Nikolaj Valentinov – I miei colloqui con Lenin

Lenin vivo: i conflitti del « pianeta » comunista, le grandi, diffuse perplessità nei confronti della versione russosovietica del marxismo sollecitano di continuo un profondo interesse verso la personalità e l’operato del grande rivoluzionario fondatore dello Stato sovietico e hanno perfino indotto l’ipotesi che proprio nella sua creazione fossero latenti le future contraddizioni. Ma questo interesse si sviluppa spesso in un senso agiografico e astratto: pochissime le testimonianze disinteressate. Il presente libro è un’eccezione: scritto da un vecchio rivoluzionario dimenticato ma di primissimo piano (confidente di Lenin per tutto il 1904, alla vigilia della rottura coi menscevichi, protagonista della rivoluzione del 1905, altissimo funzionario sovietico tra il 1921 e il 1929, a contatto con personalità quali Kàmenev e Trockij, studioso e scrittore avvincente), pubblicato per la prima volta in russo a New York nel 1953, esso ci introduce veramente nel nucleo della vita, della personalità di Lenin (oltre che dei suoi compagni) e del suo disegno politico, e giunge in certo modo a porre, in generale, il quesito della natura del rivoluzionario. Leggendolo, si conosce un Lenin intransigente, dispotico, perfino brutale, ma anche affabile, teso e dolorante; si assiste alla nascita di « Che fare? », di « Un passo avanti e due indietro », si capiscono le ragioni contingenti, altrimenti inafferrabili, di un libro di teoria filosofica (e così poco filosofico) come « Materialismo e empiriocriticismo »… Questo Lenin vivo diventa l’illuminante accesso alla comprensione degli antefatti dell’evento decisivo della storia contemporanea.