Nel presente volume sono raccolti ventidue articoli di Carlo Rosselli, solo in minima parte già inseriti in precedenti raccolte antologiche, scritti tra il 1930 e il 1937. Si tratta di articoli di carattere prevalentemente economico sul regime fascista, sulla sua politica sociale, sulle condizioni degli operai negli anni Trenta, sul corporativismo e sull’autarchia. Molti di essi sono dedicati alla guerra d’Abissinia, vista non solo dal punto di vista politico, diplomatico e militare (come in genere si è detto) ma soprattutto da quello delle motivazioni economiche e delle conseguenze che essa avrebbe avuto, nelle azzeccate previsioni rosselliane, sul tracollo del regime mussoliniano.
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Luigi Salvatorelli, Giovanni Mira – Storia d’Italia nel periodo fascista
Indice: I. Il dopoguerra II. Nitti e Giolitti III. La marcia su Roma IV. La dittatura V. L’Aventino VI. L’era Federzoni VII. Il regime fascista VIII. Il Patti del Laterano e il Decennale IX. Lo stato corporativo X. Fuoriusciti e cospiratori XI. Politica estera mussoliniana XII. Fascismo e nazismo XIII. L’impresa etiopica XIV. L’Asse Roma-Berlino XV. La guerra nazifascista XVI. La Resistenza e la liberazione. Indice dei nomi.
Angelo Tasca – Nascita e avvento del fascismo. Volume 1
Angelo Tasca – Nascita e avvento del fascismo. Volume 2
Paolo Alatri – Le origini del fascismo
Paolo Alatri, storico e militante antifascista, ha fornito una illuminante ricostruzione, individuando i prodromi del fascismo negli anni di formazione dello stato unitario italiano, nelle mancanze e nelle storture di quella classe dirigente. Viene così inquadrata la questione delle origini del fascismo nella prospettiva storiografica dell’Italia contemporanea che, attraverso il Risorgimento, s’inserisce in un’Europa generalmente pervenuta ad un grado più avanzato di sviluppo sociale, economico e politico.
Enzo Santarelli – Storia del fascismo vol. I. La crisi liberale
Enzo Santarelli – Storia del fascismo vol. II. La dittatura capitalistica
Enzo Santarelli – Storia del fascismo vol. III. La guerra e la sconfitta
Christopher Seton-Watson – L’Italia dal liberalismo al fascismo 1870-1925. Volume I
«Fra le storie d’Italia attualmente in circolazione, quella di Christopher Seton-Watson è l’unica che comprenda l’intero arco cronologico dell’esperienza liberale: da Roma capitale fino al definitivo stabilirsi della dittatura fascista. E anche, nonostante gli oltre trent anni trascorsi dalla sua pubblicazione, una delle ricostruzioni più complete ed equilibrate di cui ancor oggi sia dato disporre. Collocandosi nel solco di una tradizione “italofìla” tipica della cultura liberale inglese, l’autore guarda all’oggetto della sua ricerca con dichiarata simpatia. Non tace sulle carenze di fondo e sulla permanente precarietà della costruzione unitaria: ma non la giudica secondo i parametri di un irriproducibile modello anglosassone. Soprattutto non considera l’approdo al fascismo come il risultato scontato di quelle carenze e di quella precarietà. Il giudizio complessivo sotteso a questa Storia si avvicina dunque a quello formulato dalla storiografia liberale italiana. Con tutti i suoi limiti la classe dirigente nata dal Risorgimento riuscì nei suoi compiti principali: assicurare al paese un progresso “lento ma sicuro”, fondare una tradizione liberal-rappresentativa capace di sopravvivere al fascismo e di riproporsi nelle istituzioni dell’Italia repubblicana».
Christopher Seton-Watson – L’Italia dal liberalismo al fascismo 1870-1925. Volume II
«Fra le storie d’Italia attualmente in circolazione, quella di Christopher Seton-Watson è l’unica che comprenda l’intero arco cronologico dell’esperienza liberale: da Roma capitale fino al definitivo stabilirsi della dittatura fascista. E anche, nonostante gli oltre trent anni trascorsi dalla sua pubblicazione, una delle ricostruzioni più complete ed equilibrate di cui ancor oggi sia dato disporre. Collocandosi nel solco di una tradizione “italofìla” tipica della cultura liberale inglese, l’autore guarda all’oggetto della sua ricerca con dichiarata simpatia. Non tace sulle carenze di fondo e sulla permanente precarietà della costruzione unitaria: ma non la giudica secondo i parametri di un irriproducibile modello anglosassone. Soprattutto non considera l’approdo al fascismo come il risultato scontato di quelle carenze e di quella precarietà. Il giudizio complessivo sotteso a questa Storia si avvicina dunque a quello formulato dalla storiografia liberale italiana. Con tutti i suoi limiti la classe dirigente nata dal Risorgimento riuscì nei suoi compiti principali: assicurare al paese un progresso “lento ma sicuro”, fondare una tradizione liberal-rappresentativa capace di sopravvivere al fascismo e di riproporsi nelle istituzioni dell’Italia repubblicana».