La favola e il mito mentono? Esistono bugie necessarie o inevitabili? La menzogna fa parte strutturalmente della cultura umana? E possiamo tracciarne una storia che scorra parallela a quella del sapere? In questo breve saggio, sviluppo di un seminario tenuto al Collège International de Philosophie, Jacques Derrida si pone il compito di disegnare il perimetro del concetto di menzogna, confrontandosi con l’incerto statuto che la porta, fin dall’origine, a confondersi con la falsità, l’astuzia, l’errore, l’inganno e anche l’invenzione poetica. Ma se il filosofo francese è consapevole, con Montaigne, che “il rovescio della verità ha centomila aspetti e un campo indefinito”, non rinuncia al suo tentativo di formalizzazione e procede con ironia e rigore nella sua indagine. Chiamando in causa Platone e Freud, Heidegger e sant’Agostino, Kant e Hannah Arendt, si delinea così il complesso (e spesso malinteso) rapporto tra menzogna e sapere, una relazione destinata a frustrare ogni tentativo di assolutizzazione teorica.
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Jean Luc Codraix – Guida filosofica del denaro
Racconto filosofico, umorismo, riflessione, parodia, solo alcuni degli ingredienti di questa originale guida del poeta francese Jean-Luc Coudray a un tema che occupa nelle nostre vite un ruolo talmente grande da passare quasi inosservato. Grazie a un linguaggio pieno di inventiva che unisce testo e vignette satiriche dello stesso autore, questo libro a metà tra la favola e l’invettiva ideologica, si trasforma in una meditazione geniale e divertente su un dio senza volto, reso invincibile dall’anonimato.
Eugenio Borgna – L’indicibile tenerezza: In cammino con Simone Weil
Una vita esemplare e un pensiero folgorante. Eugenio Borgna ha trascorso molto della sua vita in dialogo con gli scritti di Simone Weil, che hanno saputo offrirgli infinite suggestioni per il suo cammino di medico e psichiatra, impegnato nell’ascolto e nella condivisione della sofferenza e della speranza. In questo vero e proprio diario di un lettore d’eccezione, Borgna interroga l’enigma di questa giovane donna che ha attraversato un’epoca di guerre e totalitarismi armata della sua fragilità, della sua intelligenza luminosa, della sua febbrile passione per l’amicizia e la trascendenza. Borgna rievoca gli anni di formazione di Simone, l’appartenenza alla colta borghesia ebraica della capitale francese, la vicinanza ad alcuni grandi irregolari della cultura del tempo. Mette al centro di questa sua rivisitazione il momento drammatico in cui Simone decide di andare a lavorare in fabbrica con l’idea di condividere la sofferenza degli ultimi in un estremo esperimento con se stessa e con le proprie forze. E indaga in Simone Weil il costante, misterioso intreccio tra una bruciante sensibilità che la avvicina alle grandi figure della mistica e della poesia femminile come Teresa di Lisieux, Emily Dickinson, Madre Teresa di Calcutta, e un impegno politico senza riserve, che la porta alla volontà di partecipare alla guerra civile spagnola e più tardi alla Resistenza francese, morendo a Londra stremata dalla malattia e dalla solitudine.
Daniel C. Dennett, Douglas R. Hofstadter – L’io della mente
Tra filosofia e scienza, i tentativi di rispondere ai quesiti relativi alla natura della mente e a quella dell'”Io”, alla possibilità di una materia senziente e pensante, alla sede dell’anima.
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Paul Thagard – Il cervello e il senso della vita
Abbandonando le tradizionali idee di anima, libero arbitrio e immortalità, le evidenze emerse dallo studio multidisciplinare sul cervello forniscono fondamentali risposte sui concetti di realtà, morale e significato della vita. L’attuale Brain Revolution ci conduce a una rivoluzione concettuale altrettanto significativa di quelle copernicana e darwiniana e ci rivela come amore, lavoro e gioco forniscano valide motivazioni per le nostre esistenze. La conoscenza di come i processi cerebrali ci permettono di capire il mondo consente di far maggiore chiarezza su quelle questioni etiche e metafisiche una volta riservate esclusivamente al pensiero religioso. Gli studi su come il cervello crea la mente forniscono alla scienza un chiave per scoprire gli aspetti più profondi della realtà. Attraverso le nostre abilità cognitive ed emotive possiamo comprendere le cose che ci circondano, agire emotivamente e comportarci moralmente, assecondare i bisogni fondamentali di amore, socialità e svago, riconoscere cosa è importante, perché lo è e come poterlo raggiungere: in sintesi, possiamo condurre la vita in modo migliore. La scienza da sola non può risolvere questioni filosofiche, ma può collaborare con la filosofia per costituire teorie generali sulla natura della mente e sul suo rapporto col mondo reale.
