Nel 1893, due anni prima della pubblicazione del Concilio d’Amore, veniva stampata a Zurìgo, in tedesco, un’opera dal titolo L’Immacolata Concezione dei Papi. Presentata come la traduzione eseguita da Panizza di un saggio teologico di un certo frate Martinus, benedettino, il libro venne sequestrato alla sua uscita e le copie furono distrutte. Panizza, che ne era il vero autore, per questa volta non venne infastidito dalla giustizia bavarese. Questo stupefacente pamphlet, sotto le vesti di un saggio teologico e fondandosi sui testi più eminenti della dottrina cattolica, è uno smontaggio, su toni assurdi, del sistema ideologico che sostiene e puntella ancor oggi il dominio della Chiesa cattolica.
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Oskar Panizza – Psychopatia criminalis e Genio e follia
Di Oskar Panizza non intendiamo qui dare un profilo biografico. Ci penseranno altri. Si saprà comunque che, nato nel 1853 nell’allora regno di Baviera, ebbe vita disordinata e segnata dall’impronta materna (strenua lottatrice contro le autorità civili ed ecclesiastiche). Lavorò come psichiatra ma i suoi veri interessi rimasero sempre letterari. Girovagò, cacciato e braccato, per l’Europa; infine si costituì nel 1905. Rinchiuso in manicomio, vi rimase fino alla morte, nel 1921, lasciando una corposa produzione, quasi completamente inedita. Questa Psichopatia criminalis, acre e umorale satira politica pubblicata nel 1898, utilizza certo linguaggio specialistico per mettere in rilievo la funzione politica della psichiatria e, secondo le parole dell’autore, verte “sul fervore persecutorio delle autorità tedesche in difesa della malattia politica che ha contagiato i tedeschi”. In tale denuncia, Panizza segue la tradizione di Lutero, Cranach, Dürer e Von Hutten, ma non certo per lo stile letterario: Panizza scrìve come parla e parla in modo orrendo! (Fu considerato il più osceno e indecente scrittore in lingua tedesca). Nessun poeta tedesco ha maltrattato tanto la propria lingua: massacra grammatica, sintassi e senso e ciò rende quasi impossibile renderne lo stile. Insomma, il rappresentante di una bohème maledetta che è ancora tutta da scoprire.