Ha-Joon Chang – Cattivi samaritani. Il mito del libero mercato e l’economia mondiale

Cattivi samaritani

Una prospettiva intellettuale originale: gli occidentali sono cattivi samaritani perché impongono al resto del mondo l’applicazione di misure neoliberiste e monetariste controproducenti. L’integrazione nel mercato internazionale favorisce lo sviluppo, ma solo a condizione che venga scelta e non subita dai paesi emergenti.

Ralf Dahrendorf – Dopo la crisi. Torniamo all’etica protestante?

Dopo la crisi. Torniamo all'etica protestante?

«Nel caso favorevole le crisi sono temporali purificatori. Può anche darsi che la crisi attuale favorisca un cambiamento di mentalità che alla fine induca nelle persone un atteggiamento più prudente rispetto a quello promosso dal capitalismo di debito. Quali possano essere i meccanismi sociali capaci di condurre a un simile cambiamento non è però chiaro. Non pare comunque che stiano nascendo movimenti politici in grado di offrire progetti di un futuro alternativo che abbiano una qualche speranza di raccogliere ampie adesioni. Il motivo è semplice: la crisi ha prodotto indubbiamente vittime, ma non ha creato una nuova forza politico-sociale capace di promuovere un cambiamento di mentalità in nome di un’immagine del futuro che abbia prospettive di successo.» Il volume è accompagnato da una Postfazione di Laura Leonardi.

Luigi Russi – In pasto al capitale. Le mani della finanza sul cibo

In pasto al capitale. Le mani della finanza sul cibo

Gli ultimi trent’anni hanno inaugurato un periodo in cui è aumentata, in maniera senza precedenti, la capacità del capitale finanziario di condizionare un numero crescente di aspetti del vivere quotidiano. Il mondo del cibo è uno di questi, sfigurato da cicatrici difficili da rimarginare. Le conseguenze sono pesanti: la crisi dei prezzi alimentari del 2008, il pugno di ferro dei giganti della distribuzione che occupano le filiere, la devastazione ecologica disseminata da reti globali di approvvigionamento, il furto di terre nel nome dello sviluppo. “In pasto al capitale” – testo giù uscito in Gran Bretagna nel 2013 col titolo “Hungry Capital” – presenta un’analisi accessibile, e al contempo rigorosa, dell’impatto che il sistema finanziario esercita sull’economia del cibo a vari livelli: partendo dalla speculazione sulle derrate alimentari fino alle intricatissime filiere messe in piedi da produttori e supermercati. Ad ogni passo, la finanza fa sprofondare il cibo in un circolo vizioso volto ad accumulare profitti su profitti e colonizza il rapporto tra esseri umani e natura su cui si regge l’agricoltura. Il risultato finale, sostiene Russi, è un Leviatano dai piedi d’argilla, che si tiene unito a stento. E che lascia sul terreno innumerevoli vittime: la vitalità dell’ecosistema, la resilienza dell’agricoltura e l’esistenza stessa dei contadini.

Anthony Giddens – Capitalismo e teoria sociale. Marx, Durkheim, Weber

Capitalismo e teoria sociale. Marx, Durkheim, Weber

Il capitalismo industriale ha forgiato la società in cui viviamo, e dall’analisi della sua ascesa e delle sue conseguenze è nata la sociologia, disciplina di cui Karl Marx, Émile Durkheim e Max Weber si possono ritenere i padri fondatori. Questo saggio di Anthony Giddens costituisce uno studio delle categorie fondamentali che le loro opere hanno offerto e continuano a offrire alla teoria sociale, utile per sgombrare il campo da troppe interpretazioni frettolose. Il carattere aperto dei rispettivi sistemi di pensiero accomuna Marx, Durkheim e Weber, che mai intesero la loro opera come un’ortodossia. La loro eredità, quindi, non si esaurisce nelle indispensabili chiavi interpretative della modernità che hanno coniato – come la classe, l’anomia o lo spirito del capitalismo -, ma si estende anche al piano metodologico. La teoria marxiana è presentata nella sua sostanziale continuità, ridimensionando le tradizionali contrapposizioni fra “il giovane Marx” e il Marx della maturità. Della sociologia durkheimiana Giddens recupera la dimensione storica, trascurata dalla dominante interpretazione funzionalista, e dell’opera di Weber ricostruisce, dietro la molteplicità dei campi d’indagine, l’unitarietà del metodo scientifico. Nella parte conclusiva di “Capitalismo e teoria sociale”, Giddens passa a discutere – senza mai smarrire l’equilibrio fra rigore dell’analisi e chiarezza dell’esposizione – i principali punti di contatto e discontinuità fra Marx e gli altri due autori…

