Le idee, i drammi, i personaggi, le contraddizioni che coesistono nel secolo e mezzo in cui avviene il parto difficile della scienza. «Un esempio mirabile di facilità, trasparenza, precisione nel dominare una materia immensa come quella del progressivo affermarsi, nei diversi paesi europei, dell’immagine del mondo impostasi a partire dalla “rivoluzione scientifica” del Seicento». Armando Massarenti “il Sole 24Ore”
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Hans Jonas – Tecnica, medicina ed etica
Il “principio di responsabilità” esercita la sua giurisdizione tra i due estremi della condizione umana, la natalità e la mortalità. Ed è a questioni di nascita e di morte che viene qui applicata la macroetica per la civiltà tecnologica di Hans Jonas. In questi saggi il filosofo privilegia le tematiche inerenti all’ambito della bioetica medica, discutendo i problemi connessi alla sperimentazione su soggetti umani e alla manipolazione genetica, alla nuova definizione di morte e alle tecniche di fertilizzazione in vitro, al prolungamento artificiale della vita e al diritto di morire.
John Losee – Filosofia della scienza
Quali caratteristiche distinguono l’indagine scientifica da altri tipi di indagine? Quali procedure dovrebbero seguire gli scienziati quando indagano la natura? Quali condizioni devono essere soddisfatte perché una spiegazione scientifica possa essere ritenuta corretta? Qual è lo status cognitivo delle leggi e dei princìpi scientifici?Filosofia della scienza, tradotto in dodici lingue e ora proposto dal Saggiatore in una nuova edizione aggiornata, presenta al lettore non specialista, con rigore metodologico e chiarezza espositiva, le tappe principali attraverso cui si è snodata nei secoli la storia di questa disciplina. Il percorso comincia con Aristotele, che codificò il sillogismo ed elaborò il metodo induttivo-deduttivo, e prosegue con l’orientamento dei pitagorici, assertori dell’armonia matematica in natura, e con l’atomismo democriteo, per approdare al Medioevo e al rasoio di Ockham. Da lì apre alla scienza moderna – dominata dalla rivoluzione copernicana e dalle leggi di Keplero – e alle teorie fondanti come il Cogito cartesiano, lo scetticismo e l’empirismo di Hume, fino alla falsificabilità di Popper, alla morte dell’ortodossia secondo l’anarchico Feyerabend, al dibattitocontemporaneo sul realismo scientifico.Filosofia della scienza è il prontuario essenziale per chiunque voglia conoscere tutte le domande ele risposte dei più importanti filosofi e scienziati che negli ultimi tre millenni si sono pronunciati per la comprensione dell’universo.
Max Nordau – Degenerazione
Completamente “rimosso” dal mercato librario italiano, “Degenerazione” è un duro attacco contro la morale e l’arte degenerata così come espressa dalle classi dirigenti e dalla borghesia “moderna”. In anticipo su analisi psicologiche e pure sulle cronache dei giorni nostri, Nordau aveva intuito il disfacimento della piccola, media e alta borghesia a vantaggio della nuova religione emersa nel XX secolo: l’adorazione incondizionata e irriducibile dell’ego, l’edonismo come nuovo oppio dei popoli, l’ossessione di sé che tirannizza l’uomo occidentale. Sotto questa luce il lettore rimane sorpreso dagli sviluppi teorici di Nordau sull’avvenire che prefigura per i secoli futuri. Il polemista immagina dei club di suicidi, e in Giappone ne troviamo già alcuni. Immagina folli che sparano su passanti e colleghi, la crescita degli spacciatori di cocaina e morfina, i matrimoni tra omosessuali, il relativismo dei valori e delle condotte morali. Sconvolgente per chi lo legge alla luce della nostra epoca, quest’opera sul declino delll’occidente e delle sue creature ha conosciuto un immenso successo attraverso tutta l’Europa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Max Nordau – Le menzogne convenzionali della nostra civiltà
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Emil Cioran – Quaderni 1957-1972
Alla morte di Cioran, fra i suoi manoscritti furono trovati trentaquattro quaderni dalle copertine identiche. Erano, come si scoprì, i testi a cui per quindici anni, dal giugno 1957 al novembre 1972, egli aveva consegnato la parte più intima e segreta di sé, senza mediazioni di alcun genere. Ma non si tratta di un diario che registra giorno per giorno avvenimenti e pensieri. Sono piuttosto appunti dove si accumulano le annotazioni più varie: brevi, tumultuose riflessioni, sentenze fulminanti, osservazioni su letture, impressioni musicali, ritratti di amici – fra i quali Ionesco, Michaux, Beckett – e di nemici, rapide fughe da Parigi, aneddoti, considerazioni sulla storia e sul corso dei tempi, ossessioni, capricci. E la prima reazione che si imporrà al lettore sarà di sbalordimento: quante, incalcolabili cose, e con quanta asciuttezza e rapidità, in ogni ambito, Cioran sapeva capire e farci capire… Viste nel loro insieme di laboratorio segreto, queste pagine diventano poi la rivelazione di una inconfondibile fisiologia, di una sensibilità esasperata che sa presentarsi con il dono dell’immediatezza. Fra parossismi di furore e attacchi di angoscia, Cioran riesce a dirci della vita quelle cose nascoste che si fanno evidenti soltanto a un cronico insonne, malato di lucidità, che poteva dire, con precisione letterale: «la notte mi circola nelle vene».
