Radical chic è lo spassoso e tagliente articolo in cui Tom Wolfe descrive il curioso fenomeno sociale, sorto alla fine degli anni Sessanta negli Stati Uniti, del corteggiamento da parte dell’élite newyorkese di ogni possibile rivoluzionario radicale, dagli antimilitaristi agli hippy psichedelici. L’occasione che ispirò a Wolfe la celebre definizione «radical chic» fu il ricevimento organizzato a Manhattan il 14 gennaio 1970 da Felicia Bernstein, moglie del compositore e direttore d’orchestra Leonard, per sostenere la causa del gruppo rivoluzionario marxista-leninista delle Pantere Nere. La serata si svolse nell’attico di tredici stanze che i Bernstein possedevano a Park Avenue, e Wolfe ne scrisse un ampio e caustico resoconto intitolato These Radical Chic Evenings, pubblicato nel mese di giugno sul «New York Magazine». Confluito in un secondo momento nel libro Radical Chic & Mau-Mauing the Flak Catchers, il testo è una satira irresistibile della buona coscienza progressista, che oggi come allora non resiste alla tentazione di unire benessere materiale e retorica rivoluzionaria.
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Tom Wolfe – La baby aerodinamica color karamella
Diretto, avvincente, inconfondibile: è lo stile di Tom Wolfe, considerato, proprio grazie a “La baby aerodinamica kolor karamella”, il padre nobile del New Journalism. La “baby aerodinamica” a cui si riferisce il titolo è un modo di personalizzare le automobili, ma si tratta soltanto di uno dei miti moderni affrontati da Wolfe in questa raccolta di reportage, vero repertorio di mode sociali scritto nei primi anni Sessanta. Lucido e implacabile, Wolfe racconta la ricerca dello svago a ogni costo e la guerra di tutti contro tutti, per poter affermare davanti allo sguardo degli altri il proprio desiderio di apparire “arrivati”. La penetrante capacità di analisi dell’autore rivela come in questo mondo i valori tradizionali siano stati progressivamente sostituiti da contenitori dai colori brillanti, ma dai confini irrimediabilmente incerti.