Jonathan Crary – 24/7: Il capitalismo all’assalto del sonno

24/7. Il capitalismo all'assalto del sonno

Aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, è il mantra del capitalismo contemporaneo. È l’ideale di una vita senza pause, attiva in qualsiasi momento del giorno o della notte, in una sorta di condizione di veglia globale. Viviamo in un non tempo interminabile che offusca ogni separazione tra un intenso e ubiquo consumismo e le strategie di controllo e sorveglianza. 24/7 delinea questo processo di erosione del tempo: un adulto di oggi dorme sei ore e mezzo per notte in media, contro le otto della generazione precedente e le dieci dei primi anni del XX secolo. Sembra impossibile non lavorare, mangiare, giocare, chattare o twittare lungo l’intero arco della giornata, non c’è momento della vita che sia realmente libero. 24/7è una riflessione teorica, che combina riferimenti filosofici, analisi di film, opere d’arte, esperimenti scientifico-militari e romanzi, per dar vita ad un’antropologia critica della contemporaneità. La sua conclusione, tanto rivoluzionaria quanto inattesa, si potrebbe riassumere cosi: “lavoratori di tutto il mondo, riposatevi!”

Marco D’Eramo – Il maiale e il grattacielo. Chicago, una storia del nostro futuro

cover0001Un viaggio nel cuore più profondo degli Stati Uniti, l’avventura e l’esplorazione di un europeo trapiantato, con il suo bagaglio concettuale, nella sconosciuta Chicago, la città della nascita dei grattacieli, di McDonald’s, del primo reattore atomico, la città che ha visto sorgere la sociologia urbana. Qui, in questa megalopoli multietnica, in questa Babele dei nostri giorni, si vede in atto la straordinaria potenza rivoluzionaria e sovversiva del capitalismo più puro.

Immanuel Wallerstein – Il Capitalismo storico

coverIn tempi di insistita esaltazione delle virtu «spontanee» del mercato e di reiterate esortazioni a liberare lo sviluppo delle società capitalistiche da ogni forma di «vincolo» che ne impedisca la piena espansione, può forse sembrare estraneo allo spirito dell’epoca, o persino stravagante, sostenere che il capitalismo è un sistema storico, e cioè dotato, come tutti gli oggetti storici, di un percorso nel tempo e nello spazio, di una vita che lo ha portato a nascere, svilupparsi e modificarsi, e che lo porterà verosimilmente — in una qualche forma, in un qualche momento — anche a morire, cioè ad essere sostituito da qualcos’altro che lo seguirà. Questo di Immanuel Wallerstein è davvero un libro controcorrente, e non soltanto perché unisce in modo esplicito e senza infingimenti l’analisi dello storico a una forte tensione morale. L’autore ripercorre la storia di questo universo spazio-temporale, di questo «sistema-mondo» che è stato ed è il capitalismo, considerando anche le ingenuità e gli errori di coloro che hanno cercato di analizzare il sistema con atteggiamento critico. Ai caratteri distintivi di questa economia-mondo, che ne hanno segnato la lunga storia, dal secolo XVI fino a oggi — la mercificazione generalizzata, la crescente ma non univoca proletarizzazione del lavoro, la sempre maggiore unificazione dei mercati, la costituzione di una rigorosa gerarchia degli spazi economici — si accompagnano i tratti politiche ideologici del sistema: l’articolazione delle etnie, delle nazionalità e degli stati; la dinamica delle lotte politiche e sociali, a base classista o infra-capitalistica; la nascita e lo sviluppo dei movimenti antisistemici, nella duplice versione socialista e nazionalistica; la crescita e la funzione dei grandi aggregati di sostegno ideologico, dal zismo, all’universalismo, al mito del progresso. Sostenuto da un vastissimo retroterra di conoscenze analitiche, l’autore va accumulando nei suoi lavori sul Sistema mondiale della economia moderna, il ragionamento è qui sviluppato su un registro di estrema sintesi. Lo stesso linguaggio, di una densità voluta e ricercata testimonia lo sforzo di abbracciare con un unico sguardo una realtà storica così multiforme e complessa.

