Gli studiosi che hanno collaborato a questo volume, come chi se ne è assunto la cura, credono al contrario che riaffermare con chiarezza le ragioni della condanna storica del fascismo non costituisca un ostacolo a cercare di comprenderne la natura e la storia. Con i loro saggi, che a volte riprendono i risultati di studi precedenti ma più di frequente avanzano nuove ipotesi o problemi di interpretazione, intendono portare un proprio contributo su alcuni degli aspetti al centro dell’attuale dibattito: dai rapporti tra liberalismo e fascismo alla strategia dell’opposizione antifascista, dalla struttura della società e delle istituzioni alla politica estera e militare del regime fascista.
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Morton Timothy – Iperoggetti
Jason W. Moore – Antropocene o capitalocene? Scenari di ecologia-mondo nella crisi planetaria
Raj Patel e Jason Moore – Una storia del mondo a buon mercato. Guida radicale agli inganni del capitalismo
Natura, soldi, lavoro, assistenza, cibo, energia e vita. Sono le sette cose che hanno costruito il nostro mondo e che daranno una forma al nostro futuro. Mettendo a profitto ciascuna di queste, l’economia moderna ha trasformato, governato e devastato la Terra. Dopo I padroni del cibo e Il valore delle cose, Raj Patel presenta insieme a Jason W. Moore un nuovo modo di analizzare le emergenze planetarie del nostro tempo. Gli studi più recenti sullo stato di salute del pianeta accompagnano la narrazione delle vicende del colonialismo, delle lotte indigene, delle rivolte degli schiavi. Come Jared Diamond in Armi, acciaio e malattie, Patel e Moore si lanciano in un viaggio straordinario nel tempo e nello spazio, alla ricerca di casi esemplari della capacità del capitalismo di piegare alla propria costante esigenza di profitto qualsiasi cosa, anche la vita stessa. È una storia che comincia con Cristoforo Colombo, primo grande esportatore del colonialismo e dell’economia del capitale, e arriva fino a oggi. Ripercorrerla significa scoprire una verità inquietante: le più grandi crisi della politica e dell’economia mondiali hanno offerto ogni volta nuove strategie per sfruttare in modo sempre più insidioso le risorse disponibili, facendo del mondo l’arena del mercato capitalista. Una critica appassionante delle leggi del capitale, una visione originale per un mondo sostenibile, che si legge come una grande storia.
Gilbert Keith Chesterton – L’ utopia degli usurai. Una collezione sulle forme di parassitismo
Oltre che poeta, romanziere, giornalista, critico d’arte e pittore, il prolifico scrittore inglese, autore fra gli altri di L’uomo che fu Giovedì e della serie poliziesca Padre Brown (seconda in popolarità soltanto a Sherlock Holmes), fu soprattutto un acuto saggista, un raffinato critico letterario e un feroce polemista, spietatamente critico nei confronti dell’ipocrisia e del materialismo di una società sempre più egoista, convenzionale e ingiusta, che affligge di “ismi” l’uomo comune derubandolo della sua autonomia, della sua dignità e dei suoi semplici piaceri.
Fino a oggi inedito in Europa, malgrado il grande successo che da sempre riscuote negli Stati Uniti, in L’utopia degli usura; Chesterton esercita «la nobile vocazione dell’agitatore», e più spietatamente ironico che mai, denuncia senza mezzi termini i modi e le finalità di una società e di un sistema capaci di sacrificare i valori senza i quali la vita non vale la pena di essere vissuta.
Wolf Bukowski – La danza delle mozzarelle. Slow food, Eataly, Coop e la loro narrazione
Wolf Bukowski spiega come il «sogno» di Gambero Rosso e Slow Food si sia tramutato in un incubo turbocapitalista fatto di ipermercati, gestione privatistica dei centri cittadini, precarietà per i lavoratori, cibo sano per i ricchi… e i poveri mangino merda. Il modello neoliberista di Eataly si allarga nelle città e cancella diritti, forte delle partnership con potentati come Lega Coop e il gruppo Benetton e grazie all’appoggio del Pd, agli endorsement di Matteo Renzi e alla copertura ideologica fornita da un’intellighenzia che, nonostante cedimenti e giravolte, conserva l’etichetta «di sinistra». È questo demi-monde di scrittori, elzeviristi e cantanti a far passare per «buoni» i nuovi padroni, che così non pagano dazio per il predicar bene e razzolar male: inneggiano alla «resistenza contadina» e fanno affari con un neolatifondista che occupa 900.000 ettari di terra Mapuche in Patagonia; parlano di «autenticità» e propongono per l’Italia futuri preconfezionati da «Disneyland del cibo» e «Grande Sharm el-Sheikh». Ma il sogno di ieri non era già, in nuce, l’incubo di oggi? Il «predicar bene» non aveva già in sé tutti gli elementi del «razzolar male»? Questa è la storia di come ce l’hanno data a bere parlando di mangiare.
