Gilbert Keith Chesterton – L’uomo che si mise un cavolo come un cappello

L'uomo che si mise un cavolo come cappello: e altre storie improbabili di [Chesterton, Gilbert Keith]

In un imprecisato villaggio della campagna dell’Inghilterra occidentale, un colonnello in pensione, rispettabile e attraente, se ne va in giro con un cavolo per cappello. Un romantico avvocato dà fuoco al Tamigi. Un aviatore professionista, con l’aspetto di un poeta, fa volare i maiali. Uno sfuggente reverendo cavalca un elefante bianco. Un milionario americano in trasferta, innamorato del «paesaggio feudale inglese», regala la terra ai suoi fittavoli. Un astronomo scopre una mucca che salta sulla luna. Un comandante costruisce castelli in aria. A prima vista, i personaggi di questi racconti, tutti sodali della Lega dell’Arco Lungo, potrebbero sembrare un po’ eccentrici ma, come ci svela uno di loro, non si può essere eccentrici senza un centro e in effetti è il mondo che continua a muoversi e a modificarsi mentre noi stiamo fermi.
La Lega dell’Arco Lungo vuole proteggere la terra e distribuire la proprietà ai piccoli agricoltori, e lo farà mettendo in atto una vera e propria rivoluzione che si nutre e si esprime in paradossi e nonsense, per rovesciare il punto di osservazione sul mondo e per svelare l’inganno e la corruzione dei potenti, cercando di trovare nuovi modi per fare ciò che di «vecchio» è ancora praticabile e giusto.
Alcuni critici hanno bollato questi racconti come «distribuzionisti», sostenendo che l’autore avesse sacrificato la sua creatività a favore della sua agenda politica, ma il «Sunday Times», e noi crediamo a ragione, a proposito di essi definisce Chesterton come il degno successore di Rabelais e Swift, perché con la sua ironia e l’uso magistrale del nonsense e dello straniamento raggiunge «una profondità di analisi e una saggezza che molti scrittori “seri” non sarebbero in grado di concepire».

Gilbert Keith Chesterton – Il giardino di fumo: e altri racconti del mistero

Quattro memorabili (e quasi dimenticati) racconti, pubblicati insieme all’edizione del 1922 de “L’uomo che sapeva troppo”, in cui Chesterton fa quello che sa fare meglio: intessere storie di intrighi e affascinanti misteri, ricche di atmosfera e colpi di scena, che portano sempre a un cruciale risvolto filosofico. Si passa dalla costruzione del «paesaggio morale» de “Gli alberi della superbia”, in cui Chesterton riprende uno dei temi a lui più cari, ovvero l’esaltazione dell’umile (in quanto, come fa dire a Padre Brown, «Le altezze sono fatte perché le si guardi dal basso, non dall’alto»), al «tesoro» di una poetessa dagli occhi pieni di «un’ambizione del tutto spirituale» de “Il giardino di fumo”; dall’uomo ucciso due volte ne “Il cinque di spade”, al furto di diamanti de “La torre del tradimento”.

Gilbert Keith Chesterton – L’uomo che fu Giovedì

L'uomo che fu Giovedì di [Chesterton, Gilbert Keith]

In un piccolo giardino londinese, sotto un cielo dal tramonto infuocato, comincia l’avventura del poeta Gabriel Syme, che, da quel momento, attraversa una notte dell’anima, un vero e proprio incubo popolato di colpi di scena, figure inquietanti, duelli e fughe rocambolesche. Anche nelle storie poliziesche più geniali e ardite c’è uno sfondo solido su cui s’innestano enigmi e incidenti; in questo caso Chesterton ha osato portare l’enigma a tutto campo. Chi c’è dietro il Grande Consiglio Anarchico e chi è a capo di Scotland Yard? Chi è l’alleato e chi è il nemico? Qual è il volto dietro la maschera? Impugnando la spada del coraggio, della ragione e dell’affetto va combattuta la più vitale delle battaglie, quella di chi è pronto a mettere sottosopra cielo e terra per guardare negli occhi il mistero originale del mondo.

Gilbert Keith Chesterton – L’innocenza di Padre Brown

L'innocenza di Padre Brown di [Chesterton, Gilbert Keith]

