Una figura emblematica:Nilde Iotti è davvero, come pochi altri, un’effigie del Novecento, di quel «secolo breve» le cui date coincidono con la sua stessa biografia (1920-1999). Dalla formazione cattolica all’impegno militante nel Pci, alla svolta post-comunista del 1992; dalla laurea alla Cattolica di Milano ai primi coinvolgimenti nell’antifascismo e nella Resistenza; dall’elezione all’Assemblea costituente alla partecipazione diretta alla stesura del testo costituzionale, alla lunghissima attività parlamentare, fino alla presidenza della Camera dei deputati. Ma sbaglierebbe chi si fermasse a sottolineare solo il lato politico: non meno importante è il contrappunto in termini personali di una vicenda affettiva, di una dimensione privata vissuta con schiva dignità e con consapevole coraggio. Quando, a ventisei anni, Nilde entra nell’emiciclo di Montecitorio, scoppia anche, irrefrenabile, l’amore con Palmiro Togliatti, il capo comunista, l’uomo sposato, di 27 anni più vecchio di lei. Di quell’incontro, punto di svolta di una vita, Luisa Lama ricostruisce la drammatica e coinvolgente intensità, anche sulla base di un documento straordinario, che per la prima volta viene qui alla luce: il carteggio inedito intercorso tra Nilde Iotti e Palmiro Togliatti dall’agosto del 1946 all’agosto del 1947. Da allora, i due vivranno insieme in un rapporto affettivo che solo la morte di Togliatti potrà interrompere. E alle mani di Nilde Palmiro consegnerà la stesura di quel Memoriale di Yalta cui nel 1964 affiderà il suo lascito politico. Da quel momento, Nilde potrà uscire di scia. E mostrerà, nella politica, nel partito, nelle battaglie civili per l’emancipazione femminile, e da ultimo nella dimensione istituzionale, la forza e l’equilibrio di una donna «nuova», di una grande italiana.
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Rüdiger Safranski – Heidegger e il suo tempo
Oltre le condanne e le apologie, Heidegger rimane forse la figura cruciale del pensiero filosofico del Novecento. Il libro propone una biografia che intreccia alla ricostruzione della vita, l’analisi delle opere dell’autore di Essere e tempo.
Hugo Ott – Martin Heidegger. Sentieri biografici
Di fronte alla recente marea montante di scritti polemici sul nazismo di Heidegger mi sono trovato più volte a condividere l’opinione di coloro che sostenevano: nulla di sostanzialmente nuovo, nulla che già non si sapesse è venuto alla luce. Le uniche novità significative di questa ventata anti-heideggerìana consistono nella virulenza preconcetta delle argomentazioni, palesemente denigratorie, nell’uso spregiudicato dei massmedia come strumento di amplificazione e infine nell’intento scoperto di rispolverare la vecchia diatriba sul nazismo di Heidegger per colpire in realtà le correnti attuali di pensiero che in Europa e negli Stati Uniti all’opera dì Heidegger sempre più si ispirano. Dopo la lettura del libro di Hugo Ott e la richiesta dell’Editore di introdurne la traduzione italiana mi sono chiesto: condivido ancora la mia vecchia opinione? in che misura? ed eventualmente in che senso? Dalla prefazione
Lou Andreas-Salomé – Friedrich Nietzsche
“La presente edizione è stata realizzata sulla base dell’esemplare appartenuto al Nietzsche-Archiv di Weimar dell’edizione originale, pubblicata a Vienna nel 1894. L’esemplare è oggi conservato presso la Herzogin Anna Amalia Bibliotek di Weimar e reca alcune glosse di pugno di Elisabeth Forster-Nietzsche. Nel corso della traduzione, tuttavia, si è tenuta presente anche la precedente traduzione italiana ‘Nietzsche. Una biografia intellettuale’, traduzione di A. Barbaranelli e G. Maragliano, con un saggio introduttivo di M. Campa e N. Fusini, pubblicata a Roma dalla casa editrice Savelli nel 1979 e ormai da tempo fuori commercio.” (Enrico Donaggio, Domenico M. Fazio)
Rüdiger Safranski – Nietzsche. Biografia di un pensiero
Conosciuto soprattutto per il concetto del “superuomo” e della “morte di Dio”, Friedrich Nietzsche fu un vero e proprio vulcano nel campo del pensiero filosofico. Il suo pensiero portò alla luce un orizzonte immenso, esaltante e vertiginoso, che si apriva di fronte alle verità possibili, a una coscienza di sé e del mondo strappata finalmente alla morsa del determinismo e restituita alla sua abissale libertà, la libertà dell’artista. Ripercorrendo i sentieri di questo densissimo e affascinante cammino spirituale – dalle opere adolescenziali al periodo dionisiaco, dai libri della maturità all’esplosione della follia a Torino – Rüdiger Safranski ricostruisce le mille sfaccettature del pensiero nietzschiano.
