Archivi tag: Comunismo
Giorgio Galli – In difesa del comunismo nella storia del XX secolo
Ottantacinque milioni di morti causati dagli scontri politici del XX Secolo. Tutta colpa del comuniSmo? No. Il comuniSmo ne è stato uno dei responsabili, non il solo. Né la corresponsabilità dell’epocale tragedia può essere limitata al fascismo e al nazismo: vi è infatti anche quella della cultura politica occidentale, quella attribuibile ai sistemi liberal-democratici. Questo saggio ricostruisce e documenta una indubbia responsabilità collettiva che l’attuale demonizzazione storica del comuniSmo vorrebbe mistificare. Attraverso la condanna di una “grande illusione”, quale certamente è stato il comuniSmo, si vorrebbe infatti cancellare l’ aspirazione millenaria a una società più libera, più egualitaria e più felice. E questa “difesa del comuniSmo” è anche la difesa di tale prospettiva. Ottantacinque milioni di morti causati dagli scontri politici del XX Secolo. Tutta colpa del comuniSmo? No. Il comuniSmo ne è stato uno dei responsabili, non il solo. Né la corresponsabilità dell’epocale tragedia può essere limitata al fascismo e al nazismo: vi è infatti anche quella della cultura politica occidentale, quella attribuibile ai sistemi liberal-democratici. Questo saggio ricostruisce e documenta una indubbia responsabilità collettiva che l’attuale demonizzazione storica del comuniSmo vorrebbe mistificare. Attraverso la condanna di una “grande illusione”, quale certamente è stato il comuniSmo, si vorrebbe infatti cancellare l’aspirazione millenaria a una società più libera, più egualitaria e più felice. E questa “difesa del comuniSmo” è anche la difesa di tale prospettiva.
Alain Badiou – L’ipotesi comunista (Terza parte)
Karl Marx, Friedrich Engels – Manifesto e principi del comunismo
Il “Manifesto del partito comunista” e i “Principi del comunismo” nascono dall’esigenza di spiegare al proletariato il vero movimento della storia per indurlo così ad abbracciare la missione di “seppellitore” del moderno mondo borghese, stregone ormai incapace di controllare le forze infere da lui stesso evocate. Nelle pagine di queste brevi ma densissime opere che non fanno pace col mondo, oltre le facili speranze e gli indubbi errori di valutazione, batte il cuore del progetto marx-engelsiano di redenzione dell’umanità.
Palmiro Togliatti – Corso sugli avversari. Lezioni sul fascismo
Il Corso sugli avversari contiene la prima descrizione del fascismo come regime reazionario di massa, cioè come organizzazione di un consenso diffuso, capillare e partecipato. Esso ha già costituito un riferimento per alcuni studi sulla società di massa durante il fascismo e sui sindacati fascisti; la nuova edizione permette di circostanziare con maggiore precisione l’ambito del discorso di Togliatti. Pur con tutte le sue ambiguità e l’esplicita osservanza alle direttive del Komintern, il corso descrive una tappa decisiva della costruzione politica dell’antifascismo, che maturava proprio attorno al 1934-35, e che avrebbe felicemente innervato la storia d’Italia. Esso costituisce una delle più elevate riflessioni sull’affermarsi dei movimenti di massa, sulle classi dirigenti italiane e sulle possibilità della democrazia in Italia.
Palmiro Togliatti – La politica nel pensiero e nell’azione
Nel corso della sua vita Togliatti coniugò l’attività di dirigente di partito con un’intensa riflessione sulla politica e sulla storia del Novecento, sulla cultura e la filosofia italiana e europea. Il volume raccoglie un’ampia scelta degli scritti e dei discorsi di preminente valore culturale dal 1917 al 1964: dagli esordi giornalistici negli anni della Grande guerra al celebre Memoriale di Jalta. L’antologia – la più ampia pubblicata in un unico volume – è costituita da sei sezioni tematiche ordinate cronologicamente e dedicate alla storia d’Italia, al fascismo in Italia e in Europa, alla democrazia repubblicana, al comunismo internazionale, all’eredità di Gramsci, alle polemiche culturali. A cura di Michele Ciliberto e Giuseppe Vacca
Palmiro Togliatti – Il rinnovamento democratico del Paese
Nella primavera del 1944, nel pieno della guerra di Liberazione, Palmiro Togliatti, con l’appoggio dell’Unione Sovietica, apre la strada a un compromesso tra tutti i partiti antifascisti, la monarchia e Badoglio. Conosciuta come “svolta di Salerno”, questa mossa audace e apparentemente improvvisa del leader comunista ebbe il merito di sbloccare la situazione di stallo in cui si trovava il paese, legittimando definitivamente il Pci. Oltre all’intervento tenuto di fronte ai quadri del partito napoletano l’11 aprile del ’44, pubblichiamo in questo volume il discorso tenuto al teatro Brancaccio di Roma il 9 luglio del 1944 e quello pronunciato a Torino il 13 giugno 1960, qui presentato in una nuova e più fedele trascrizione. Nel comizio romano, scandito dagli applausi e dai commenti del pubblico, Togliatti, con innegabile arte oratoria, riesce a dare a un uditorio dai forti sentimenti antimonarchici il senso dell’urgenza assoluta di unire tutte le forze antifasciste; mentre in quello torinese torna sulle ragioni della svolta, riaffermandone la validità. Presentati dallo storico Aldo Agosti, i tre documenti rappresentano i tasselli fondamentali di una strategia politica che per alcuni fu l’atto di nascita di un grande partito nazionale e per altri il segno di una “rivoluzione mancata”.
