Archivi tag: Filosofia
Slavoj Žižek – Disparità
Che cos’è la disparità che dà il titolo a questo volume? Pressoché tutto: è la differenza presente già negli elementi primi della materia, nella proto-realtà della fisica quantistica; ma anche nel vuoto incolmabile tra l’essere e l’alterità radicale di dio, tra il desiderio e la sua fantasmatica realizzazione in un Altro. Riprendendo uno dei concetti meno frequentati dell’immenso corpus hegeliano, ed erigendolo a principio ontologico universale, Slavoj Žižek ne libera tutto il potenziale analitico, continuando brillantemente nella sua opera pluridecennale di reinterpretazione di Hegel e Lacan; e nel suo stile inimitabile (un impasto di cultura alta e pop, Schönberg e le canzonette, Heidegger e i noir americani), confeziona uno strumento per dare ulteriore forza alla vocazione militante del suo materialismo: la filosofia come una forma della lotta di classe, per la vera Idea – quella comunista – che è «ciò che essenzialmente divide».
Axel Honneth – Riconoscimento. Storia di un’idea europea
Axel Honneth è uno dei maggiori filosofi europei e dirige l’Istituto per la ricerca sociale fondato da Max Horkheimer e Theodor Adorno. Questo libro racconta una storia del pensiero europeo, che fin dall’inizio della modernità è attraversato dall’idea che i soggetti sociali siano legati da un rapporto di riconoscimento. Con lo sguardo rivolto alle tre principali tradizioni di pensiero del Vecchio continente, Honneth ci conduce lungo un viaggio tra la Francia, l’Inghilterra e la Germania e disegna i percorsi delle diverse declinazioni di questa idea e delle sue interpretazioni, raccontando ogni volta le sfide politiche e sociali che ne hanno dettato l’urgenza.
Da Rousseau a Sartre, da Hume a Mill, da Kant a Hegel, la storia dell’idea di riconoscimento ci permette di pensare una società dinamica e conflittuale, capace di ospitare il dissenso e per questo democratica.
Queste figure dell’idea di riconoscimento affondano le proprie radici nel Diciassettesimo secolo e hanno formato la nostra tradizione culturale, interagendo e contaminandosi tra loro fino a oggi. In una società sempre più divisa, il riconoscimento è una risorsa preziosa e necessaria per difendere un’idea di democrazia che non possiamo più dare per scontata. Perché l’idea di riconoscimento, spiega Honneth, è la coscienza di una reciproca appartenenza.
Jacques Bouveresse – Il mito moderno del progresso
Intrisa di pensiero postmoderno, la nostra epoca potrebbe essere caratterizzata dal più completo scetticismo nei confronti delle grandi narrazioni della modernità, se una nozione non continuasse a dominare imperterrita la scena: la nozione di progresso. Non vi è discorso pubblico di uomini politici, tecnocrati, economisti, imprenditori e finanzieri in cui la parola «progresso» non ricorra come una speranza, un compito, un obbligo cui attenersi. Il dovere di servire il progresso è, insomma, la vera e propria parola d’ordine del nostro tempo, la fede da fare propria per non incorrere nell’esclusione da ogni agire pubblico.
Già nel 1909, nel suo articolo intitolato Der Fortschritt [Il progresso], Karl Kraus denunciava il carattere vuoto e formale dell’idea di progresso: più che un reale movimento, essa indica l’«impressione del movimento», una sorta di punto di vista fatale per il quale, qualsiasi cosa facciamo, agiamo sempre sotto il riguardo del progresso e mai del regresso.
Da Kraus a Musil, a Orwell, a Wittgenstein e a Georg Henrik von Wright si è sviluppato un ampio pensiero critico di tale idea che Jacques Bouveresse riprende e commenta in queste pagine per mostrare la totale insensatezza di una nozione per la quale «tutto ciò che si fa oggi di nuovo nelle nostre società, e anche tutto ciò che semplicemente si fa, è situato sotto il segno del progresso».
Costanzo Preve – Marx inattuale. Eredità e prospettiva
AA. VV. (a cura di Alessandro Pandolfi) – Ordine e mutazione. Figure, concetti e problemi del pensiero politico moderno
Oona A. Hathaway e Scott J. Shapiro – Gli internazionalisti: Come il progetto di mettere al bando la guerra ha cambiato il mondo
Jean Fallot – Il piacere e la morte nella filosofia di Epicuro. La liberazione epicurea
Jacques Derrida, Maurizio Ferraris – Il gusto del segreto
«Se la trasparenza dell’intelligibilità fosse assicurata, distruggerebbe il testo, mostrerebbe che non ha avvenire alcuno, che non deborda il presente, che si consuma immediatamente; dunque una certa zona di misconoscimento e di incomprensione è anche una riserva e una possibilità eccessiva – una possibilità per l’eccesso di avere un avvenire, e di conseguenza di generare nuovi contesti.
Se tutti possono capire subito quel che voglio dire non ho creato alcun contesto, ho meccanicamente risposto all’attesa, ed è tutto lì, anche se la gente applaude e magari legge con piacere; poi, chiude il libro, ed è finita».
Jacques Derrida