Domenico Losurdo – Un mondo senza guerre. L’idea di pace dalle promesse del passato alle tragedie del presente
Nel 1989 la realizzazione di un mondo senza guerre sembrava a portata di mano; oggi, assieme al terrorismo e alle guerre locali, torna a incombere il pericolo di una terza guerra mondiale. Come spiegare tale parabola? Losurdo traccia una storia inedita e coinvolgente dell’ideale della pace perpetua da Kant ai giorni nostri. Riflettere sulle promesse, le delusioni, i colpi di scena di questa storia è essenziale non solo per comprendere il passato ma anche per fronteggiare le minacce del presente.
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Diego Fusaro – Fichte e l’anarchia del commercio. Genesi e sviluppo del concetto di “Stato commerciale chiuso”
A partire da una serrata analisi delle pagine dello Stato commerciale chiuso, lo scritto più difficilmente collocabile del percorso fichtiano, Fusaro sostiene, da un lato, la tesi per cui lo stato commercialmente chiuso e portatore di istanze etiche non è in contraddizione con la dottrina jenese dell’estinzione della forma Stato e, dall’altro, mostra come la filosofia ficthiana sia indispensabile per leggere la situazione di crisi politico-econmica globale. L’anarchia commerciale dell’oggi e le eventuali soluzioni possono essere fecondamente inquadrate e, di più, praticate a partire dalla prospettiva fichtiana. La compiuta peccaminosità della globalizzazione – è questo il nome pudico e anodino con cui si contrabbanda oggi l’anarchia commerciale – corrisponde a una inedita fase di sottomissione della politica all’economia a cui la prospettiva fichtiana (il ripristino dell’egemonia politica tramite lo strumento statale) può indubbiamente offrire spunti e suggestioni in vista dell’elaborazione di strategie oppositive.
Diego Fusaro – Idealismo e prassi. Fichte, Marx e Gentile
Il presente studio affronta il rapporto tra idealismo e prassi nelle riflessioni di Fichte, Marx e Gentile, nella convinzione che tra i sistemi di pensiero dei tre autori si dia un nesso di forte continuità. Per un verso, l’ontologia della prassi su cui si regge la dottrina della scienza fichtiana costituisce la base delle marxiane undici Tesi su Feuerbach. Per un altro verso, l’attualismo di Gentile opera una riforma della dialettica hegeliana in cui risuona il timbro del prassismo fichtiano e marxiano. L’ideale marxiano della prassi trasformatrice non soltanto è presente in Fichte come in Gentile: è la chiave stessa dell’idealismo e del suo rigetto di ogni dogmatica resa alle logiche dell’esistente. In un rovesciamento integrale delle letture più consolidate, si adombra per questa via il carattere intrinsecamente idealistico della prassi e, in maniera convergente, l’essenza antiadattiva dell’idealismo.
Johann Gottlieb Fichte – Sulla rivoluzione francese – Sulla libertà di pensiero
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Axel Honneth – L’idea di socialismo. Un sogno necessario
L’idea di socialismo aveva animato grandi conquiste sociali e politiche. Aveva mostrato che lottare è giusto, che cambiare è possibile. Poi le tragedie del comunismo l’avevano offuscata, e il benessere del capitalismo aveva surclassato le sue più rosee aspettative. Lo scenario del capitalismo contemporaneo ci ha bruscamente risvegliati dalle nostre confortevoli illusioni. La realtà del mondo neoliberista è fatta di stridente disuguaglianza economica, sfacciato sfruttamento del lavoro, illimitata precarizzazione delle esistenze. E così, a polarizzare il vissuto dei singoli e le parole di una politica in faticosa ripresa sono i bisogni di giustizia, uguaglianza, condivisione che avevamo disimparato ad avvertire, persino a nominare. Bisogni che l’idea di socialismo aveva messo al centro del suo sguardo sulla società e sull’uomo. In queste pagine Axel Honneth, uno dei maggiori filosofi contemporanei, erede principale della prestigiosa Scuola di Francoforte, torna a fare i conti con l’idea di socialismo restituendocene una lettura nitida e coraggiosa, rigorosa e attualissima. Honneth la libera anzitutto dai suoi retaggi ottocenteschi, dai suoi legami con un mondo industriale tramontato, dai suoi debiti verso una mitologia della storia fatta di leggi infallibili e infondato ottimismo. E la cala nel nostro mondo, la mette a confronto con la complessità del nostro tempo, la fa dialogare con le leggi di un mercato che non demonizza ma anzi indica come inedito vettore di emancipazione. Soprattutto, Axel Honneth riporta l’idea di socialismo al suo nocciolo più antico e più urgente, quello di una libertà che si realizza nell’appartenenza e nel riconoscimento di tutti e di ciascuno. In una parola, il nocciolo di una libertà che fa rima con solidarietà.