Michele Prospero – Il nuovismo realizzato. L’antipolitica dalla Bolognina alla Leopolda

Il nuovismo realizzato. L'antipolitica dalla Bolognina alla Leopolda

Nel tempo della video-politica abbondano politici che con la narrazione riescono a incantare un pubblico pigro, ma, dopo l’agevole trionfo elettorale, urtano contro la complessità dell’azione di governo. La figura di Matteo Renzi opera anch’essa entro questa scissione tra la semplificazione, suggerita dall’affabulazione a misura dei media, e la complessità della decisione; tra la ricerca di un consenso alla persona, che attraverso narrazioni fiabesche scavalca ogni spartiacque politico-identitario, e la lettura delle spiacevoli tendenze macroeconomiche ostinatamente rimosse con fantastiche fughe multimediali. Il compimento del nuovismo (ostile ai partiti, alle ideologie, al radicamento sociale, all’analisi specialistica) approda a una dimensione postpolitica che con il governo della narrazione accompagna il sistema verso un mesto declino storico. Con una “filosofia politica del presente” Michele Prospero propone una lettura per certi versi controcorrente dei processi di crisi della seconda Repubblica.

Michele Prospero – Il comico della politica

Il comico della politica

Nella comunicazione politica di Berlusconi il momento retorico del comico ha assunto una funzione sempre più prevalente, annullando irreparabilmente qualunque specificità della comunicazione politica. Ridotta a chiacchiericcio del tutto irriflessivo, la politica si svuota di ogni senso e allora per il ritrovamento dei significati pubblici bisogna rivolgersi altrove, al mondo dell’azienda, del denaro, degli interessi particolari. Il nichilismo del comico, che sbeffeggia la rappresentanza politica tradizionale, evoca dunque l’aziendalismo di un imprenditore che si propone agli elettori come il supremo decisore monocratico infastidito dagli stanchi riti della separazione dei poteri.