«L’amicizia per Padre Brown data da molto tempo. Confesso che fui un po’ restìo ad avvicinarmi a lui, e per la veste e per la strana sua vocazione che lo spinge a fare, oltreché il prete cattolico, il poliziotto dilettante. Lo conoscevo di nome, ne avevo sentito parlare con entusiasmo da molti, ma mi tenevo alla larga, mai supponendo che sarebbe entrato anch’egli nella piccola cerchia degli amici che rimangono tali per tutta la vita. Fu l’avventura dei passi strani, compresa in questo volume, che ci fece stringere amicizia. La storia mi colpì tanto, quando l’udii per la prima volta, che andai poi raccontandola a destra e a sinistra, lieto di rendere gli altri partecipi del godimento che mi aveva procurato. Ricordo che Ada Negri era entusiasta di questa storia. Questo piccolo prete dalla faccia tonda e paffuta, dall’aria attonita e un po’ stolida, è il più simpatico e interessante uomo che io conosca. Pieno di teologia e filosofia, con una mente pronta e penetrante, e uno spirito meravigliosamente intuitivo, che gli dà modo di gareggiare in astuzia con i più abili poliziotti e delinquenti, egli ha tuttavia l’anima di un poeta e il cuore di un fanciullo. Sa che siamo tutti figli di Dio, e che basta affidarsi al Padre che è nei cieli, e vivere secondo il nostro cuore, in semplicità di vita e in purità di costumi, per conquistare lo stato di grazia, cioè la serenità, anche davanti alle cose più terribili di questo mondo. Se fosse vissuto ai tempi di san Francesco, Padre Brown sarebbe andato a convertire i lupi e a predicare agli uccelli; ma, nato e costretto a vivere nella moderna Babilonia inglese, egli è diventato poliziotto dilettante, non preoccupato di svelare i misteri più tenebrosi e complicati della criminalità moderna, o di assicurare alla Giustizia i colpevoli, ma ansioso di salvare delle anime, di ricondurle sul retto cammino. E con le anime, salva spesso anche i corpi, ché, quando può, sottrae i colpevoli al tribunale degli uomini, bastandogli l’averli fatti comparire, pentiti, davanti a quello di Dio».
– Gian Dàuli

Gilbert Keith Chesterton – La saggezza di Padre Brown

La saggezza di Padre Brown di [Chesterton, Gilbert Keith]

A soli tre anni dalla pubblicazione di L’innocenza di Padre Brown, prima serie di storie che ruotano intorno al famoso prete, Chesterton ritornò a raccontarne le avventure in un libro che ne esalta la saggezza, la qualità che forse lo rappresenta meglio.
Di aspetto poco appariscente, ma dotato di un acume straordinario, Padre Brown è di nuovo all’opera in un appassionante lavoro di analisi e decifrazione di crimini ed enigmi in apparenza insolubili, rigoroso e lucido nell’osservazione e nelle deduzioni e nel contempo profondamente umano.
Personaggio molto amato anche in Italia (dalle sue avventure la Rai trasse un popolare sceneggiato negli anni ’60), questo curioso prete cattolico si rivela un segugio insuperabile grazie alla capacità di riconoscere e affrontare il male, per assicurare i colpevoli alla giustizia ma soprattutto per salvarne le anime. Uno di quei personaggi capaci di conquistare per sempre il cuore dei lettori, entrando, come dichiarò Gian Dàuli all’epoca della prima traduzione, «nella piccola cerchia degli amici che rimangono tali per tutta la vita».

Gilbert Keith Chesterton – Il segreto di Padre Brown

Il segreto di Padre Brown di [Chesterton, Gilbert Keith]

Il segreto di Padre Brown è la penultima raccolta di racconti gialli che ruotano attorno al celebre prete detective, forse il personaggio più riuscito e memorabile fra quelli creati da G. K. Chesterton. E di esse è la più intrigante – a giudizio di Dale Ahlquist, il presidente della Società chestertoniana americana –, oltre a contenere uno dei più bei racconti del mistero mai scritti: Il lutto del signore di Marne.
Dotato di un acume formidabile e di una profonda saggezza, Padre Brown trasforma ogni caso in un’avventura non soltanto investigativa, ma anche spirituale. Ne fa un’occasione per indagare l’animo umano e per metterne in evidenza vizi e virtù, fragilità e grandezze, oltre che per sviluppare argomenti cari a Chesterton e sempre attuali (dalle accuse rivolte al capitalismo spietato e disumano alla critica dello spiritismo e delle superstizioni, dalla denuncia dei falsi idoli del denaro e del successo all’attacco anche divertito alle convenzioni e ai pregiudizi). Grazie al suo intuito e al suo sguardo disincantato, Padre Brown riesce a identificarsi con assassini e vittime, a stanare il Male ovunque si trovi e anche a scorgere il Bene, sorretto sempre dalla serena fiducia in una giustizia ultraterrena e nella bontà infinita di quel «Dio che ha creato così misteriosamente tutte le cose». Come Chesterton, ci insegna a «camminare per le vie della vita, accettando il mondo come compagno di viaggio, senza ergersi mai a suo giudice».

