I tre romanzi brevi qui pubblicati costituiscono dei piccoli capolavori di prosa satirica accomunati da un bersaglio che Bulgakov non perderà mai di vista: l’ottusa burocrazia del neonato potere sovietico. Un trapianto di ipofisi consente di trasformare un cane randagio in un uomo (Cuore di cane), ma il risultato dell’operazione, ossia il nuovo homo sovieticus, è di una tale volgarità da spingere lo scienziato che ha eseguito l’intervento a ritrasformare l’uomo in cane. In Diavoleide l’impiegato Korotkov insegue inutilmente l’implacabile capufficio che lo ha licenziato e resta travolto dall’impari lotta con l’ingranaggio burocratico. Infine nella terza opera (Le uova fatali), un prodigioso “raggio rosso” capace di decuplicare lo sviluppo delle cellule, per colpa della boriosa incompetenza di un funzionario statale, diviene causa di una catastrofe. In pagine che restano tra le più rappresentative della narrativa sovietica postrivoluzionaria, Bulgakov lasciava così la testimonianza impareggiabile della propria arte corrosiva.
Michail Bulgakov – Cuore di cane, Diavoleide, Le uova fatali
Rispondi