L’integrazione sempre più stretta dell’economia mondiale, la nascita di giganteschi complessi internazionali e i sintomi di crisi dello sviluppo economico odierno, che decretano in modo sempre più chiaro la fine della prosperità post-bellica (inflazione, inasprimento della concorrenza, formazioni monopolistiche, stagnazione) rendono necessario un rinnovato e approfondito dibattito sulla crisi e sulle teorie della crisi. Nel saggio centrale di questo volume Paul Mattick, dopo aver esposto e criticato le teorie della crisi avanzate dalla scienza economica borghese (fino a Keynes), la teoria di Marx e dei suoi successori (soprattutto Rosa Luxemburg, Hilferding, Grossmann, Mandel), passa a sviluppare una teoria dell’effettivo statuto di crisi nella cosiddetta « economia mista » dei paesi capitalistici.
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Paul Mattick – Critica dei neomarxisti
Nei saggi su Gillman, Baran, Sweezy, Marcuse, Mandel e altri, raccolti in questo volume, Mattick prende in esame diverse teorie, avanzate non solo in campo marxista, che rispondono tutte al manifesto obiettivo di « aggiornare » la lettura marxiana della società contemporanea. Nell’affrontare la loro discussione, l’autore sottolinea l’importanza di porre la teoria dèi valore e del* l’accumulazione al centro di qualsiasi analisi della società capitalistica. Risulta così pienamente fondata l’ottica singolare attraverso la quale Mattick critica i neomarxisti difendendo una posizione scientifica « ortodossa » in una prospettiva politica « di sinistra ». Solo così la connessione strettissima tra la « critica dell’economia » e la « critica della politica » può rivelarsi parte integrante di quel progetto di ristrutturazione sociale che è pur sempre il grande compito storico del proletariato.