Gilbert Keith Chesterton – Lo scandalo di Padre Brown

Lo scandalo di Padre Brown (L'aquila e la colomba) di [Chesterton, Gilbert Keith]

Lo scandalo di Padre Brown è l’ultima raccolta di racconti gialli che ruotano attorno alla celebre figura del prete detective, forse il personaggio più riuscito e memorabile fra quelli creati da G. K. Chesterton.
Dotato di un acume formidabile e di una profonda saggezza, Padre Brown trasforma ogni caso in un’avventura non soltanto investigativa, ma anche spirituale. Ne fa un’occasione per indagare l’animo umano e per metterne in evidenza vizi e virtù, fragilità e grandezze, oltre che per sviluppare argomenti cari a Chesterton e sempre attuali (dalle accuse rivolte al capitalismo spietato e disumano alla critica dello spiritismo e delle superstizioni, dalla denuncia dei falsi idoli del denaro e del successo all’attacco anche divertito alle convenzioni e ai pregiudizi).
Grazie al suo intuito e al suo sguardo disincantato, Padre Brown riesce a identificarsi con assassini e vittime, a stanare il Male ovunque si trovi e anche a scorgere il Bene, sorretto sempre dalla serena fiducia in una giustizia ultraterrena e nella bontà infinita di quel «Dio che ha creato così misteriosamente tutte le cose». Come Chesterton, ci insegna a «camminare per le vie della vita, accettando il mondo come compagno di viaggio, senza ergersi mai a suo giudice».

Gilbert Keith Chesterton – La Chiesa cattolica: Dove tutte le verità si danno appuntamento

La Chiesa cattolica: Dove tutte le verità si danno appuntamento di [Chesterton, Gilbert Keith]

È con la consueta inclinazione al paradosso e all’ironia che Chesterton ci parla di un’esperienza drammatica come la conversione religiosa, partendo ovviamente dalla sua personale, avvenuta nel 1922.
In queste pagine – sottili, brillanti, appassionate – accompagna l’anima perennemente in bilico del convertito attraverso le tre fasi che precedono l’ingresso nella Chiesa di Roma: l’assunzione di un atteggiamento intellettualmente onesto nei confronti di essa, quindi la sua progressiva e irresistibile scoperta e infine l’impossibilità di abbandonarla una volta entratovi.
Al termine di tale pellegrinaggio interiore, la religione più antica si rivela sorprendentemente la più nuova, più nuova delle cosiddette religioni nuove – come protestantesimo, socialismo o spiritismo –, perché, a differenza di esse, da duemila anni la tradizione e la verità cattoliche conservano intatta la propria validità.
Per Chesterton il solido fondamento di questa autentica universalità (al di là dell’azione della Grazia, mistero teologico sempre sotteso alla fede) risiede nella razionalità e nella libertà del cattolicesimo.

Gilbert Keith Chesterton – La superstizione del divorzio

La superstizione del divorzio di [Chesterton Gilbert Keith]

Un saggio sul matrimonio e contro le false illusioni del divorzio, firmato dall’indimenticabile autore di Padre Brown. Per Chesterton il matrimonio “non è un’indagine, o un esperimento, o un incidente”?; è un voto, un giuramento. E il giuramento è un limite, una finestra. L’unica finestra dalla quale affacciandosi l’uomo possa comprendere il senso della propria vita e della Storia. Chesterton ci racconta dell’amore come un ponte lanciato sull’abisso che si stende tra l’uomo e la donna. Uno dei pochi ponti antichi e coraggiosi sopravvissuti e distesi a sorreggere la nostra civiltà , ma anche l’unico innato nell’anima umana. L’unico in grado di resistere al potere. L’amore pieno di passione per la vita, l’amore cardine e frutto di realismo, decisione e lealtà.

Gilbert Keith Chesterton – Radio Chesterton. Dai microfoni della BBC

Radio Chesterton: Dai microfoni della BBC di [Chesterton, Gilbert Keith]

Il lettore ha tra le mani il frutto delle conversazioni svolte da Gilbert Keith Chesterton nel programma radiofonico della BBC tra l’autunno del 1932 e la primavera del 1936. È corretto parlare di frutto perché il volume non raccoglie solo le trascrizioni delle trasmissioni radiofoniche pubblicate sul settimanale della BBC, «The Listener» (rimasto in vita sino al 1991), ma anche di ciò che esse generarono e cioè le lettere e soprattutto una partecipazione viva dei lettori-ascoltatori, le risposte e i contributi polemici originati dalle trasmissioni di Chesterton. Questi scritti, presentati in una raccolta inedita anche in lingua inglese, dimostrano come sia un errore considerare Chesterton un polemista. Egli era in realtà un amante della Verità in ogni sua possibile veste e declinazione.. Al di là dei fuochi d’artificio che legittimamente si concedeva, dell’umorismo piacevole e frizzante che praticava con larghezza, Chesterton aveva l’”arma segreta”: entrava davvero nelle case e soprattutto nei cuori delle persone. Leggerete pagine indimenticabili per profondità, semplicità, affetto, immediatezza e genialità.