Emanuele Macaluso – Comunisti e riformisti. Togliatti e la via italiana al socialismo
Quando Togliatti torna in Italia nel 1944 si tratta di impostare una nuova strategia per il Partito comunista italiano: lo attendono le sfide della Resistenza e della Liberazione e, forse altrettanto difficili, quelle della Costituente e delle prime elezioni. Ancora oggi il dibattito tra gli storici è vivo: il Pci fu nell’Italia del dopoguerra una forza che voleva rovesciare il sistema, che si adeguava al sistema pur opponendolo o che accettava fino in fondo la sua appartenenza a esso? Per molti, che ricordano bene il famoso fattore “K” di Alberto Ronchey, non ci sono dubbi sul fatto che il Pci non poteva né avrebbe mai potuto essere un partito di governo pienamente integrato nel tessuto istituzionale italiano. Emanuele Macaluso non intende, tuttavia, accettare senza discussione luoghi comuni sulla strategia di Togliatti e del Pci e con questo libro sottopone la questione a un’analisi che incrocia la ricostruzione storica con la consapevolezza di ciò che è venuto dopo è dopo la caduta del Muro di Berlino, dopo la dissoluzione del Pci, dopo che un ex dirigente comunista è diventato capo di governo – fino all’attuale crisi della sinistra. Con una idea di fondo, che non mancherà di far discutere: la cosiddetta “doppiezza” di Togliatti era il frutto di un’attenta strategia politica, che resta viva e coerente fino a Berlinguer e che avrebbe potuto portare all’unità della sinistra, anziché alla sua frammentazione.
Sergio Gentili & Aldo Pirone – Togliatti e la democrazia. Scritti scelti
Possiamo annoverare Togliatti fra i fondatori della democrazia italiana? In che modo la Svolta di Salerno contribuì alla costruzione della rappresentanza democratica in Italia? Perché fu osteggiato da più parti, a Mosca come a Roma? Un racconto di storia, di politica e di scelte di vita che, attraverso gli scritti di Palmiro Togliatti, ci restituisce il significato e il valore di “democrazia” e di “uguaglianza”. Una critica all’oblio sceso sulla nostra storia nazionale, sull’antifascismo, sulla nascita della nostra Carta costituzionale: in una parola, sulla conquista della democrazia.
Leoncarlo Settimelli – La ragione e il sentimento. Ritratto di Nilde Iotti
Per tutta la vita, l’animo di Nilde Iotti è stato attraversato da un conflitto di rara intensità emotiva: una lotta senza quartiere condotta contro tutto e contro tutti affinché le passioni della mente coincidessero con quelle del cuore. Per questo, la “Madre della Repubblica” è sempre stata considerata una donna scomoda. Una donna che non ebbe paura di sfidare la morale comune né il compassato Partito Comunista pur di affrontare alla luce del sole la sua storia d’amore con Palmiro Togliatti. E persino nel corso dei suoi tredici anni da Presidente della Camera, la giovane staffetta partigiana educata dalle Orsoline non mancò di scontrarsi con esponenti interni al suo stesso schieramento. Eppure oggi, a dieci anni dalla morte, Nilde Iotti è ricordata come un insuperabile esempio di emancipazione femminile e di sincero attaccamento alle istituzioni democratiche, senz’altro la donna più rappresentativa di tutta la politica italiana del Novecento.