Nicolàs Gòmez Dàvila – Notas. Volume 1
Notas è un testo sorprendente per le stesse ragioni che rendono sorprendente l’intera produzione gomezdaviliana: la vastità dei temi affrontati, la concisione puntuale e penetrante della sua scrittura, l’articolazione avvolgente del suo pensiero, la sua familiarità eccezionale con gli autori e le opere della tradizione, il suo senso storico, artistico e letterario, da cui, in cui e per cui distilla la sua opera immortale. L’opera di Gómez Dávila è una pietra miliare della riflessione filosofica di tutti i tempi, lascito eccezionale di chi nel Novecento ha intrapreso le vie dell’universale risalendo i tuguri del postmoderno; proprio per questo, una grande risorsa e un compito per tutti noi.
Nicolàs Gòmez Dàvila – Notas. Volume 2
Notas è un testo sorprendente per le stesse ragioni che rendono sorprendente l’intera produzione gomezdaviliana: la vastità dei temi affrontati, la concisione puntuale e penetrante della sua scrittura, l’articolazione avvolgente del suo pensiero, la sua familiarità eccezionale con gli autori e le opere della tradizione, il suo senso storico, artistico e letterario, da cui, in cui e per cui distilla la sua opera immortale. L’opera di Gómez Dávila è una pietra miliare della riflessione filosofica di tutti i tempi, lascito eccezionale di chi nel Novecento ha intrapreso le vie dell’universale risalendo i tuguri del postmoderno; proprio per questo, una grande risorsa e un compito per tutti noi.
Georg Christoph Lichtenberg – Lo scandaglio dell’anima. Aforismi e lettere
Questo volume raccoglie tutti i fulminanti aforismi che Lichtenberg annotò dai suoi giorni di studente fino alla morte, dal 1765 al 1799, oltre ad alcune lettere. Spirito inquieto e bizzarro, le sue osservazioni spaziano dalla storia alla riflessione filosofica e morale, alla scienza, alla sessualità, all’attrazione della morte. Riporta citazioni che lo hanno particolarmente colpito, consiglia libri da leggere, offre dettagli autobiografici e brevi o lunghe riflessioni. Nell’introduzione, Anacleto Verrecchia rende chiara la necessità di tradurre e divulgare un autore come Lichtenberg che, come pochi altri, ha saputo scandagliare l’animo umano mettendone a fuoco i piccoli e grandi difetti.
Edgar Morin – L’uomo e la morte
Questo libro, ormai un classico, costituisce un unicum nella storia del pensiero poiché non è soltanto una summa di quanto sia stato detto, pensato e pubblicato sulla morte, ma è anche un orizzonte capace di ridare alla luce una consapevolezza e una sensibilità moribonde, ai giorni nostri ancor più di quando il libro era stato scritto. L’idea della morte ha subito un processo di rimozione coatta. Tutto quanto non risulti tangibilmente fruttuoso per il godimento immediato o per la realizzazione di una carriera viene rimandato al mittente, tutto e specialmente la morte. Il problema è che rinunciando alla riflessione non si riesce a bandire sul serio il punto di approdo di ogni vita e così la morte, a cui si sbatte in faccia la porta, ritorna attraverso le finestre della nostra disattenzione o penetrando nelle fessure di tutta la nostra vita interiore creando un vertiginoso sperdimento che ci spinge nelle direzioni più svariate alla ricerca di una pacificazione che né gli “esperti” né i guru sanno dare. Questa edizione si arricchisce di una nuova traduzione, che restituisce mimeticamente la “voce” e lo stile così peculiare dell’autore, e di una lunga intervista in cui Morin affronta temi come il prolungamento della vita, il concetto di transumanità, l’accompagnamento del morente, il suicidio e l’eutanasia: poiché, se la morte non cambia, cambiano le condizioni in cui si verifica.