Frank Schirrmacher – Ego. Gli inganni del capitalismo

Ego. Gli inganni del capitalismo

Dopo aver analizzato gli aspetti più scottanti della nostra complessa e mutevole società (dall’innalzamento dell’età media alla pericolosa e acritica bulimia di notizie favorita da internet) questa volta Schirrmacher punta dritto al “cuore del sistema”. L’obiettivo di “Ego” è la deriva sociale del turbocapitalismo del ventunesimo secolo, un imperialismo non solo economico che oggi ha esteso la propria influenza su ogni aspetto della vita, valutando relazioni personali, sentimenti e fiducia alla stregua di merci e affari da cui aspettarsi un tornaconto. In questo sistema, che somiglia più a una mano di poker in cui tutti vogliono vincere che non a una società civile, e dove l’egoismo assurge a regola, a rimetterci è sempre l’uomo, marionetta che come un “Faust digitale” ha venduto la sua anima e ha trovato in cambio un modello economico disumano.[BIO]Frank Schirrmacher (1959-2014) è stato l’anima culturale della “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, nonché raffinato intellettuale di area liberista esperto dell’impatto delle scienze sulla società. In Italia sono stati pubblicati “Il complotto di Matusalemme” (Mondadori, 2006) e “La libertà ritrovata” (Codice edizioni, 2010).

Axel Honneth – Capitalismo e riconoscimento

Capitalismo e riconoscimento

‘Capitalismo e riconoscimento presenta, in cinque saggi per la prima volta raccolti insieme e tradotti in italiano, una densa e pregnante analisi di taluni cruciali processi socio-strutturali, morali e normativi delle società capitalistiche contemporanee dalla prospettiva delle dinamiche del reciproco riconoscimento e del disrispetto concernenti la sfera del lavoro. Particolare attenzione è dedicata ai paradossali rovesciamenti delle istanze di autorealizzazione, autonomia e responsabilità personale registratisi negli ultimi decenni nel quadro di un mercato del lavoro sempre più deregolato. Axel Honneth, tra i più autorevoli esponenti della teoria critica della società contemporanea, è ordinario di filosofia sociale presso la Goethe Università di Francoforte sul Meno ove dirige anche il rinomato ‘Institut für Sozialforschung’. Tra le sue opere tradotte in italiano: ‘Critica del potere’ (2002), ‘Lotta per il riconoscimento’ (2002), ‘Il dolore dell’indeterminato’ (2003), ‘Redistribuzione o riconoscimento?’ (con Nancy Fraser, 2007), ‘Reificazione’ (2007).

Robert B. Reich – Supercapitalismo

Supercapitalismo

Negli ultimi decenni l’economia mondiale ha avuto un nuovo comandamento: globalizzare. Produrre in ogni angolo della terra al minor costo possibile e utilizzare i vantaggi offerti dalla rete per estendere al massimo il proprio mercato. Ma questo modello di business si sta evolvendo in una forma ulteriore: il supercapitalismo. Ancora più potente, ancora più pervasivo di quanto non fosse già la globalizzazione. Di conseguenza, i diritti garantiti dalla democrazia si stanno indebolendo progressivamente proprio a causa delle pressioni esercitate dal nuovo sistema economico. E il crescente dislivello fra reddito e potere d’acquisto, la precarietà lavorativa in aumento e gli effetti ad ampio raggio del surriscaldamento del pianeta sono le naturali conseguenze di tale processo. «La scomoda verità», sostiene l’autore, «è che la maggior parte di noi ha due menti. Come consumatori e investitori puntiamo a fare grandi affari. Come cittadini disapproviamo le molte conseguenze sociali che ne derivano». Reich – economista di stampo liberal e già segretario del Lavoro durante la presidenza di Clinton – propone in alternativa un capitalismo forte ed energico, ma che non pregiudichi l’esercizio dei diritti primari. Per realizzarlo, tuttavia, dobbiamo rinunciare all’illusione che le corporation agiscano in base a principi di responsabilità sociale d’impresa e rifiutare quella doppia morale che ci fa desiderare beni a basso costo senza preoccuparci del prezzo da pagare per la collettività.