Alessandra Dino – A colloquio con Gaspare Spatuzza. Un racconto di vita, una storia di stragi

A colloquio con Gaspare Spatuzza

«Non voglio cercare giustificazioni… Vorrei solo raccontare la storia di un ragazzo che a dodici anni è già dentro Cosa Nostra»Nella sua testimonianza diretta e pulsante, raccolta dall’autrice in una località segreta, Gaspare Spatuzza si racconta e ripercorre la storia di un giovane della periferia palermitana attratto e cooptato da Cosa Nostra. Dell’organizzazione criminale condivide per molto tempo la logica e la spietata crudeltà, divenendo reggente del mandamento mafioso e ritagliandosi uno spazio di rilievo nelle stragi degli anni novanta. Da uomo d’onore diventa poi risoluto collaboratore di giustizia quando, dopo l’arresto, chiama in causa delicate responsabilità politiche e scardina l’impianto processuale di tre procedimenti giudiziari. Un lungo viaggio narrativo che è anche catarsi personale, in cui si mescolano denuncia sociale, conversione religiosa, ricerca faticosa di una nuova dimensione di vita.

Vincenzo Ruggiero – Perché i potenti delinquono

Perché i potenti delinquono

In tempi di antipolitica e populismo la sensazione che le classi dirigenti commettano crimini e utilizzino il loro potere a fini antisociali è molto diffusa. In realtà, la disciplina che si occupa specificamente di questo tipo di comportamenti, la criminologia, si è molto poco occupata della questione. Per molti criminologi, i reati si spiegano con la debolezza dei legami sociali, con una situazione di vita svantaggiata, con fattori di devianza e isolamento: ma se così è, come mai coloro che fanno parte di gruppi sociali forti e stabiliti come le élite, che possono contare su ampia disponibilità di mezzi e capitali, che stanno in cima alla piramide sociale possono arrivare a infrangere la legge? Altre discipline e altre forme di conoscenza hanno molto da dire a questo riguardo, e per questo Vincenzo Ruggiero allarga il suo sguardo dalla criminologia a un vero e proprio ventaglio disciplinare, che comprende scienza politica, economia, filosofia e letteratura. In questo modo, Ruggiero mette a fuoco le molteplici caratteristiche del potere criminale: la sua capacità anfibia di stare contemporaneamente dentro e fuori la legge, la sua forza ideologica, che è in grado di piegare il pensiero etico e filosofico alle proprie necessità di giustificazione, la sua natura ambigua, per cui spesso non è chiaro se il problema non sia tanto quello di distinguere un uso criminale del potere da uno benefico, quanto di vigilare su ogni esercizio di potere, da parte di chiunque. Un libro di grande coraggio intellettuale, che cerca di colmare una lacuna del pensiero criminologico per parlare di un problema scottante e sempre di grande attualità.