Angelo G.Sabatini – Nietzsche. L’umana storia di un superuomo
Nietzsche, il pensatore forse più amato e più odiato della cultura mondiale, rappresenta l’esempio più visibile del nesso esistente tra filosofia e biografia. La vita dell’autore di Così parlò Zarathustra si dispiega in forte sintonia con la propria umana esistenza, in un ritmo serrato di avvenimenti legati alla quotidianità ma sostanzialmente proiettati nella dimensione di una autenticità voluta con ostinazione e con fedeltà ad un progetto di grandezza. Passioni, vizi, virtù, inclinazioni, dolore, sofferenza, gioia: momenti di un palcoscenico in cui si dipana o si aggroviglia la psicologìa di ogni uomo ma che in lui diventa un crogiuolo di eventi eccezionali vissuti nella tensione di una corda sospesa nel vuoto, pronta a spezzarsi quando l’acrobata, trascinato dall’ebbrezza del gioco, la recide in un salto mortale. E cade. L’ultimo atto della vita dì Nietzsche è la caduta nella follia, conclusione di un esistenza che sembra essere stata costruita tutta in tale direzione. Del resto la sua vita di adolescente, l’educazione religiosa, i rapporti con la madre e con l’esuberante sorella, Elisabeth, gli amici intellettuali, il sofferto ed entusiasmante incontro con Richard e Cosima Wagner, l’ambigua storia di un sentimento confuso e impossibile verso Lou Andreas Salomé, il lungo peregrinare, in Italia che lo vide ospite di 25 città, la fragile salute che lo rese prigioniero di un’emicrania radicata nei lunghi giorni di sofferenza, l’ebbrezza intellettuale espressa in opere di eccezionale valore filosofico e letterario, sono tappe di un itinerario umano che narra il paradosso della vita di un cantore della gioia dionisiaca costretto ad alimentare la propria esistenza di un soffuso sentimento tragico.
Thomas De Quincey – Gli ultimi giorni di Immanuel Kant
La vita di Immanuel Kant, scrive De Quincey, «fu notevole non tanto per i suoi avvenimenti quanto per la purezza e la dignità filosofica del suo tenore quotidiano». Era un ordine perfetto e infantile, dove ogni minuzia della giornata veniva osservata con lo stesso rigore, con lo stesso scrupolo di trasparenza che il grande filosofo dedicò ai problemi epistemologici. Nel corpo minuto di Kant, nelle sue maniere austere e amabili vivevano i Lumi, giunti al grado più nobile e penetrante del loro fulgore, come in un delicato involucro. E un giorno quel perfetto ordine avvertì i primi segni del declino. Da allora, ingaggiò una lunga, testarda lotta contro le forze della disgregazione. Thomas de Quincey, collazionando le varie testimonianze di amici sull’ultimo periodo della vita di Kant, e utilizzando soprattutto quella, insieme modesta e rapace, di Wasianski, ne ha tratto una narrazione che corrisponde agli antichi tratti del «sublime». Dinanzi al progressivo decadere di quella vita mirabilmente costruita, dinanzi alla raccapricciante comicità di certe scene e allo strazio immedicabile di altre, viene naturale dire di questo testo, in cui convivono, come rare volte accade, la più acuminata modernità e un purissimo pathos: chi ha lagrime per piangere pianga.
Bertrand Russell – Ritratti a memoria
Questo libro può essere considerato come un’introduzione ai volumi dell’autobiografia di Bertrand Russell, già definita come una delle più importanti del mondo, oppure come un documento che si può soltanto paragonare alle classiche Confessioni di Rousseau
Grazie a Flextime per il consiglio di partenza.
Kurt Vonnegut – Ricordando l’Apocalisse
II ricordo della guerra e dei suoi orrori non è mai lontano dalla penna di Kurt Vonnegut e riemerge come tema dominante in questa raccolta di dodici testi. Il libro si apre con l’ultimo discorso tenuto da un Kurt Vonnegut ottantaquattrenne a Indianapolis, la sua città natale, il 27 aprile 2007, poco prima di morire. Parla della famiglia, del nonno architetto, degli studi di antropologia, dell’Indiana nota per aver ospitato il quartier generale del Ku Klux Klan ma anche per aver dato i natali al grande sindacalista Eugene Debs. Tra battute e freddure, nella tradizione dei grandi umoristi americani alla Mark Twain, vengono trattati molti argomenti: religione, scienza, selezione naturale, tortura, pena di morte, cambiamento climatico, Marx, comunismo, capitalismo, Cina e Usa e razzismo, quasi come presentisse la fine e volesse lasciare un testamento spirituale. Gli altri undici racconti vanno dalla “storia vera” del bombardamento di Dresda al racconto di fantascienza che chiude la raccolta, Retrospettiva Armageddon, dove descrive la cattura del Maligno che perseguita l’umanità.