«La capacità di competere delle nostre aziende dovrà fondarsi sempre più su innovazione e qualità dei prodotti. Occorre saper fare cose nuove o fare in modo nuovo cose tradizionali. E soprattutto occorre sfruttare il “vantaggio dell’attaccante”: vedere cosa fanno i migliori, per copiarne politiche e management. Prima di inventare cose nuove, conviene cercare di seguire gli altri con saggezza». In tempi di crisi economica, la discussione sulla ricerca scientifica langue. Eppure niente come la ricerca può rilanciare l’economia sul lungo periodo, conseguendo un miglioramento strutturale e duraturo: il modello dello «sviluppo senza ricerca», su cui si è basato prevalentemente il nostro paese nel passato, ha perso ormai validità. È su questi temi che riflette Lucio Bianco, insieme a Paolo D’Anselmi, con uno sguardo focalizzato sul contesto attuale della ricerca in Italia e nel mondo, attraverso un confronto dettagliato con alcuni paesi che è bene tenere sotto osservazione: questi costituiscono modelli vincenti, da seguire e fare nostri, tenendo conto non solo delle debolezze, ma anche dei tanti punti di forza di cui disponiamo. Ne emerge un quadro sorprendente, che ribalta diversi luoghi comuni – tra tutti quello della cosiddetta «fuga dei cervelli», che si rivela fenomeno mediatico più che specchio veritiero della situazione italiana – e consente di cogliere gli elementi da salvare e quelli su cui intervenire. Dall’analisi scaturisce una serie di proposte operative, anche eterodosse, rivolte alla politica e alla stessa comunità scientifica.
Lucio Bianco, Paolo D’Anselmi – Il vantaggio dell’attaccante. Ricerca e innovazione nel futuro del Belpaese
Rispondi