Nella comunicazione politica di Berlusconi il momento retorico del comico ha assunto una funzione sempre più prevalente, annullando irreparabilmente qualunque specificità della comunicazione politica. Ridotta a chiacchiericcio del tutto irriflessivo, la politica si svuota di ogni senso e allora per il ritrovamento dei significati pubblici bisogna rivolgersi altrove, al mondo dell’azienda, del denaro, degli interessi particolari. Il nichilismo del comico, che sbeffeggia la rappresentanza politica tradizionale, evoca dunque l’aziendalismo di un imprenditore che si propone agli elettori come il supremo decisore monocratico infastidito dagli stanchi riti della separazione dei poteri.
Michele Prospero – Il comico della politica
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