Il tema di questo libro è più vivo che mai. Individualismo, consumismo, edonismo, diffidenza per l’altro e attaccamento ai valori cattolici tradizionali sono i fondamenti ai quali si è ispirata la destra italiana nell’ultimo ventennio. Con Silvio Berlusconi un nuovo blocco sociale è giunto al potere e si è mosso in aperto contrasto con quella che veniva (e viene) ossessivamente additata come «egemonia culturale della sinistra». Il percorso della destra non può evitare di ricostruire gli antagonismi e gli «scontri di civiltà» a cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni. La nuova destra non si è dunque legata esclusivamente al carisma del suo leader, ma ha agito capillarmente nel tessuto sociale, riprendendo temi e comportamenti che vengono da lontano e che non hanno mai cessato di esistere.Gabriele Turi ricostruisce questo percorso, passando attraverso il revisionismo storico, la riscrittura politica dei manuali scolastici, l’insistito ridimensionamento della Resistenza e la difesa militante del crocifisso nei luoghi pubblici.La crescente presenza dell’estrema destra clericale sul Web e la concomitante crisi identitaria della sinistra fanno da sfondo a questa storia politica dell’Italia recente, che vede tra i suoi attori principali esponenti politici di primo piano, giornalisti, docenti universitari e gente comune.
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Norberto Bobbio – Destra e sinistra
Parole chiave del nostro linguaggio politico, «destra» e «sinistra» sperimentano, oggi più che mai, una strana fortuna: i più si mostrano scettici circa l’utilità politica di questi due concetti, e molti anzi apertamente li contestano; e tuttavia tutti li adoperano, mentre nessuno, alla fin fine, sa proporne di migliori, di più chiari, di più efficaci. In realtà, attorno a queste due parole continua a organizzarsi la parte più rilevante del discorso politico. Davvero Bobbio aveva visto lungo. Davvero la sua saggezza era riuscita – scarnificando, escludendo, limitando – ad arrivare alla radice di quella distinzione: il diverso atteggiamento che le due parti, il popolo di destra e il popolo di sinistra, sistematicamente mostrano nei confronti dell’idea di eguaglianza. Naturalmente eguaglianza e diseguaglianza sono concetti relativi: né la sinistra pensa che gli uomini siano in tutto eguali, né la destra pensa che essi siano in tutto diseguali. Ma coloro che si proclamano di sinistra danno maggiore importanza, nella loro condotta morale e nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini eguali, o ai modi di ridurre le diseguaglianze; mentre coloro che si proclamano di destra sono convinti che le diseguaglianze siano ineliminabili e che non se ne debba neanche auspicare la soppressione. Più passa il tempo, più la forza degli argomenti di Bobbio sembra rinvigorirsi. Contro ogni tentazione consociativa, i due concetti appaiono sempre più irriducibili l’uno all’altro, né sono ricomponibili in una sorta di compromesso intermedio, giacché il «centro», per Bobbio, non ha consistenza teorica, non definisce una «parte». Sempre più si sperimenta, specie nel nostro paese, nel fuoco di una profonda crisi di identità e di consenso della politica, il bisogno di tornare a discutere – dopo anni di inconsistenza – attorno alla questione vera. E in particolare, per la sinistra, di rimettere al centro della propria iniziativa il «faro dell’eguaglianza». Questa edizione del ventennale comprende il corpo della prima edizione, seguìto da tutti gli scritti aggiunti dall’autore negli anni successivi, in risposta ai suoi interlocutori e ai suoi critici. Il libro si apre con una nuova introduzione di Massimo L. Salvadori, che traccia un bilancio magistrale dell’intera materia, e si chiude con due commenti, di Daniel Cohn-Bendit e di Matteo Renzi, che rappresentano punti di vista non ovvi e che aggiungono interrogativi nuovi e più che mai attuali.
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