza tra le economie e di una politica economica comune, è tutt’altro che estranea alla crisi che sta investendo i paesi cosiddetti “periferici” dell’Unione Europea. Il libro di Giacché si conclude quindi con un esame approfondito delle lezioni che l’Europa di oggi può trarre dalle vicende tedesche degli anni Novanta.