Sheila Fitzpatrick – Rivoluzione e cultura in Russia

cover

Affrontando per la prima volta un’analisi specifica della politica sovietica in campo educativo ed artistico negli anni immediatamente successivi alla Rivo­luzione d’ottobre (1917-1921), il libro della storica inglese Sheila Fitzpatrick mostra in tutta la loro complessità aspetti in gran parte inediti della rivolu­zione russa. Ne emerge in primo luogo l’attualità e la modernità della proble­matica che fu al centro del dibattito culturale e politico promosso da Lunačarskij in quegli anni: la discussione sulla professionalità, sul poli tecnicismo nella scuola, sul rapporto funzionale tra le attività educative e le esigenze so­ciali, sulla gestione sociale della scuola, che vide impegnati Lenin, Lunačarskij e i suoi collaboratori, mostra quanto fossero avanzate le posizioni dei dirigenti bolscevichi. Se gli ambiziosi progetti rivoluzionari del Commissariato dell’edu­cazione si scontrarono con la dura realtà di un’Unione Sovietica dilaniata dalla guerra civile, accerchiata dall’imperialismo e schiacciata dai problemi della sopravvivenza materiale, Lunačarskij e gli altri dirigenti del commissariato seppero ugualmente far fronte ai problemi contingenti senza rinunciare agli obiettivi di fondo della loro politica, senza perdere di vista quei compiti di « illuminazione del popolo » che erano strettamente legati alla loro più generale prospettiva di trasformazione della società, delle istituzioni e delle strutture. E acquista particolare rilievo l’unità di linea politica che accomuna in questo campo Lunačarskij, il « poeta », accusato di eterodossia ideologica e di scarso realismo politico, e Lenin, il « politico », entrambi consapevoli di quanto fosse importante il ruolo degli specialisti nella costruzione del socia­lismo in Russia ma anche accaniti difensori della necessità di una profonda trasformazione qualitativa delle istituzioni educative.