Prem Shankar Jha – Il caos prossimo venturo. Il capitalismo contemporaneo e la crisi delle nazioni
Sintesi innovativa di teoria politica ed economica, Il caos prossimo venturo mette in discussione molti dei preconcetti abituali sull’impatto della globalizzazione e getta una nuova luce sulle conseguenze mondiali del processo di industrializzazione. Prem Shankar Jha, uno dei massimi eco-nomisti indiani, racconta l’evoluzione del capitalismo secondo una scansione in quattro fasi, a partire dalla sua nascita nei comuni italiani fino all’attuale dimensione planetaria, evidenziando come alla fine di ogni periodo il capitalismo distrugga i propri «contenitori» per estendere lo scenario delle proprie attività, dando vita a situazioni di instabilità e di violenza. Oggi il capitalismo globale considera limitante qualunque tipo di istituzione, dal welfare state agli stati nazionali, mentre le istituzioni non hanno ancora avviato un profondo processo di revisione dei propri ruoli e del proprio funzionamento. Quella che si prospetta è una lunga stagione di disordine sociale e disequilibrio economico, assieme a nuove e pericolose forme di unilateralismo e a uno scenario di guerra permanente popolato da eserciti, di soldati o terroristi, in costante attività. Un’opera innovatrice e pionieristica, una storia globale del capitalismo scritta da un grande studioso indiano, una riflessione sul mondo contemporaneo che nasce nel cuore del conflitto tra progresso e caos. «Il valore di un libro sulla situazione attuale del pianeta non si misura nel suo essere speranzoso o disincantato, ma nell’aiutarci a capirla, ovvero nel fornire una comprensione storica della crisipresente. Il libro straordinariamente intelligente, lucido e problematico di Prem Shankar Jha supera questa prova a pieni voti. È una lettura fondamentale per la prima decade di questo terzo millennio.
Luciano Canfora – La schiavitù del capitale
Il capitalismo ha vinto, ma forse è solo un tornante della storia Proprio come l’Idra, il mostro mitologico le cui teste, mozzate da Ercole, avevano il potere di rinascere raddoppiandosi, il capitalismo, un tempo solo occidentale oggi planetario, ricompare sulla scena del mondo riproponendo nuove e più sofisticate forme di schiavitù. Ma se è vero che dai grandi conflitti del ’900 il capitalismo è uscito vincitore trionfando su ogni rivoluzione, è altrettanto vero che “l’uguaglianza è una necessità che si ripresenta continuamente, come la fame”. Nella trama della storia qual è il posto di questo anelito, proprio delle religioni di salvezza e del comunismo moderno?
David Harvey – La crisi della modernità
In questo libro Harvey offre una panoramica della crisi della modernità vista attraverso l’analisi degli anni Ottanta, del “rampantismo” diffuso. È una indagine serrata, che accosta e attraversa il dibattito culturale, la mutata esperienza dello spazio e del tempo, l’arte e l’architettura postmoderna, le trasformazioni del modello fordista, l’internalizzazione delle attività finanziarie e la nuova stratificazione sociale.
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Joris Luyendijk – Nuotare con gli squali: Il mio viaggio nel mondo dei banchieri
Joris Luyendijk, giornalista d’inchiesta, s’intendeva di finanza quanto un comune cittadino: poco e niente. Per lui i banchieri erano squali spietati, competitivi, ossessionati dai bonus. Poi ha iniziato a indagare sul loro mondo. Si immerge nella City di Londra, il centro della finanza mondiale, intervistando moltissime persone che gli raccontano la loro quotidianità, l’opinione che hanno di sé, le loro motivazioni. Rompendo il rigido codice del silenzio della finanza, parlano dei titoli tossici e della cultura dei licenziamenti, si confessano impotenti di fronte alla complessità tecnologica e matematica degli strumenti finanziari. E confermano che dalla grande crisi a oggi non è cambiato davvero nulla nelle modalità operative della finanza. Luyendijk ha un’intuizione spaventosa: e se i banchieri non fossero il vero nemico? E se la verità a proposito della finanza globale fosse ancora piú sinistra di quanto si è sempre pensato?